Giustizia inflessibile solo con gli automobilisti. Siamo proprio il paese del Bengodi per gli estremisti islamici violenti!

Svizzera paese del Bengodi per estremisti islamici violenti. Lo conferma l’ennesima sentenza buonista-coglionista emessa dal Tribunale penale federale ai danni di una  (purtroppo) cittadina elvetica (di nascita, oppure…?) seguace dell’Isis.

La donna 31enne non solo voleva raggiungere la Siria per combattere la Jihad portando con sé il figlio piccolo, ma caldeggiava pure attentati terroristici nel nostro paese: poiché la Confederella si oppone (?) alla “guerra santa”, merita di essere colpita. Ma quanta bella gente che ci troviamo in casa!

Da far ridere i polli

E’ evidente che l’imputata è una persona pericolosa. Potrebbe anche passare all’atto e organizzare o collaborare ad attentati. E qual è la condanna pronunciata dal TPF nei suoi confronti? 18 mesi di carcere di cui 12 sospesi con la condizionale! Poiché “carcere sospeso” significa “niente carcere” la signora se la cava con sei mesetti di prigione! Da far ridere i polli. Nella vicina Penisola per lo stesso reato si sta in galera sette ANNI (e le prigioni del Belpaese sono un po’ diverse dall’Hotel Stampa)!

Proprio vero che la nostra  giustizia buonista-coglionista si accanisce solo contro gli automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura. Se l’estremista islamica in questione, invece di fare la jihadista e tramare attentati, avesse infranto un limite di velocità, si sarebbe beccata una condanna più severa.

Il piano farlocco

Ecco dunque che – grazie a leggi e tribunali lassisti – la Svizzera si conferma il paese dove gli estremisti islamici incontrano maggior facilità nel radicalizzare e reclutare seguaci. Magari facendosi pure mantenere dall’assistenza mentre svolgono simili attività. Naturalmente, grazie alla scellerata politica delle frontiere spalancate, per questa foffa stabilirsi da noi non comporta alcun problema.

E figuriamoci se la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Sommaruga, prende delle misure efficaci contro l’estremismo violento. In particolare quelle misure che vanno a toccare l’Islam radicale ed i suoi seguaci nel borsello. Non sia mia! Mica vorremmo rischiare accuse di “islamofobia”! Risultato: il piano antiradicalizzazione della Confederella, da poco presentato al pubblico, non servirà ad un tubo. Il classico esercizio-alibi per lavarsi la coscienza. Quando anche in Svizzera cominceranno gli attentati, sapremo chi ringraziare.

Lorenzo Quadri