Ecco che dal Vallese arriva una notizia interessante e positiva: si sta preparando una raccolta di firme contro il programma Via Sicura. Ovvero quella legge (o piuttosto quell’insieme di modifiche legislative) entrata in vigore nel 2012, che ha l’obiettivo preciso di criminalizzare l’automobilista. Ed infatti un eccesso di velocità senza alcuna conseguenza, grazie a questa bella riforma, viene ora sanzionato come una rapina.
E’ evidente che ogni principio di proporzionalità è andato allegramente (o non tanto allegramente) a farsi benedire a suon di moralismo politikamente korretto. E questo significa minare il rapporto di fiducia tra cittadino e Stato che è uno dei pilastri fondanti del nostro paese.
Quando la sanzione diventa incomprensibile e prende a pesci in faccia e contraddice lo stesso principio di equità, il sistema traballa. Se ne è accorto, tra gli altri, anche il sostituto Procuratore generale Antonio Perugini.
Definizioni
Oltretutto, come è stato giustamente fatto osservare, il termine “pirata della strada” viene utilizzato a sproposito. Pirata della strada in italiano è infatti colui che investe un pedone e scappa senza soccorrerlo. Invece il vocabolo viene ora abusato quale pessima traduzione del tedesco “Raser”: che è una persona che corre in macchina a velocità spropositata.
Già in questa scelta linguistica è evidente l’intento di criminalizzazione.
Accanimento
Adesso, finalmente, anche altre voci (al di fuori della Lega e di questo giornale) si muovono contro l’accanimento ideologico nei confronti di chi usa l’automobile. Accanimento che non è solo finanziario, ma anche morale.
Con il grottesco programma Via Sicura ad aver superato… il limite sono i moralizzatori.
Il voler paragonare chi ha avuto il piede pesante, magari in un’unica occasione e – questo va sottolineato e ribadito – SENZA alcuna conseguenza, ad un delinquente, ha delle gravi ripercussioni a cascata per chi cade nelle maglie di questa aberrazione giudiziaria. In prima linea la perdita del lavoro o l’impossibilità di trovarne un altro per chi si trova il casellario giudiziale compromesso. Forse qualcuno non si rende conto che, a suon di moralismi forcaioli, si rovinano delle esistenze.
In Ticino ci troviamo con un mercato del lavoro compromesso. Questo l’hanno capito anche i paracarri. A comprometterlo sono gli acuti intelletti del “dobbiamo aprirci”. I quali, guarda caso, sono gli stessi che hanno fatto della criminalizzazione dell’automobilista una bandiera. In un mercato del lavoro già diventato proibitivo per i Ticinesi grazie a scellerate “aperture”, non si trova di meglio che introdurre senza motivo un ulteriore “handicap” per i residenti: la fedina penale compromessa per un tipo di reati che non lo giustifica in alcun modo. E’ il trionfo del masochismo.
Il risveglio?
L’iniziativa contro Via Sicura è dunque un segnale positivo di risveglio. Non è solo una questione di automobilisti. Si tratta di dare finalmente l’Alt a chi vuole uno Stato sempre più invasivo ed opprimente. A chi vuole calpestare i valori di libertà e responsabilità del cittadino, che costituiscono una peculiarità del sistema svizzero. Di quel “modello di successo svizzero” con cui ci si sciacqua la bocca perché “suona bene”, per poi però boicottarlo alla prima occasione.
Boicottarlo a vantaggio di modelli europei basati sul sospetto, in cui il cittadino è di principio un malfattore (evasore fiscale, pirata della strada, eccetera): perché bisogna (?) essere eurocompatibili!
Sicurezza?
Oltretutto, la “sicurezza” invocata come un mantra dai fautori di questa indecente criminalizzazione dell’automobilista, ovviamente per delegittimare i contrari (chi sono quegli sciagurati che osano sindacare sulla sicurezza?) è solo una foglia di fico. Un pretesto. Infatti, quelli che invocano la sicurezza per mandare in galera chi infrange i limiti di velocità, sono poi gli stessi che rifiutano per partito preso il secondo traforo autostradale al Gottardo (senza aumento di capacità) indispensabile per evitare gli scontri frontali (e tutti gli incidenti mortali verificatisi nel tunnel sono dovuti a scontri frontali). Delle due l’una. O la sicurezza è davvero prioritaria, e allora lo è anche nella galleria autostradale del Gottardo, oppure è solo un paravento.
Non solo: chi vorrebbe penalizzare l’automobilista residente poi strilla allo scandalo ed al razzismo quando si tenta di contenere il numero degli automobilisti frontalieri che arrivano in Ticino ogni giorno uno per macchina – dato confermato dall’indagine promossa da Claudio Zali.
La cancellazione dell’aberrante “Via Sicura” è, oltretutto, un monito per chi, finora indisturbato perché protetto dal politikamente korretto, ha condotto il paese giù per la china della criminalizzazione del cittadino – un fenomeno che va poi di pari passo con il buonismo ed il garantismo nei confronti dei veri delinquenti.
Quindi, iniziativa anti – Via Sicura da sottoscrivere appena possibile!
Lorenzo Quadri