Visto che non bastava il coronavirus a devastare l’economia, i legulei ci mettono del loro

Malgrado il coronavirus, nel mondo, in Svizzera e pure in questo sfigatissimo Cantone accade anche altro. E questo “altro” ci piomberà puntualmente addosso non appena passata (o attenuata) l’emergenza coronavirus. O magari anche prima.

Sentenze politiche

La scorsa estate, quando il mondo funzionava ancora normalmente ed il maledetto virus era al di là da venire, i legulei del Tribunale federale (TF) hanno stabilito – a stretta maggioranza: due voti contro tre – che UBS doveva trasmettere alla Francia, su istanza di quest’ultima, i dati 40mila clienti francesi. La domanda, è chiaro anche al Gigi di Viganello, costituisce una “fishing expedition”. Ovvero una richiesta di informazioni a casaccio. Ed infatti l’istanza precedente, ovvero il tribunale amministrativo federale (TAF) l’aveva respinta all’unanimità (sic). E’ quindi evidente che, per l’ennesima volta, il TF ha emesso (a maggioranza) una di quelle sentenze che proprio uno dei giudici del Tribunale federale ha di recente definito delle sentenze politiche. Ovvero, sentenze nelle quali il diritto viene “piegato per assecondare le posizioni politiche” dei legulei al servizio della casta.

In concreto: il parlamento federale, pur nelle sue reiterate calate di braghe sul segreto bancario, mai ha autorizzato le fishing expedition. Però adesso arrivano i legulei del TF e le approvano contro la legge.

Il governicchio federale dorme

Non è finita. Il peggio deve ancora venire. Infatti, a presentare ricorso contro la decisione del Tribunale amministrativo federale di non trasmettere alla Francia i dati richiesti è stata nientemeno che l’Amministrazione federale delle contribuzioni.

In altre parole: qui ci sono dei burocrati federali che, invece di difendere gli interessi della Svizzera e quindi di difendere la piazza finanziaria elvetica, giocano contro. Pagati con i nostri soldi.

Naturalmente la questione è stata oggetto di un’interpellanza leghista al Consiglio federale, essendoci di mezzo il comportamento di burocrati della Confederazione. Inutile dire che la risposta è stata l’ennesima uregiatada, ovvero: non si commentano vertenze giudiziarie.  Ossignùr. Qui ci sono dei “mezzemaniche” federali che, invece di difendere gli interessi della piazza finanziaria elvetica, reggono la coda ad un paese straniero, addirittura utilizzando le vie giudiziarie. Però  i camerieri bernesi dell’UE non hanno nulla da dire? Il governicchio federale non c’era, e se c’era dormiva? Che livello!

Separazione dei poteri?

E men che meno, ovviamente, il CF si sogna di commentare la sentenza del Tribunale federale. Poiché vige il principio della separazione dei poteri.

Peccato che la  separazione dei poteri sempre più spesso funzioni a senso unico.  Il colmo è che l’obiettivo di tale principio era quello di evitare che gli esecutivi mettessero il becco nella giustizia. Invece adesso accade proprio il contrario: sono i legulei dei tribunali ed interferire con gli altri poteri ed in particolare quello legislativo, emettendo le sentenze politiche citate sopra.

La portata della questione, è chiaro, va oltre il caso singolo. Perché la sentenza del TF sul caso UBS / Francia crea un precedente. Fa giurisprudenza. Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, apprendiamo che il Belpaese chiede informazioni bancarie sui conti di 10mila suoi concittadini, per un ammontare complessivo di oltre 6.6 miliardi di franchetti. Apperò! La richiesta, pubblicata nei giorni scorsi sul Foglio federale, risale al luglio 2017.

Le conseguenze

Dato il precedente francese, il Mago Otelma prevede che l’epilogo sarà lo stesso: calata di braghe con consegna dei dati richiesti per decisione giudiziaria.

La scellerata sentenza presa dai legulei del TF con maggioranza di tre a due sarà dunque gravida di conseguenze. Per la piazza finanziaria svizzera ed anche, ovviamente, per quella ticinese. Come se non bastasse il maledetto coronavirus a mettere in crisi l’economia ed a distruggere posti di lavoro, arrivano anche le sentenze del piffero. Con la collaborazione, e questo è doppiamente scandaloso, dei burocrati euroturbo dell’amministrazione federale delle contribuzioni. Intanto i camerieri bernesi di Bruxelles che lasciano fare.

Lorenzo Quadri