Le FFS rivestono un immobile di prestigio con pietra germanica lavorata in Cina
Interrogazione leghista in arrivo: allora il travertino romano a Bellinzona era solo l’inizio!
Le FFS ne stanno ormai facendo peggio di Bertoldo. Ringraziamo in coro a cappella il direttore generale Andreas Meyer (stipendio: oltre un milione all’anno) ed i suoi cortigiani.
L’ultima perla risale ai giorni scorsi. L’ha denunciata l’Iniziativa della Alpi, quindi non esattamente un gremio di leghisti populisti e razzisti.
Le FFS hanno infatti ricevuto, dall’Iniziativa delle Alpi, il premio “Sasso del Diavolo” per la seguente performance: rivestire con pietra GERMANICA, lavorata in CINA, le facciate di un loro immobile di prestigio sito in quel di Zurigo nell’Europaallee.
Ma bene! Invece di sostenere l’economia locale, le ex regie federali preferiscono fare shopping di sassi in Germania e farli viaggiare attorno al mondo per 43mila Km (!). Sarebbe il caso di ricordare al buon Meyer chi gli versa lo stratosferico stipendio. Ossia i viaggiatori e soprattutto i contribuenti svizzeri. La Germania non finanzia le FFS. Men che meno la Cina. Guadagno in Svizzera e spendo in Svizzera: questo semplice concetto è troppo difficile da capire per il signor Meyer?
Siamo messi male…
L’interrogazione leghista al Consiglio federale sul tema è già in arrivo. Se tale è la politica delle Ferrovie federali, siamo messi bene… E non è nemmeno la prima volta. La stazione di Bellinzona improvvidamente denominata “La porta del Ticino” (il Ticino comincia a Bellinzona?) è stata infatti tappezzata con il famigerato travertino romano. Le Ferrovie se ne sono impipate alla grande della pietra ticinese, andando ad accattarsi un marmo d’oltreramina, oltretutto inadatto alla bisogna, ed in particolare alla pavimentazione. Come tutti ormai sanno, infatti, il travertino romano bagnato diventa sdrucciolevole come una saponetta. Inoltre si rovina facilmente. Ed infatti il pavimento della nuova stazione già mostra i segni del deperimento. Ai tempi, la scelta della pietra italica a scapito di quella ticinese venne giustificata dalle Ferrovie con inverecondi autoerotismi cerebrali sulla “colorazione che trasmette un messaggio di apertura ed internazionalità”. Come se non esistessero marmi ticinesi di colorazione analoga!
Il servizio scade
A questo si aggiungono i ricatti di Meyer sull’ubicazione delle Officine FFS, con conseguenti minacce di portarle via dal Ticino. Pare di sognare: un megadirigente pagato con soldi del contribuente si immagina di poter ricattare il Cantone ed il Comune di Bellinzona, che nelle “nuove” Officine sono pronti a mettere 120 milioni di franchetti (non proprio noccioline).
Il buon Meyer, invece di ricattare, farebbe assai meglio a preoccuparsi della qualità del servizio offerto dalle FFS in particolare sulla tratta del Gottardo, dove scade sempre di più. I ritardi non sono più un evento eccezionale. Sono diventati la regola. Episodio accaduto lunedì mattina a chi scrive. Il treno per Zurigo, a causa di un non meglio precisato “guasto”, nel bel mezzo del viaggio è stato fermato bruscamente e poi spento. E’ ripartito solo dopo un’abbondante mezz’ora. Dopodiché, tanto per non farsi mancare niente, giunge l’annuncio che il convoglio sarebbe arrivato solo fino a Zugo. Risultato: un cambio forzato in più ed un’ora di ritardo – assieme al collega Fabio Regazzi – alla seduta della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (!) del consiglio nazionale (a Berna); con all’ordine del giorno anche temi legati alle ferrovie. Ma guarda un po’…
Altro che le fake news diffuse dalle FFS sulla “puntualità” dei treni. Ticino terzo mondo ferroviario della Svizzera?
E non parliamo dei Tilo ed in particolare del nuovo trenino Mendrisio-Varese, perché è come sparare sulla Croce Rossa…
Lorenzo Quadri