Ne abbiamo piene le scuffie di politicanti stranieri che pretendono di darci ordini
Invece di ringraziarci per gli enormi sacrifici fatti in suo sostegno, l’Ucraina continua ad alzare l’asticella delle pretese: che ce ne dia un taglio
Il gruppo di lavoro interno all’amministrazione federale è arrivato alla conclusione che confiscare, ossia RUBARE, i beni dei cosiddetti “oligarchi russi” attualmente congelati in Svizzera – in totale circa 7.5 miliardi di franchetti – sarebbe “contrario alla legge ed alla Costituzione” oltre che agli impegni internazionali.
Capirai che scoperta. Anche il Gigi di Viganello sarebbe arrivato alla stessa conclusione. E senza bisogno di gruppi di lavoro pagati dal contribuente.
Però i fautori del ladrocinio insistono. Il procuratore generale ucraino pretende che la Confederella violi leggi e Costituzione per fare un favore a lui ed al suo paese.
Sinceramente delle continue pretese dell’Ucraina cominciamo ad averne piene le scuffie. Come se non avessimo già fatto più che abbastanza (rottamazione della neutralità, accoglienza di 75mila profughi in continuo aumento, eccetera). E il prezzo, anche economico, di questi sacrifici non lo paga il “medico italiano” del PLR. Lo pagano i cittadini elvetici.
Eppure, invece di ringraziare, le autorità ucraine continuano ad alzare il tiro, assieme ai balivi di UE, USA e NATO. E’ ora di darci un taglio.
Da notare che il procuratore generale ucraino ha commentato il no elvetico alla confisca dei soldi russi dicendo che confida in un cambiamento di posizione. Ha anche rilevato che non sarebbe la prima volta che accade. Eh già. Per colpa del governicchio federale più debole della storia, la credibilità internazionale della Svizzera è ridotta ad una barzelletta. I suoi “no” valgono zero.
“Valori occidentali”: ma dove?
La pretesa che la Svizzera infranga la legge e la Costituzione per fare contento “l’amico Volodymyr” (cit. Cassis) ben dimostra che l’Ucraina è lontanissima da quei “valori occidentali” con cui la propaganda di regime si riempie la bocca. L’Ucraina pretende l’applicazione dello stato di diritto a senso unico: deve valere solo per gli amici. In simili pretese dal vago sapore mafioso non c’è nulla di europeo. E del resto l’Ucraina non è più europea della Russia. Altro che blaterare di adesione all’UE.
Applicando lo stesso ordine di idee di Kiev, potremmo anche incamerare i beni degli oligarchi ucraini ed utilizzarli per finanziare i costi che l’erario elvetico deve sopportare a causa dei permessi S, ossia quasi 2 miliardi all’anno.
Piazza finanziaria kaputt
La confisca dei beni degli “oligarchi russi” condurrebbe anche alla rottamazione della piazza finanziaria svizzera. Nessun cliente straniero depositerebbe più i suoi averi in una repubblica bananiera che è disposta a RUBARLI al primo cip in arrivo dall’estero.
Lo sfascio della piazza finanziaria elvetica è proprio l’obiettivo degli yankees e degli eurofalliti: costoro, come noto, nel recente passato hanno lanciato una guerra economica contro la Conferella che ha portato alla demolizione del segreto bancario. Intanto però gli yankees i loro paradisi fiscali se li tengono ben stretti: uno di essi è il Delaware del presidente Joe RimbamBiden. Negli USA già vengono diffuse voci di una prossima adesione di Berna alla confisca dei beni russi. L’obiettivo è provocare un fuggi fuggi di capitali stranieri dalla Svizzera, per poi attirarli in casa propria. E questi sarebbero i nostri amici?
Anche vari staterelli islamisti del Golfo, che lo stato di diritto nemmeno sanno dove sta di casa, si fregano le mani, in trepida attesa dei patrimoni stranieri che scapperebbero a gambe levate dalla Confederella FU neutrale e FU affidabile, in cerca di altri lidi. E noi ci ritroveremo con decine di migliaia di disoccupati in più e tanto, ma tanto gettito fiscale in meno. Grazie a chi?
Il “diversamente svizzero”
I supporter del FURTO li abbiamo anche in casa. Si tratta dei ro$$overdi. Tra questi figura tale consigliere nazionale $ocialista Fabian Molina (Fabian chi?) – di origine cilena e di professione studente a vita – il quale ha depositato una mozione a sostegno della confisca. Da notare che il Molina, al quale il tempo libero non manca di sicuro, è anche uno dei cinque tapini che sono andati in gita a Taiwan, a tutto danno della già traballante neutralità elvetica.
Costui, dalle compiacenti colonne del Corrierino PLR, pretende che Berna “si allinei a ciò che verrà deciso a Bruxelles”. Eh già: secondo l’illuminata visione di questi politichetti “diversamente elvetici”, che vogliono l’adesione alla fallita UE, gli eurobalivi devono comandare in casa nostra. La Svizzera non deve essere autonoma e sovrana in nulla!
Ecco come il Molina ringrazia il paese che ha concesso asilo politico a suo padre, scappato dal Cile: tentando di rottamarne le fondamenta. Ecco il livello della $inistra sovranofoba e xenofila.
Visto che, secondo questi kompagnuzzi, la Costituzione si può violare a piacimento, allora facciamo la stessa cosa: ritiriamo tutte le cariche politiche ai $inistrati con doppio passaporto!
Confronto umiliante
I pacifisti di $inistra si sono convertiti in guerrafondai. Vogliono abolire l’esercito svizzero, ma gonfiare quelli degli altri. Bramano di sotterrare la neutralità, si esaltano all’idea di RUBARE i soldi dei borsoni russi (del resto mettere le mani nelle tasche degli altri è la loro ossessione) e tramano per consentire la riesportazione delle armi svizzere verso l’Ucraina, malgrado essa sia illegale. Perché la pace si fa continuando a fornire armamenti sempre più potenti; come no.
In Germania la femminista Alice Schwarzer e la politica di sinistra Sahra Wagenknecht hanno lanciato un appello al Cancelliere Olaf Scholz perché negozi la pace, e stanno organizzando una grande dimostrazione pacifista a Berlino per il 25 febbraio. Il paragone è umiliante.
Lorenzo Quadri