Il Consiglio degli Stati ha approvato la cosiddetta lex USA, ma il Nazionale no. Che alla Camera del popolo il vergognoso “pacchetto” della ministra del 5% Widmer Schlumpf avrebbe avuto vita dura, era chiaro già prima dell’inizio del dibattito. Difficilmente però ci si sarebbe immaginati un risultato così secco. Nella prima votazione, martedì, l’entrata in materia sulla lex USA è stata bocciata per 126 a 67 con 2 astenuti. Nella seconda votazione, mercoledì, l’entrata in materia è stata nuovamente rifiutata, per 123 a 63 con 4 astenuti.

Tra martedì e mercoledì erano circolate voci di un possibile voltafaccia dei kompagni. Ma poi, almeno stavolta, il voltafaccia non c’è stato.

Quindi la lex USA è stata affossata con l’infamia che meritava. Questo risultato è senz’altro motivo di soddisfazione; magra soddisfazione, si potrebbe dire, perché dopo anni di capitolazioni una dietro l’altra, il futuro della piazza finanziaria svizzera (e dei suoi posti di lavoro, e delle sue entrate fiscali) è quanto mai cupo. Ma comunque una soddisfazione; del resto la faccia della ministra del 5% dopo il voto era tutta un programma.

Il Consiglio nazionale ha dunque ritenuto, a ragione, che con la lex USA si fosse superata ogni soglia di decenza. Questa legge, se approvata, avrebbe costituito un punto di non ritorno. Per accondiscendere al ricatto degli yankee, che costituisce un vero e proprio insulto all’indirizzo di uno Stato sovrano quale è la Svizzera, il governo e la Camera “alta” (?) erano pronti a rottamare le nostre leggi democratiche per farsi imporre le regole made in Washington. Una cosa del genere non si era mai vista. Come non si è mai visto che un ministro elvetico negli USA non trattasse, sullo scambio di informazioni, con un ministro, bensì con una funzionaria del fisco. Quindi accettiamo di discutere delle questioni fondamentali per il nostro futuro con degli esattori.

Due affermazioni

Alla fine, dunque, a sostenere la lex USA sono rimasti solo parte dei verdi, il partitino di widmer schlumpf e gli uregiatti. Compresi quelli ticinesi. Per il PPDog si tratta di pura speculazione partitica a lunga gittata: l’obiettivo è infatti quello di fagocitare il BDP, che da solo non va da nessuna parte, e di soffiare così al PLR la seconda cadrega in Consiglio federale.
Durante il dibattito in Consiglio nazionale si è sentito di tutto e di più. Due affermazioni però meritano di essere ricordate.
Una è di Christoph Blocher: “A favore della lex USA non si sono sentiti argomenti, perché non ce ne sono, ma solo paure”.
La seconda è del capogruppo dei Verdi Antonio Hodgers, che pure ha approvato lo scandaloso pacchetto: “Questa legge non è una questione di diritto, ma di rapporti di forza”.

La conseguenza che non ci sarà

Il Consiglio federale, o piuttosto la ministra del 5% che da anni sta portando il paese nel baratro, si è presentata davanti alla Camera del popolo con una proposta indecente, ed è stata randellata.

Il No alla lex USA avrà delle conseguenze? Un Sì ne avrebbe avute di ben peggiori. Con una differenza. Se dovremo far fronte a delle conseguenze, lo faremo a seguito di un atto di coraggio e non di una dimostrazione di vigliaccheria. Teniamo a mente l’ammonimento di Churchill: “avevate la scelta tra guerra ed il disonore, avete scelto il disonore ed avete avuto la guerra”.

Inoltre, il principio “chi sbaglia paga” dovrebbe ancora valere qualcosa. Quindi, le responsabilità delle proprie azioni se le assumano quelle banche e quei manager bancari che hanno fatto i furbi (eufemismo) invece di tentare di trascinare tutti nella “palta” – naturalmente con la complicità della politica. E’ per colpa di questi furbi, che miravano solo a massimizzare i propri profitti, che la piazza finanziaria svizzera è azzoppata con tutte le conseguenze sociali ed occupazionali del caso.
Di sicuro, e purtroppo, una logica conseguenza del No alla lex USA non ci sarà: ossia le dimissioni della ministra del 5% che l’ha proposta. Non ci si può di sicuro attendere che chi occupa una cadrega senza disporre nemmeno lontanamente della legittimazione popolare necessaria si sogni di rinunciare a ciò che non dovrebbe neppure possedere.
Lorenzo Quadri