Cassa pensioni del Cantone sempre peggio. Ma non sarà il cittadino a metterci una pezza
Ohibò, nei giorni scorsi abbiamo appreso che la situazione finanziaria della Cassa pensioni dello Stato è ancora peggioratanel 2022, anno in cui l’IPCT ha registrato “il peggior risultato dalla grande crisi finanziaria del 2008”. Il tasso di copertura è ulteriormente crollato dal 69.6% al 62.5%: un’autentica ciofeca. La colpa naturalmente viene attribuita ai mercati finanziari.
E come reagiscono i vertici della Cassa pensioni cantonale a questa situazione marrone? Naturalmente ribadendo che bisogna mungere il contribuente! “Ci attendiamo il messaggio sulle misure di compensazione”, è la dichiarazione clou. Ah, ecco!
Non solo: l’istituto pretenderebbe pure (new entry) un nuovo accordo con lo Stato per il famoso prestito obbligazionario di 700 milioni. In questo momento, secondo l’IPCT, l’emissione non sarebbe fattibile (corbezzoli!): tassi d’interesse ed inflazione sono mutati e quindi (?) “occorre suddividere meglio i rischi tra Stato e Cassa pensioni”. Tradotto, ciò significa che il contribuente dovrebbe mettere mano al portafoglio!
Frena, Ugo! Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole.
Adagiati sull’aspettativa?
A noi pare che chi ha in mano il timone dell’IPCT sia semplicemente adagiato sull’aspettativa di ricevere soldi PUBBLICI; aspettativa che però potrebbe anche NON verificarsi! E noi faremo tutto quello che potremo affinché, appunto, non si verifichi!
Perché in casa IPCT non si parla ad esempio di riduzione degli asset, ovvero di ridimensionare un istituto che si è gonfiato come una rana inglobando il parastato e tanti Comuni, che però potrebbero benissimo andare ad accasarsi presso altri istituti previdenziali?
E’ chiaro che, se si vuole risanare la Cassa pensioni dello Stato,bisogna rimpicciolirla: in caso contrario la missione diventa impossibile! Invece all’IPCT pensano di andare avanti con manie napoleoniche finanziate con i soldi del contribuente. E’ chiaro che non ci va bene!
Il Preconsuntivo 2023 di questo sfigatissimo Cantone mostra un deficit di 225 milioni di franchi. Il profondo rosso è dovuto non già alle entrate, bensì alle uscite, ovvero alla spesa pubblica che è esplosa fuori controllo. Dal recente confronto intercantonale è emerso che il Ticino spende più della media svizzera – in alcuni casi, molto di più – in tutti i settori della funzione pubblica! Ed in primis proprio nell’amministrazione generale, ambito in cui la spesa ticinese è superiore alla media nazionale di addirittura il 33%!
Accordo nato morto
Questa elefantiasi della burocrazia (e dei burocrati) si rispecchiapoi nella voragine finanziaria della Cassa pensioni, che si trova a versare un numero spropositato di rendite pompate da privilegi insostenibili ed anacronistici. Ma il Triciclo non ha mai voluto metterci un freno per PAURA di perdere i voti dello sterminato funzionariato!
Ribadiamo il concetto: è evidente, a maggior ragione con un Preconsuntivo 2023 con 225 milioni di deficit, che lo Stato, ovvero il contribuente, non deve cacciare neanche un centesimo per la compensazione del tasso di conversione, e ancora meno per il risanamento dell’IPCT! Se poi i signori della sedicente “Rete a difesa delle (proprie) pensioni (a spese dei contribuenti)” non sono contenti, possono sempre cercarsi un altro datore di lavoro.
L’accordo tra governicchio e sindacati su un contributo statale di 14 milioni all’anno “da qui all’eternità” (in trent’anni fanno quasi MEZZO MILIARDO) per compensare la riduzione del tasso di conversione IPCT, è già morto e sepolto! Quanto ad ipoteticiversamenti del Cantone per il risanamento della Cassa pensioni: non entrano nemmeno in linea di conto.
Brassicacee non dolcificate
Ci sono istituti previdenziali del settore pubblico e parapubblicoche hanno tassi di copertura superiori al 100%! E non certo per magia, ma perché hanno fatto i compiti cancellando per tempo privilegi che non erano più finanziabili! Invece nel Cantone la politichetta (in primis i vari direttori PLR del DFE) ha guardato dall’altra parte, pensando al proprio tornaconto elettorale (tra funzionari e parentado, è in ballo una caterva di voti). Politicanti asserviti alla burocrazia!
Ora il disastro è sotto gli occhi di tutti! Cosa stiano facendo i dirigenti IPCT, oltre ad attendere che piovano dal cielo (?) i soldi del contribuente, non ci è affatto chiaro!
Ebbene, ripetiamo per l’ennesima volta: non saranno i cittadini (che hanno già dovuto risanare le proprie, di casse pensioni) a dover cacciare i soldi necessari a metterci una pezza!
Sono stati buttati dalla finestra milioni a palate e scavate voragini nei conti IPCT per accontentare il funzionariato cantonale; adesso si pretende che il cittadino paghi il conto? Anche no!
Consiglio spassionato al governicchio: pensi subito, per la Cassa pensioni statale, ad un piano B SENZA soldi del contribuente. In caso contrario, saranno “brassicacee non dolcificate” (cavoli amari).
Lorenzo Quadri