Le ultime vicissitudini in materia di piazza finanziaria non fanno che dimostrare la deleteria debolezza del Consiglio federale verso l’esterno e la sua arroganza verso l’interno.

Debolezza all’esterno
Debolezza nei confronti degli yankees – ma lo stesso accadrà presto con la fallita Unione europea – cui si sa rispondere solo con la capitolazione. Ciò malgrado gli USA abbiano al loro interno la più grande lavatrice di denaro del mondo, ossia il Delaware. Ma figurarsi se qualche succube ministro bernese si sogna di farlo notare; non sia mai.
Stesso discorso vale per l’Unione europea, i cui Stati membri sono maestri nel predicare bene ma razzolare malissimo. Sia in materia di piazza finanziaria che di fiscalità delle imprese. E nel frattempo si dedicano senza pudore al “dagli allo svizzerotto” che tanto cala le braghe per paura di essere additato come il cattivo di turno, e poco importa se sono tutte fandonie; o peggio ancora come “razzista”.
Già parlare di negoziati è quantomeno fuorviante in simili circostanze, dal momento che qui non si “negozia”: si cede e basta, e a “negoziare” così son capaci tutti.

Arroganza all’interno
Arroganza verso l’interno ossia verso gli svizzeri. Con l’ennesimo cedimento davanti ai Diktat USA, la ministra del 5% Widmer Schlumpf pretende che le Camere federali avallino, in quattro e quattr’otto e alla cieca, ossia senza neppure conoscere il contenuto di ciò che votano, la rottamazione del diritto elvetico per accontentare le pretese yankee in  materia di scambio di informazioni bancarie. Sempre per lo stesso motivo, non tanto tempo fa il Consiglio federale ha autorizzato illegalmente le banche coinvolte in inchieste negli USA a trasmettere agli inquirenti a stelle e strisce i nominativi di oltre 10mila bancari ed ex bancari, quasi tutti semplici impiegati che hanno semplicemente fatto quello che veniva loro richiesto di fare, nel rispetto del diritto elvetico.
Questi cittadini svizzeri sono stati svenduti dal Consiglio federale ad un’autorità straniera: per un governo un comportamento inaudito.
Il più recente capitolo della triste saga è quello annunciato la scorsa settimana dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf, fautrice dello scambio automatico d’informazioni. Ossia prendere di mira anche i cittadini svizzeri, che adesso vengono trattati, dal loro governo, da potenziali evasori.
Questa svolta deteriore segna un ulteriore balzo nella spirale discendente cui questo Consiglio federale  ci ha abituati. I cittadini svizzeri con un conto in banca vengono adesso considerati, di principio, degli frodatori del fisco. Con questa deleteria iniziativa, la ministra non eletta fa strame di un principio fondamentale che sta alla base della Svizzera: la fiducia tra cittadino e Stato. Widmer Schlumpf vuole dunque criminalizzare i cittadini svizzeri. Il modello è quello vicina Penisola, dove il cittadino viene spiato e perseguitato.
La fiducia tra cittadino e Stato è una di quelle caratteristiche che contraddistinguono la Svizzera. Una di quelle peculiarità che ora i fautori della svendita del paese vogliono cancellare, per renderci sempre più uguali ai fallimentari paesi UE. Fermiamo finché siamo in tempo chi vuole distruggere quanto ancora rimane del duro e paziente lavoro di chi è venuto prima di noi, e che ha fatto della Svizzera un paese degno d’ammirazione.
Il disegno è sempre lo stesso: renderci eurocompatibili per poi portarci nel calderone UE. Magari assieme alla Turchia.
Lorenzo Quadri