Dopo il fattaccio sul TiLo: adesso bisogna aver paura a prendere il treno di sera?
Bisognava aspettarselo e puntualmente è successo. Lo scorso sabato sera sul Tilo si è sarebbe verificata una tentata aggressione sessuale ai danni di una ragazza ticinese. Autori, ma tu guarda i casi della vita, dei migranti economici africani. Con tutta probabilità ospiti del centro di Chiasso, visto che a Chiasso hanno preso il treno.
Su quel che sarebbe esattamente accaduto aleggia il mistero. Come noto la RSI (politikamente korretta e di $inistra; non il Mattino populista e razzista) domenica ha divulgato una prima versione: tentata aggressione sessuale ad opera di 4 finti rifugiati. Il Ministero pubblico ha poi contestato i fatti, ciò che portato ad una duplica da parte dei giornalisti.
In ogni caso i testimoni hanno parlato di asilanti saliti ubriachi fradici saliti sul treno assieme ad una ragazza. I galantuomini ad un certo punto hanno cominciato a picchiarsi tra loro e a prendere a calci la porta del bagno dentro cui si era rifugiata la ragazza, la quale urlava dall’interno. Mentre gli altri passeggeri, sconvolti dalla scena, venivano “invitati” minacciosamente a guardare altrove.

Al centro di Losone
E martedì al centro asilanti di Losone, quello dove ci sarebbero solo ospiti non problematici, c’è stato un tentativo di stupro, questa volta confermato dal Ministero pubblico, da parte di due giovani somali. Ma come, il centro in questione non doveva essere un’oasi di pace e di tranquillità? Mica non doveva esserci alcun pericolo? Kompagna Sommaruga: silenzio di tomba? Persa la favella?

I moralisti tacciono
Dire che scene come quelle sopra descritte sono intollerabili sui nostri treni – che finanziamo, e non poco – è un’ovvietà. Ma evidentemente per gli spalancatori di frontiere non è poi così ovvio. Ed infatti sui comportamenti delinquenziali dei finti rifugiati prosegue il silenzio assordante dei moralisti a senso unico. Che però continuano a strillare al razzismo e al fascismo. Non parliamo solo delle aggressioni a sfondo sessuale, perché è riduttivo. Certo che i migranti economici che molestano o aggrediscono le donne vanno sbattuti fuori dalla Svizzera per direttissima. Ma anche quelli che aggrediscono o molestano altri cittadini. E’ così che si comporta una persona che – teoricamente! – starebbe chiedendo aiuto al nostro Paese perché bisognosa di protezione?

Silenzi assordanti
Va evidenziato il silenzio assordante delle signore della $inistruccia nostrana – in genere assai loquaci – davanti alle aggressioni sessuali ad opera di migranti economici. Silenzio che perdura anche quando i misfatti avvengono in questo sempre meno ridente Cantone. Le citate signore, invece di difendere le donne, denigrano a suon di “razzista e fascista” chi osa proporre di limitare la libertà di movimento dei finti rifugiati (tutti giovani uomini soli), proprio per prevenire aggressioni sessuali. Ne sa qualcosa il Guastafeste Giorgio Ghiringhelli che si era permesso di interpellare i parlamentari cantonali in questo senso.
Chiaro: il sacro dogma dell’accoglienza indiscriminata a tutti i migranti economici non va messo in discussione, qualsiasi cosa accada. E, soprattutto, mai e poi mai bisogna lasciarsi andare ad ammettere che gli spregevoli populisti e razzisti magari avevano ragione.

Viaggio in treno…?
Chi va in treno in orari serali o notturni deve sentirsi sicuro. Ci pare di ricordare che una volta le FFS utilizzassero lo slogan “viaggio in treno, viaggio sereno”. Siamo in Svizzera e non nelle banlieues parigine. Non ci sta bene che i mezzi di trasporto pubblico diventino delle zone a rischio, perché qualcuno vuole a tutti i costi le frontiere spalancate ai finti rifugiati e non si sogna di chiuderle, malgrado intorno a noi lo stiano facendo tutti. Eh già, perché gli eurobalivi ad inizio settimana hanno dovuto incassare l’ennesima legnata. Il Belgio – sede dell’UE! – ha ripristinato i controlli al confine con la Francia. Bruxelles contro… Bruxelles. Se non è uno smacco questo…

Che fare allora?
Uno: chiudere le frontiere, che è ora. Si avvicina sempre più il giorno in cui la Svizzera sarà l’unico paese rimasto ad applicare i fallimentari accordi di Schengen. A seguito dei quali, stando ai funzionarietti Ue, dovremmo pure rottamare la tradizione elvetica dell’arma d’ordinanza a domicilio. Loro ci prendono a pesci in faccia e noi continuiamo ad ubbidire. Si può essere più fessi di così?
Due: limitare la libertà di movimento dei finti rifugiati. Si ridimensionano nell’orario e nella durata le “libere uscite” dai centri. Attualmente, in base al Regolamento allestito dall’Ufficio federale della migrazione, gli ospiti dei centri d’accoglienza possono uscire tutti i giorni dalle 9 alle 18, e durante i fine settimana (previo ottenimento di un permesso di congedo) possono restare fuori dall’alloggio ininterrottamente dal venerdì alle 9 fino a domenica alle 19, con facoltà di muoversi in tutta la Svizzera. Ecco: qui ci sono sicuramente i margini per un intervento restrittivo!
Se qualche migrante economico non condivide (ad esempio quelli alloggiati in Lavizzara che, in contatto via telefonino con i loro colleghi sistemati in zone più urbanizzate, volevano andare a protestare a Bellinzona) non ha che chiedere asilo da qualche altra parte.
Lorenzo Quadri