Stop alle trasmissioni FM: centinaia di migliaia di apparecchi saranno da buttare

A partire dal primo gennaio 2025, chi non ha una radio digitale non potrà più ascoltare le emittenti svizzere. Alla faccia del “servizio pubblico”!

La decisione, la Confederella l’ha presa già da tempo.  Naturalmente su istigazione della SSR. A partire dal dicembre del 2024, che è dietro l’angolo, non sarà più possibile ascoltare la radio FM (analogica).  L’analogico verrà spento. Resterà solo il digitale, ovvero il DAB+.  Addirittura, la cessazione delle trasmissioni in FM  era inizialmente  prevista  per l’agosto 2022 (!) per quel che riguarda la SSR e a gennaio 2023 (!) per le radio private. Il termine è stato in seguito posticipato.

Il cambiamento avviene perché – così raccontano l’emittente di regime ed i compagni di merende dell’Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) – le frequenze FM sono piene. Inoltre la trasmissione digitale sarebbe “più ecologica”. E ti pareva se la menata del (presunto) minore impatto ambientale non veniva usata come pretesto per sdoganare qualsiasi boiata… avanti con il lavaggio del cervello!

Gettare apparecchi che funzionano

Quale sarà il risultato dello spegnimento della radio analogica? Facile: chi non ha un apparecchio DAB+ non potrà più ascoltare le radio svizzere. Potrà captare solo quelle estere. Chi vorrà continuare a seguire le stazioni indigene, dovrà giocoforza comprare un nuovo apparecchio. Ciò significa che centinaia di migliaia di “vecchie” radio FM, ancora perfettamente funzionanti, diventeranno rifiuti ingombranti da smaltire. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. La ro$$a SSR si sciacqua la bocca con il minore impatto ambientale della trasmissione digitale rispetto a quella analogica. E nel contempo genera tonnellate di rüt elettronico in più! 

Per non farsi mancare niente, lo scorso 3 maggio, durante la sessione speciale del Consiglio nazionale, i $inistrati ro$$overdi (quelli che hanno colonizzato la $$R) hanno trascorso un’intera mattinata a blaterare (a spese del contribuente) sull’ “economia circolare” (uella!) e sul riutilizzo. Però la loro emittente ci costringe a gettare negli ingombranti apparecchi elettronici ancora funzionanti! Ennesimo  esempio della coerenza della gauche-caviar!

Naturalmente buttare via delle radio che funzionano benissimo non è una minchiata solo dal profilo ecologico. Lo è anche da quello economico. Non contenta di estorcere il canone più caro del mondo, la SSR pretende pure che, a partire dal 1° gennaio 2025, chi vuole ascoltare i suoi programmi radio (diritto che ha pagato a caro prezzo con il canone) si compri un apparecchio nuovo di zecca, se già non ne ha uno DAB+. 

Avanti con la riduzione del canone a 200 franchi, che sono ancora troppi!

Metà delle autoradio fuori uso

Centrale è poi la questione delle autoradio. Molti veicoli, ovviamente i modelli meno recenti, non hanno la radio digitale di serie, bensì la “vecchia” FM. Fare installare la radio DAB su un’auto vecchia costa uno sproposito. Chiaramente non lo farà nessuno. Idem per eventuali “adattamenti” di dubbia fattibilità. Tanto più che in genere a possedere veicoli datati sono i meno abbienti, quelli già mazzuolati dal caro vita e dall’esplosione dei premi di cassa malati. Chi tira la cinghia non può permettersi una spesa ulteriore di varie centinaia, se non migliaia di franchi, per correre dietro alle paturnie della SSR. Ciò significa che i guidatori di un’auto senza radio DAB non potranno più ascoltare le reti RSI. Non si tratta di due gatti. Si stima che attualmente solo la metà delle vetture in circolazione nel nostro paese abbia la radio DAB. Quindi la metà degli automobilisti resterà tagliata fuori. Il calo dell’audience sarà rilevante: sono in tanti ad ascoltare la radio al volante; magari solo al volante. 

Ma soprattutto: i guidatori non DAB-muniti saranno tagliati fuori anche dalle informazioni sulla viabilità. E poi all’emittente di regime hanno ancora il coraggio di cianciare di “servizio pubblico”? 

La lobby se ne impipa

Il passaggio al DAB+ è proprio  l’opposto del servizio pubblico. Il pubblico viene infatti penalizzato per fare un piacere alla ro$$a SSR ed alle sue reggicoda private. In sostanza, è il cittadino che deve adeguarsi ai desiderata delle emittenti; non il contrario! 

Di conseguenza, gli uccellini bernesi cinguettano che, per evitare un’ondata di malcontento popolare, la Confederella  (Dipartimento Rösti) potrebbe rimandare lo spegnimento del segnale FM più in là nel tempo. Del resto, allo stato attuale – quindi a poco più di un anno e mezzo dal “fatidico” 31 dicembre 2024 – ben pochi cittadini sono a conoscenza della buggeratura che li attende. 

Ma contro ogni ipotesi di rinvio insorge scandalizzato un folto gruppo di emittenti private. Il 2 maggio detta ammucchiata radiofonica ha inviato al Ministro della comunicazione Rösti una torrenziale lettera congiunta in cui, oltretutto con toni prepotenti, esorta (eufemismo) a non concedere alcuna proroga. E chissenefrega dei tanti svizzerotti che, da un giorno all’altro, non riceveranno più i programmi radiofonici! Questo perché trasmettere in doppio, sia in FM che in DAB+, causa un costo superiore. Capita l’antifona? Altro che “paladini della pluralità dell’informazione”; paladini delle proprie saccocce! E poi magari lorsignori avranno ancora la tolla di tentare di mungere ulteriori sussidi pubblici, magari proprio in nome della magnificata “digitalizzazione”? 

Tecnologia già vecchia

Il bello è che anche il DAB+ diventerà vecchio. Anzi, probabilmente lo è già. Nel giro di qualche anno verrà rimpiazzato dal 5G.  E allora cosa accadrà? Altra infornata di apparecchi radio da rottamare per comprarne di nuovi?

“Fare e disfare, è tutto un lavorare”. Intanto il cittadino, sempre più spremuto come un limone, paga. Mentre qualcuno si fa gli attributi di platino alle sue spalle.

Lorenzo Quadri