Il governicchio federale non vuole imporre il tampone ai cinesi

Il governicchio federale non perde un’occasione per prendere decisioni sballate. Come sappiamo, in Cina è tornato ad imperversare lo stramaledetto virus cinese. E’ notizia di ieri che nel paese asiatico si sono registrate 60mila morti per covid in un mese. All’11 gennaio, i contagi erano 900 milioni: ovvero il 64% della popolazione.

Come abbiamo imparato in quasi tre anni, il coronavirus muta e produce sempre nuove varianti. Che poi rendono inefficaci i vaccini preparati per le varianti precedenti. Più il virus si diffonde, più cresce il rischio di mutazioni. E’ quindi evidente che, nei confronti dei viaggiatori cinesi, s’impone grande prudenza. Di conseguenza, il minimo – ma proprio il minimo – è pretendere il tampone negativo per tutti i viaggiatori in arrivo da quel Paese. Non certo per razzismo, ma perché la Cina ha già impestato il mondo una volta con il suo virus (e, tanto per non farsi mancare niente, ostacola le indagini sulle origini del covid). Non è certo il caso di fare il bis.

Ebbene: vari Stati europei – ad esempio Germania, Grecia, Spagna, Italia,… – chiedono il tampone ai viaggiatori cinesi. La stessa UE, prima reticente per paura, ha finito per raccomandarlo. Cosa fa invece il governicchio bernese? Niente! Se ne esce a dire che il tampone non serve: tanto la popolazione della Confederella sarebbe già ampiamente immunizzata tramite vaccini (?) o guarigioni. Sul livello di protezione offerto dai vaccini, specie contro le ultime varianti, si potrebbe disquisire a lungo.

A parte questo, sia chiara una cosa. Il governicchio federale, che adesso non vuole imporre alcuna restrizione ai cinesi a tutela della salute pubblica in Svizzera, poi non si sogni un domani, se i contagi dovessero impennarsi a seguito di tale balorda decisione, di imporre a noi nuove limitazioni della libertà, divieti di lavoro e le altre scellerate vessazioni che abbiamo dovuto subire negli anni pandemici! Perché scendiamo in piazza con i forconi!

Lorenzo Quadri