Elezioni bernesi: crolla il partito di Widmer Schlumpf

La traballante cadrega della Consigliera federale non eletta ha perso direttamente una gamba. E il PPD non pensi di poterla puntellare senza pagarne le conseguenze alla prova dell’urna. Soprattutto in Ticino.

 

Il risultato elettorale del Canton Berna è sicuramente una notizia positiva a livello nazionale. Perché? Perché il Partito borghese (?) democratico (?) (PBD), partitino della ministra del 5% Widmer Schlumpf, si è preso una legnata. Una di quelle “che la metà basta”, come si suol dire. Ha infatti lasciato sul campo 11 dei suoi 25 seggi in Gran Consiglio. Gli elettori l’hanno praticamente dimezzato. Dimezzato in una sua roccaforte: quella bernese, appunto.

 

Il segnale è di quelli importanti, tanto più che tra un mese e mezzo, il 18 maggio, sarà il turno dei grigionesi di recarsi alle urne. Urne dalle quali potrebbe anche uscire una seconda legnata ai “widmer-puffini”.

Non ci vuole grande fantasia per capire come mai il PBD sia stato randellato a Berna: è un partito che non ha di per sé ragione di esistere. Non offre un’alternativa al PLR o al PPD. Non ha posizioni innovative o diverse. Ben lo si vede anche a livello nazionale. E allora non si capisce perché l’elettore dovrebbe votare PBD piuttosto che PLR o PPD dato che trovare le differenze è una specie di gioco da Settimana enigmistica.

Il PBD è dunque una costruzione artificiale creata per puntellare la cadrega in Consiglio federale della ministra del 5% (ora del 3%).

La signora, pur di rimanere in carica con il sostegno del PPD e del P$, e senza uno straccio di giustificazione democratica, ha sposato in toto la linea della $inistra, svendendo sia la piazza finanziaria, con gli annessi posti di lavoro ed introiti fiscali, sia la nostra sovranità. Oltretutto, nel farlo ha pure raccontato un sacco di panzane. Ad esempio ha spacciato la sottomissione incondizionata al Diktat yankee FATCA per la cosa più importante ed urgente della madre terra se non della via lattea. Però del FATCA, così urgente, impellente e basilare, non si sente più parlare da mesi. E gli stessi States stanno svicolando. Ohibò.

 

Evidentemente la ministra del 5% (ora del 3%), sperava, per giustificare il proprio ruolo governativo, in una crescita del suo partitino. O almeno in una sua tenuta. Già nella situazione attuale la permanenza di “EWS” (come viene chiamata a Berna) in Consiglio federale grida vendetta dal profilo democratico, oltre che da quello dell’azione politica. Se il suo partitino si dimezza, è chiaro che nemmeno tutta la malafede, e non è certo poca,  di cui kompagni ed uregiatti sono capaci, potrà giustificare la permanenza a Berna della catastrofica signora.

E’ ovvio che, in queste condizioni, al più tardi in occasione della prossima rielezione del Consiglio federale da parte del Parlamento, vale a dire a dicembre 2015, Widmer Schlumpf deve andare a casa. Purtroppo però dispone ancora di un appiglio. Ed è il PPD. Il quale si è  di recente prodotto in manovre di corteggiamento del partitino del 5% (ora 3%). Facciamo gruppo assieme, collaboriamo, e via elencando, è stato proposto. L’obiettivo del PPD è quello di inglobare i “widmer-puffini” racimolando così qualche punto percentuale. Quel punto in più con cui il PPDog spera di superare il PLR – e quindi di soffiargli la seconda cadrega in Consiglio federale. E allora ecco che Widmer Schlumpf, specie dopo la batosta bernese, sarà più che pronta a svendere (agli uregiatti) anche il partitino che le era stato cucito addosso su misura, pur di mantenere la cadrega; questa volta tinta di azzurro.

 

PPD: relazioni pericolose

Questo vuol dire che a mantenere Widmer Schlumpf in un posto che non le spetterebbe affatto e dove fa solo danni, sarebbe interamente il PPD; e questo in base ad una pura logica di spartizione di potere. Se questa è la linea d’azione, il partito dovrà assumersene in pieno le responsabilità. Traduzione: se il PPD vuole fare simili giochetti, non si illuda di non pagarne le conseguenze al momento delle elezioni. Specie in Ticino, Cantone che sconta in maniera particolarmente pesante le malefatte della Consigliera federale non eletta.  Ciò a maggior ragione se si pensa che le profferte alla ministra del 5% sono state fatte proprio da un rappresentante ticinese, ossia il Senatore Pippo Lombardi (neo-capogruppo PPDog alle Camere federali). Come avrebbe detto il Nano: “Achtung”!

Lorenzo Quadri