L’interesse del Cantone? Appoggiare il candidato più euroscettico e primanostrista

Intanto il PLR è tutt’altro che compatto dietro a “KrankenCassis”: sui social network son già botte da orbi tra liblab

Sicché i liblab ticinesi hanno deciso: sarà Ignazio Cassis l’unico candidato del nostro Cantone alla cadrega che verrà presto liberata dal Didier “dobbiamo aprirci all’UE” Burkhaltèèèr.

La scelta di correre con un candidato unico è, a personale giudizio di chi scrive, opportuna. Indicare un tandem o un triciclo avrebbe significato dimezzare, rispettivamente ridurre ad un terzo, i voti per singolo candidato. E’ una questione matematica.

Non a caso i primi sostenitori della candidatura multipla sono proprio i romandi. Che hanno tutto l’interesse ad affossare le chance del nostro Cantone, per papparsi loro la cadrega “ex Burkhaltèèèr”. E sono sempre romandi a remenarla con la candidatura femminile. Lo fanno con cognizione di causa. Sanno che l’unica candidata femminile che entrava in linea di conto, ovvero Laura Sadis, è (sarebbe stata) in realtà la candidata del P$ e degli euroturbo. Ora, è vero che il parlamento federale è messo male, ma non ancora così male da eleggere in Consiglio federale una terza $ocialista (Widmer Schlumpf bis?).  Se candidata in tandem, Sadis avrebbe “drenato” i voti della $inistra togliendoli al compagno di ticket ticinese… a tutto vantaggio del romando.  Come unica proposta  del nostro Cantone, le possibilità di elezione sarebbero state prossime allo zero, per il motivo indicato.

Obiezioni note

Detto (posizione personale) dell’opportunità di presentare un solo nome ticinese, il punto è quello a sapere se si stia puntando sul “cavallo” giusto. Al proposito il PLR poteva fare meglio. Ad esempio proponendo Vitta. (E’ vero che avrebbe potuto anche fare peggio con Sadis).

Le obiezioni nei confronti di “KrankenCassis” sono note:

  • la professione di lobbysta dei cassamalatari. Tanto più che, a seguito di un tutt’altro che improbabile walzer di dipartimenti, il nuovo Consigliere federale potrebbe ritrovarsi proprio agli Interni, quindi a trattare con gli assicuratori malattia.
  • Come capogruppo PLR a Berna, il “candidato unico” ha giocato un ruolo di primo piano nell’affossamento del “maledetto voto” del 9 febbraio. Questo è uno schiaffo bello e buono al 70% dei ticinesi per correr dietro agli interessi (di ideologia o di saccoccia) dell’élite spalancatrice di frontiere. E’ un atto gravissimo nei confronti del nostro Cantone e non si può far finta che non lo sia.
  • Il fatto che Cassis sia “particolarmente vicino alla dirigenza nazionale del partito” non è certo positivo, visto che mai il PLR nazionale ha preso o appoggiato una decisione nell’interesse del Ticino.

Rischio boomerang

Come già detto, un Consigliere federale del nostro Cantone ha senso se va in governo a promuovere le posizioni della maggioranza dei ticinesi; per lo meno sui temi più importanti di politica federale. In caso contrario, rischia di diventare un boomerang. Infatti, come potrebbe immaginare il Ticino di ottenere dal Consiglio federale risposte per i propri problemi – vedi invasione da sud e sfascio del mercato del lavoro – se il “suo” rappresentante in governo è il primo a sostenere, in stile SECO, che “l’è tüt a posct”?

Il più euroscettico

L’interesse del Ticino è eleggere, al posto del cameriere dell’UE Burkhaltèèèr, il Consigliere federale più euroscettico e primanostrista possibile. E, se il PLR ticinese non è in grado di proporre una candidatura di questo tipo – quindi una candidatura rappresentativa della volontà della maggioranza della popolazione cantonale su temi fondamentali quali la preferenza indigena, l’immigrazione ed i rapporti con l’UE – la responsabilità è solo del PLR. Ancora una volta il partito si dimostra scollegato dal paese che vuole rappresentare. I nodi vengono al pettine.

Pretese di compattezza?

E che nessuno in casa dell’ex partitone si sogni di pretendere unanimità da parte della deputazione ticinese e galoppinaggio a prescindere solo perché c’è un candidato al CF con bandierina rossoblù. Tanto per cominciare, nemmeno il PLR è compatto dietro al suo candidato (che strano eh?): anzi, le varie fazioni se le stanno già suonando di santa ragione via social network. Secondo i “rumors” qualcuno starebbe già tramando ribaltoni. E poi, chissà come mai, quando il candidato ufficiale era Norman Gobbi,  per i liblab l’importanza di un Consigliere federale ticinese era assai relativa. Adesso che si tratta di piazzare uno dei LORO, invece, ecco che la provenienza cantonale diventa l’unico criterio di valutazione possibile, e osare dire altro è becero sabotaggio del “bene comune”? Questa è, semplicemente, una presa per il lato B.  Il bene del PLR ed il bene del Canton Ticino sono due concetti sempre più distanti.

Lorenzo Quadri