Vogliamo sapere quanto ci costerà il meeting sul Ceresio degli amichetti della NATO
I nodi vengono al pettine. La “Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina”, che si terrà a Lugano tra il 4 ed il 5 luglio prossimi, provocherà il caos in città. Ci saranno chiusure di strade, deviazioni, blocchi.
Il casotto comincerà già domenica sul mezzogiorno e si protrarrà fino alle prime ore del mercoledì mattina. Sicuramente commercianti e ristoratori saranno entusiasti di trovarsi la città blindata in piena stagione turistica, come no! E tutto per un convegno di compagni di merende della NATO che si parlano addosso tra loro e cianciano di ricostruire un paese (con quali soldi?) quando la guerra è ancora in corso.
Ma quale lustro?
Per ricostruire l’Ucraina ci vorrà un quantitativo spropositato di miliardi. Lo abbiamo detto a più riprese: avendo la Confederella – e meglio il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR – insistito per organizzare la conferenza unilaterale dei compagni di merende, è chiaro che dovrà pure aprire i cordoni della borsa. E’ immaginabile una Convenzione di Lugano sulla ricostruzione dell’Ucraina senza che la Svizzera metta grandiosamente mano, per tale obiettivo, al borsello dei contribuenti? No, è chiaro. E se qualcuno crede di farci bere la fetecchiata che avere il nome di Lugano su un documento del genere darebbe lustro ed indotti (quali? Come?) alla città, forse non è bene in chiaro. Semmai, se qualcosa dovesse andare storto, ci rimedieremo un’epica figura marrone.
Altro che “buoni uffici”
Alla storiella dei “buoni uffici” della diplomazia elvetica ormai non crede più nessuno. Certamente non la Russia, che, tramite il suo ambasciatore, ha già rampognato la Confederella: “si è giocata il ruolo di mediazione”, ha infatti dichiarato il diplomatico. Del resto, nella Conferenza luganese non ci sarà proprio niente da mediare, trattandosi di evento puramente unilaterale di santificazione dell’Ucraina. Ancora una volta il nostro paese s’impantana in iniziative contrarie alla neutralità.
Infatti a giustificazione della conferenza in questione vengono invocati non già i buoni uffici, bensì la tradizione umanitaria elvetica, la quale nella pratica spesso si concretizza nel farsi mungere da tutti. Ben lo vediamo nel caso dello statuto S dei profughi ucraini, che i soliti immigrazionisti vorrebbero estendere a tutti i finti rifugiati. E potrebbero anche riuscirci.
Chiaramente, come da interpellanza depositata da chi scrive nei giorni scorsi, vogliamo sapere quanto costerà alla Svizzera la Conferenza di Lugano il cui unico scopo è il marketing politico del PLR Cassis. Ecco come l’ex partitone ed i suoi “statisti” gestiscono i soldi pubblici. Intanto però il buon Ueli Maurer raccontache non ci sono soldi per ridurre il carico fiscale sulla benzina. No comment!
Si arriverà al furto?
C’è poi in ballo la questione dei beni congelati degli oligarchi russi. Già il congelamento in sé ciurla nel manico a causa della mancanza di una sufficiente base legale. Figuriamoci allora se, come farnetica qualcuno, questi beni dovessero addirittura venire requisiti per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Si tratterebbe, è chiaro, di un furto in piena regola; di una violazione dei diritti fondamentali di cittadini stranieri. Ed a volerla compiere sono i $inistrati: proprio quelli che si riempiono la bocca con i diritti degli stranieri, berciando contemporaneamente accuse di razzismo!
Ebbene, dice l’ex ministra degli esteri kompagna “Dimitri” Calmy–Rey – colei che depositò la deleteria domanda d’adesione della Svizzera al Consiglio di sicurezza del bidONU – in vista della Conferenza di Lugano, il governicchio federale dovrà determinarsi sul tema della requisizione. Ci mancherebbe solo che i camerieri bernesi di Bruxelles si mettessero a RUBARE i soldi di privati cittadini per inviarli all’ex comico Zelensky. Ma purtroppo, e lo abbiamo visto a più riprese, basta un cip di Bruxelles e Washington per far commettere al nostro governicchio le cappellate più impensabili. Dunque c’è poco da stare allegri.
Insomma: è ormai accertato che la Conferenza di Lugano sull’Ucraina sarà l’equivalente della corazzata Potemkin di fantozziana memoria. Tanto per restare in zona.
Grazie, PLR!
Intanto il 9 giugno la Svizzera ha ottenuto (?) una cadrega non permanente nel consiglio di sicurezza del bidONU. Tutto come da copione: il posto conta meno del due picche, non c’era dunque motivo per negarlo. La Svizzera, all’interno del Consiglio di sicurezza dell’ONU, avrà un peso specifico pari a zero; dovrà però giocoforza prendere posizioni e decidere misure che sono incompatibili con la nostra neutralità.
E’ poi ovvio che l’ingresso della Svizzera nel Consiglio di sicurezza del bidONU verrà utilizzato dal presidente di turno della Confederella per gonfiarsi l’ego a scopo di campagna elettorale. A danno delle finanze pubbliche e della nazione tutta. Al pari della Conferenza “Potemkin” di Lugano.
Ringraziamo l’ex partitone che regala al paese simili luminose figure di grandi statisti!
Lorenzo Quadri