A qualcuno sembrerà strano leggerlo da queste colonne, eppure è proprio così: possiamo imparare dalla vicina ed ex amica Penisola.

O meglio: possiamo imparare in campo di radar per i controlli di velocità. Già negli anni scorsi, l’Italia aveva infatti stabilito che i controlli radar non potevano essere fatti “a sorpresa”, ma andavano annunciati. Quindi trasparenza e niente trappole per mungere gli automobilisti.

Di recente è giunta la conferma da parte della Corte di Cassazione italiana, che è poi la massima istanza del paese: ne dà notizia nei giorni scorsi il TCS sulla sua rivista.

In sostanza, la Cassazione ha confermato il sequestro di alcuni radar che venivano utilizzati di nascosto, ad esempio piazzandoli dietro un cespuglio, per tendere imboscate agli automobilisti.

Un automobilista multato tramite il radar abusivo ha presentato ricorso. E la sua determinazione è stata premiata. Non solo la Cassazione ha confermato che la multa appioppata in questo modo non è legittima, e quindi è da considerarsi nulla, ma udite udite, ha addirittura condannato per truffa il Comune che ha posato il radar! I giudici hanno infatti statuito che rilevare la velocità attraverso apparecchi «posizionati in modo tale da essere occultati agli ignari automobilisti» è truffa.
Ma guarda un po’!  Tanto per una volta, c’è da sperare che questa decisione venga ripresa anche alle nostre latitudini. Del resto, sarebbe tempo ed ora di cominciare a riprendere le norme estere che tornano a nostro vantaggio, invece di limitarsi ad applicare pedissequamente quelle che ci danneggiano, visto che l’autolesionismo fa tanto “politikamente korretto”!

Il discorso sull’illogicità dei radar nascosti l’abbiamo fatto più volte da queste colonne e lo ripetiamo: se anche la massima istanza giudiziaria di un paese UE lo segue, vuol dire che poi così manicomiale non deve essere!

Se si vuole fare prevenzione, ossia se si vuole che gli automobilisti si attengano strettamente ai limiti di velocità su tratte ritenute pericolose, allora la presenza del radar deve essere annunciata. Così gli automobilisti rallentano e quindi non creano la situazione di pericolo che si vuole evitare.

I radar nascosti, quelli che giustamente la Cassazione italiana considera una truffa, servono invece a fare cassetta ai danni degli automobilisti, e non a fare prevenzione. Quindi non evitano situazioni di pericolo. Si lascia che l’automobilista superi il limite di velocità – e quindi che crei la situazione di pericolo – per poi sanzionarlo a posteriori ed incassare la contravvenzione. La volontà non è quella di prevenire, ma di mungere. L’obiettivo è incassare le multe.
Quindi, e lo ripetiamo, questa volta impariamo dall’Italia: anche in Ticino basta con le “truffe” (Cassazione dixit) dei radar nascosti! Se si vuole fare prevenzione, bisogna avvisare.

Lorenzo Quadri