Zemmour, candidato all’Eliseo, rilancia un tema sempre più urgente

Tornano alla ribalta i muri sui confini: il candidato alle elezioni francesi Eric Zemmour ha infatti dichiarato che è necessario costruire una muraglia attorno all’UE per difenderne la civilizzazione.

In caso di elezione all’Eliseo, Zemmour dichiara che intende convincere l’UE a cambiare idea sui muri sui confini.

Del resto già 12 stati membri su 28, quindi quasi la metà, nei mesi scorsi avevano chiesto a Bruxelles di finanziare con fondi comunitari la costruzione di barriere contro i finti rifugiati. Senza ombra di dubbio si tratterebbe di un utilizzo di soldi pubblici molto più sensato ed utile di tanti altri. Se almeno i contributi miliardari di coesione che la Svizzera – “grazie” alla partitocrazia eurolecchina versa alla fallita UE venissero impiegati a tale scopo, ne trarremmo vantaggio anche noi, per ovvi motivi geografici. La costruzione delle barriere sui confini permetterebbe anche di far girare l’economia locale.

Del resto per merito qualche Stato virtuoso (che viene regolarmente infamato dalla casta), di muri sulle frontiere comunitarie ce ne sono già, per circa 2000 chilometri su un totale di 9000 di confine terrestre dell’area Schengen.

Difesa prioritaria

Vista la situazione geopolitica piuttosto agitata, la difesa delle frontiere rimane prioritaria. Una nuova ondata di caos asilo si sta già abbattendo sul Vecchio continente, che sta ancora facendo i conti con le deleterie conseguenze di quella del 2015 (ringraziare l’ex cancelleria tedesca Anghela Merkel!).

Anche la Svizzera necessita di rinforzare i propri confini. E con urgenza. Ma naturalmente, se aspettiamo i camerieri dell’UE nel governicchio federale – a partire dal “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLRstiamo freschi. Infatti continuiamo ad avere valichi secondari spalancati e non presidiati: una vera e propria pacchia per i delinquenti in arrivo da Oltreramina.

Nei giorni scorsi a Monteggio è stata messa a segno l’ennesima rapina a mano armata ai danni di un distributore di benzina. I criminali sono entrati ed usciti indisturbati dall’Italia. Ma ilgovernicchio federale se ne impipa. Guai ad infastidire i vicini a sud, che poi vanno a Bruxelles a piagnucolare! La sicurezza del Ticino e dei suoi abitanti, si sa, è sacrificabile.

Lorenzo Quadri