Il politicante di Bruxelles minaccia: “vi conviene fare il primo passo, altrimenti…”
E naturalmente il P$$ è pronto a versare i nostri soldi agli eurobalivi!
E ti pareva! La fallita UE, messa nella palta dalla crisi economica provocata dallo stramaledetto virus cinese (regalo della devastante libera circolazione delle persone e della globalizzazione) si prepara a mungere ed a ricattare ulteriormente la Svizzera. Ed i soldatini del triciclo eurolecchino (Verdi-anguria ovviamente compresi) aspettano solo di calare le braghe!
Le prime avvisaglie sono apparse di recente nella stampa d’Oltralpe. Il quotidiano radikalchic TagesAnzeiger ha raccolto (rigorosamente in ginocchio) le dichiarazioni di tale Andreas Schwab (Andreas chi?).
“Nel vostro interesse”
E’ costui un politicante uregiatto germanico, europarlamentare per la CDU dell’ Anghela Merkel, che dal 2019 presiede la delegazione del parlamento UE per i rapporti con la Svizzera e lo spazio economico europeo. Dice l’Andreas che anche la Confederella, pur non essendo Stato membro della fallita UE, dovrà fare la propria parte (?) nel finanziare le misure anticrisi di Bruxelles. Ciò perché – udite udite – sarebbe “nel suo stesso interesse”. Pagando, racconta sempre l’Andreas, la Svizzera potrebbe “indirizzare le discussioni (con Bruxelles) su determinati temi in una certa direzione”. E noi dovremmo fare fede a simili fumogeni?
Non porta a nulla
Ma chi credono di fare fessi questi politicanti? L’unica cosa che è nell’interesse della Svizzera è usare il denaro pubblico per i propri cittadini e per la propria economia, non certo sperperarlo all’estero! Queste marchette alla fallita UE, e l’esperienza, ormai reiterata, dovrebbe pure avercelo insegnato, non portano assolutamente a NULLA! Gli svizzerotti pagano – e stiamo parlando di somme stratosferiche, mica di noccioline – e gli eurobalivi incassano. E intanto la Confederella continua a venire ricattata e discriminata dall’UE!
L’ex eurosenatore uregiatto Pippone Lombardi raccontava a suo tempo che la Svizzera doveva versare la marchetta da 1.3 miliardi di Fr “per oliare”. Adesso, ma guarda un po’, improvvisamente la marchetta non basta più e “per oliare” bisogna pagare altri miliardi!
“La pressione aumenterà”
Non ancora contento, l’Andreas addirittura dichiara che non solo la Svizzera dovrebbe partecipare con contributi extra ai piani anticrisi di Bruxelles, ma dovrebbe addirittura prendere lei l’iniziativa di versare soldi all’UE presentando un’offerta concreta! Ma ci siamo bevuti il cervello? In caso contrario – ed ecco che siamo già ai ricatti ed alle minacce – non appena l’UE si sarà messa d’accordo sul “fondo di ricostruzione”, la pressione sulla Svizzera “aumenterà ed in modo incontrollato”. Uhhh, che pagüüüraaa! E naturalmente gli svizzerotti dovrebbero, per l’ennesima volta, accettare il ricatto e mettere mano al borsello? Avanti con i regali miliardari all’UE, così questi soldi mancano per le necessità dei cittadini svizzeri? Ma col fischio!
I kompagni vogliono pagare
Inutile dire che c’è già chi è perfettamente d’accordo con l’uregiatto germanico: si tratta – ma tu guarda i casi della vita – del presidente del P$$ Christian Levrat! Secondo costui, la Svizzera dovrebbe aprire i cordoni della borsa, sempre e comunque! Ormai questi $ocialisti sono del tutto allo sbando e pensano solo a regalare i soldi del contribuente all’estero, oltre che a far arrivare ed a mantenere migranti economici! Basti pensare che in Consiglio nazionale volevano portare il già stellare credito quadro per gli aiuti allo sviluppo da 11.25 miliardi a 15! Ma sa po’?
Azzerare il contributo
E noi con questa UE che ci ricatta e che pretende di continuare a mungerci senza concedere nulla in cambio, dovremmo sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale, che ci trasformerebbe in una colonia di Bruxelles? Ma anche NO!
Altro che proporre di nostra iniziativa di versare ulteriori soldi all’UE. Bisogna invece azzerare il contributo di coesione: con la crisi nera che ci aspetta non ce lo più possiamo permettere. Ed evidentemente, col piffero che andiamo a firmare l’accordo quadro istituzionale!
Lorenzo Quadri