Gli austriaci, che sono un po’ più furbi degli svizzerotti, hanno deciso di rendersi meno attrattivi nei confronti dei finti rifugiati. Rilevando che le domande d’asilo sono aumentate del 160% nel corso dei primi 4 mesi dell’anno, Vienna ha deciso che smetterà di esaminarle. In questo modo l’Austria intende “incitare gli altri paesi membri dell’UE a fare più sforzi per accogliere le ondate di rifugiati che arrivano in Europa”. Per il momento infatti “ci sono solo dichiarazioni d’intenti isolate che non ci fanno avanzare”.
Si retrocede
Ad dire il vero, non solo non si avanza. Addirittura si retrocede. I confini esterni dell’UE sono un colabrodo. La ripartizione di un numero peraltro limitato di asilanti tra gli Stati UE è subito saltata; primi ad opporsi i paesi dell’Europa dell’Est, foraggiati a suon di miliardi di coesione: proprio vero che la riconoscenza non è di questo mondo!
E la “ministra degli esteri” degli eurofalliti, tale Federica Mogherini (velina di Renzi) se ne va in giro a raccontare che “nessun clandestino verrà rimandato indietro contro la sua volontà”. Una dichiarazione più scriteriata e deleteria era difficile da fare. Qualcuno, però, c’è riuscito. E purtroppo alle nostre latitudini. Si tratta kompagni del $indakato UNIA. Quelli che, invece di preoccuparsi di tutelare i posti di lavoro degli svizzeri, dicono che il nostro paese si deve (!) fare carico del 10% dei clandestini del Mediterraneo. Naturalmente, questo 10% extra lo ospitano i kompagni di UNIA a casa loro, e sempre i kompagni di UNIA provvedono al mantenimento degli asilanti, e ancora loro garantiscono del corretto comportamento degli immigrati, nevvero?
Confini esterni a colabrodo
I vari stati membri UE, preso atto che di far rispettare le regole che reggono il diritto d’asilo non si preoccupa nessuno – perché infrangerle è politikamente korretto – stanno irrigidendo le loro posizioni. Vedi Inghilterra, Germania e adesso anche l’Austria, con lo stop all’esame delle domande.
La posizione elvetica, invece, continua – come direbbero i nostri vecchi – ad essere “molle come un fico”.
La kompagna Simonetta Sommaruga non perde occasione per ripetere che “dobbiamo aiutare l’Italia”. Quest’ultima, per tutto ringraziamento, fa fessi gli svizzerotti (ma anche i suoi compagni di merende UE) non applicando gli accordi di Dublino. Nei giorni scorsi si è appreso che 50mila immigrati sono “misteriosamente spariti” dai registri italici.
Il “subito sotto” della Simonetta, Mario Gattiker, segretario di stato (uella) per l’immigrazione, chiede ai comuni di accogliere ancora più asilanti. Cosa, cosa? Ma non se ne parla nemmeno! Non ci facciamo carico delle conseguenze della deleteria politica della $inistra italiana non eletta che ha trasformato l’Italia nel “ventre molle dell’immigrazione in Europa”.
La soluzione è una sola. Chiudiamo le frontiere; via gli accordi di Schengen, che per il nostro paese rappresentano una storia di fallimenti e di costi fuori di cotenna (100 milioni all’anno!) lunga un decennio. Via Schengen, ma subito! La Germania li ha sospesi per una decina di giorni, in occasione del G7, ed ha ottenuto risultati mirabolanti!
Lorenzo Quadri