Chi non ha decretato una doverosa espulsione dovrà assumersene tutte le responsabilità
La risposta del Consiglio di Stato alle tre interrogazioni presentate dopo la gravissima aggressione ad opera del 24enne dominicano Edwin Hiraldo Rodriguez ai danni di un sessantenne di Gordola, lascia a dir poco basiti.
In realtà, la puzza di bruciato si sentiva da un po’. Già poco dopo la brutale aggressione, un uccellino ci aveva cinguettato che al Dipartimento delle Istituzioni imperava l’imbarazz tremend imbarazz. Questo perché, a quanto pareva, l’espulsione dell’ennesimo bravo giovane straniero e perfettamente integrato non ci sarebbe proprio stata, e a Palazzo delle Orsoline non sapevano come rigirare la torta.
I cinguettii si sono puntualmente dimostrati veritieri. Malgrado il dominicano già da minorenne fosse stato condannato ad un anno di galera per rapina e altri reati (aggressione, minacce, furto, stupefacenti, ecc) e dunque avesse dimostrato tutta la propria pericolosità – il delinquente aveva pure mandato all’ospedale la propria ragazza, allora 17enne – quest’ultimo è stato solo “ammonito”. L’espulsione non c’è stata. Peggio: dopo aver scontato la condanna, negli ultimi 4 anni il bravo giovane straniero è stato oggetto di 6, leggasi 6, procedimenti penali. Ovvero uno ogni 8 mesi! Ma nemmeno questa volta è stato espulso! Perché? Perché questi episodi, scrive il CdS, «non sono sfociati in decisioni puntuali» e perché «l’accusato non era sempre reperibile». Cose da matti!
Giustificazioni che non reggono
Alla domanda a sapere perché Edwin Hiraldo Rodriguez non sia stato espulso dalla Svizzera dopo la prima condanna la risposta governativa si fa a dir poco surreale. Il CdS spiega infatti che, per decretare un’espulsione, devono essere considerati, per legge e giurisprudenza, quattro elementi:
1) gravità del crimine o delitto;
2) entità e durata della condanna;
3) rischio di recidiva;
4) legami con la Svizzera.
Ebbene, proprio i tre elementi che il governo usa, arrampicandosi sui vetri, nel tentativo di spiegare la mancata espulsione, avrebbero invece dovuto portare all’espulsione!
Infatti:
1) il dominicano, già da minorenne, ha commesso una rapina e una lunga serie di altri reati gravi. Nel 2006 è stato condannato ad un anno di prigione per: rapina, furto d’uso, furto, lesioni semplici consumate e tentate, vie di fatto, danneggiamento, minaccia, infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni, infrazione e contravvenzione alla Legge sugli stupefacenti. E’ quindi evidente che per il “bravo giovane” straniero delinquere è una cosa naturale.
2) Il dominicano si è beccato 12 mesi di carcere: tenendo conto del nostro sistema giudiziario, e di come esso sia lassista in materia di aggressioni, sono una condanna mica da ridere.
3) Il rischio di recidiva c’era eccome. Lo dimostra in maniera inequivocabile il curricolo penale del dominicano, che non solo ha cumulato un’impressionante serie di reati, ma, dopo aver scontato un anno di prigione, ha continuato come, se non peggio di prima: un procedimento penale ogni 8 mesi, a cui si devono di sicuro aggiungere, visto il soggetto, altre aggressioni che non sono sfociate in denuncia.
4) Evidentemente di legami con la Svizzera il dominicano non ne aveva, dal momento che dal 2007 il figuro risiedeva in Svizzera senza permesso, solo in virtù del fatto che, oltre al passaporto dominicano, disponeva anche di quello italiano. Un divieto d’entrata nel nostro paese sarebbe dunque stato necessario. Questo a prescindere dal fatto che lo straniero che ringrazia per l’ospitalità ricevuta nel nostro paese delinquendo, non ha il diritto ad appellarsi a qualsivoglia legame con la Svizzera.
Appare dunque evidente come i presupposti per un’espulsione ci fossero tutti. E’ stato un errore clamoroso non decretarla. Clamoroso e, come si è visto, gravido di conseguenze.
Un cittadino straniero, socialmente pericoloso, che avrebbe dovuto essere espulso, è stato lasciato libero sul territorio, costituendo così un pericolo per l’incolumità fisica di terze persone. Un pericolo che si è puntualmente concretizzato. L’allora Sezione dei permessi e dell’immigrazione, non decretando l’espulsione, ha quindi commesso una grave mancanza di cui si dovrà ora assumere la responsabilità. Se del caso anche finanziaria.
Due chicche
Altre due affermazioni, nella risposta governativa, meritano una segnalazione:
1) Il governo ammette che, se fossero già state in vigore le norme d’applicazione all’iniziativa popolare “per l’espulsione degli stranieri che commettono reati”, Edwin Hiraldo Rodriguez sarebbe stato espulso. Quindi il CdS ammette che l’iniziativa in questione era necessaria!
2) Rispondendo alla domanda relativa al tasso di criminalità tra i dominicani residenti in Ticino, il CdS risponde di essere «cosciente che questa specifica realtà migratoria può celare in sé problemi anche di ordine pubblico». Dunque in Ticino, grazie alla solita politica migratoria scriteriata del “dentro tutti che qualche santo provvederà”, esiste un problema di dominicani dediti ad aggressioni. Ma come, non erano tutte frottole populiste della Lega razzista e xenofoba??
Lorenzo Quadri