Il piano di sostegno all’economia colpita dal maledetto virus ha pregi, ma anche difetti
Quanti imprenditori-foffa, arrivati dal Belpaese grazie alla libera circolazione delle persone, si sono già attaccati alla mammella dei prestiti senza interessi che la Confederazione garantisce con i NOSTRI soldi?
Come scrivevamo su queste colonne la scorsa domenica, i crediti “anticoronavirus” con garanzia della Confederella (fideiussione del 100% per prestiti fino a 500mila Fr, dell’85% per quelli fino a 20 milioni) stanno andando a ruba. E’ lodevole che la Svizzera abbia messo in atto un sistema di aiuto all’economia rapido e di facile accesso; un modello che viene preso ad esempio anche all’estero. C’è però il rovescio della medaglia. Ovvero i furbetti del virus che abusano dei crediti. Lo abbiamo già segnalato domenica scorsa. Ed infatti giovedì il direttore del Controllo federale delle finanze Michel Huissod ha lanciato l’allarme abusi. “I pericoli – ha spiegato – si annidano nell’autocertificazione, la cui correttezza è di completa responsabilità di chi firma (…). A volte basta una telefonata per intercettare gli abusi, ma con questa mole di domande non possiamo fare controlli a tappeto immediati”.
In Ticino record di illeciti?
Ci sono buoni motivi per ritenere che il maggior numero di illeciti si verifichi proprio in questo sfigatissimo Cantone. Non solo perché, essendo il Ticino sommerso dai contagi, sono state decretate misure più incisive (“lockdown” di fatto) che impattano maggiormente sulle attività economiche e quindi sulle domande di crediti. Ma anche perché, a causa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, dalle nostre parti si sono insediate frotte di società-foffa in arrivo da Oltreramina. Società gestite da furbetti dell’italico quartierino, che assumono solo frontalieri. Furbetti arrivati qui per farsi gli attributi di platino a spese degli svizzerotti, “che tanto sono fessi e non si accorgono di niente”. Furbetti magari specializzati nella pratica del fallimento seriale (con conseguente codazzo di “puff”) e riapertura sotto una nuova ragione sociale. Poco ma sicuro che questi furbetti si sono attaccati in grande stile alla mammella dei prestiti garantiti dalla Confederazione. Un qualche filtro specifico sarebbe dunque necessario. Forse a Berna, come scrivevamo domenica scorsa, i camerieri dell’UE non si rendono conto della foffa che è arrivata in Ticino “grazie” alla libera circolazione. Noi, invece, lo sappiamo molto bene. Se ad esempio la fideiussione federale fosse stata dell’85% anche sotto i 500mila Fr, le banche avrebbero prestato maggiore attenzione, dovendosi assumere una parte (seppur nettamente minoritaria) di rischio.
Ricordiamoci che “garanzia della Confederazione” non vuol dire che pagano la kompagna Sommaruga, il binazionale KrankenCassis, o Berset. Paghiamo noi contribuenti con i nostri soldi.
Grazie, libera circolazione!
La devastante libera circolazione delle persone ci ha trasformati in una delle aree più impestate al mondo dal Covid. Se gli altri Cantoni sono messi molto meglio di noi è perché non confinano con la Lombardia in regime di frontiere spalancate. La stessa devastante libera circolazione delle persone ci ha altresì riempiti di frotte di furbetti dell’italico quartierino che adesso stanno lucrando sugli aiuti statali finanziati con i nostri soldi.
E qualcuno ha ancora il coraggio di difendere la politica delle frontiere spalancate voluta dalla partitocrazia? Ricordiamocene quando sarà finita la stramaledetta emergenza sanitaria!
Lorenzo Quadri