Dopo il fallimento del Cop26, poniamoci obiettivi realistici. Non si vive di aria pulita!
Isterismo ideologico ed ignoranza del tema su cui si pontifica sono un mix che può portare solo disastri. Eppure detto mix sta ampiamente prendendo piede in Svizzera. Vedi il tentativo dei Verdi-anguria – e non era certo un’iniziativa carnascialesca fuori stagione – di consentire nel nostro Paese tra poco più di un anno (da gennaio 2023) solo l’immatricolazione di veicoli elettrici.
La casta scopre la “penuria”
Adesso la casta ha improvvisamente scoperto la “penuria di elettricità”. La tempistica è assai sospetta. Ci sono pubblicazioni che ne parlano da svariati anni. Ma solo ora la partitocrazia sembra rendersene conto.
Fatto sta che la Svizzera non è indipendente dal punto di vista energetico: da qualche anno importa elettricità dall’UE, prodotta col nucleare o col carbone.
E ovviamente, quando si sa di non disporre di sufficienti quantitativi di un bene di primaria importanza, cosa si fa? Ma si getta nel water quello che si ha! La decisione di uscire dal nucleare entro il 2034, presa per dar retta ai ro$$overdi che cavalcavano il disastro di Fukushima per farsi campagna elettorale, è pertanto stata una cappellata di proporzioni monumentali.
Esempio francese
Oltre un terzo dell’elettricità prodotta in Svizzera proviene dalle 4 centrali attualmente in esercizio (Beznau 1 e 2, Gösgen, Leibstadt). Il 60% viene dall’idroelettrico mentre solare ed eolico assieme non arrivano al 7%. E’ quindi evidente che questo 7% non potrà mai coprire il 35% che verrà a mancare con l’uscita dall’atomo. Per fortuna che la Confederella sembra ora intenzionata a prolungare di 10 anni la durata delle centrali esistenti. E’ però urgente discutere anche la realizzazione di una nuova centrale atomica. Sull’esempio della Francia, che ha dichiarato apertamente l’intenzione di costruirne di nuove. Ma anche l’innalzamento delle dighe per potenziare la produzione idroelettrica indigena deve giocoforza diventare un tema. E che i Verdi-anguria non si azzardino ad emettere un cip, dal momento che sono loro i primi a voler spegnere il nucleare.
Energia sempre più cara
Oltretutto, anche vari paesi dell’UE a cui la Svizzera si è stoltamente accodata stanno abbandonando l’atomo. Ciò significa che ci sarà sempre meno energia a disposizione. Dunque l’energia elettrica diventerà più costosa. Un processo che è peraltro già in atto. E che alla fine peserà sul borsello dei cittadini.
Visto che il prezzo dell’elettricità aumenta, cosa pensano “bene”di fare la disastrosa direttora del DATEC kompagna Simonetta Sommaruga ed i soldatini bernesi della partitocrazia, imbesuiti dal “green”? Ma naturalmente, lo abbiamo visto nelle scorse settimane, di peggiorare la situazione aumentando la tassa sull’anidride carbonica, da 96 a 120 Fr! E come hanno giustificato la stangata i burocrati del Dipartimento Simonetta? Con la seguente bestialità: tra il 1990 ed il 2020 le emissioni di CO2 in Svizzera non sono state ridotte del 33% come pianificato, bensì solo (!) del 31% (!): l’obiettivo non è stato raggiunto. Eallora avanti, mazzuoliamo la popolazione in tempo di crisi nera! In un paese normale, la gente sarebbe scesa in piazza con i forconi.
Fino a quando?
Se poi pensiamo che di recente la soldatina P$ di turno in Consiglio nazionale ha proposto di abolire le deduzioni fiscali a chi si sposta in auto, la domanda è una sola: FINO A QUANDO questi $inistrati ro$$overdi vogliono RAPINARE ed IMPOVERIRE i cittadini e l’economia per le loro paturnie ideologiche? FINO A QUANDO il comatoso “centro” intende fungere da ruota di scorta nella vana illusione di incamerarequalche voto in più alle elezioni, quando invece accadrà l’esatto contrario?
In questo quadro già desolante si inserisce la nuova fissazione: elettrificare da un giorno all’altro l’intero parco veicoli della Svizzera, quando già la corrente indigena manca. Le auto elettriche le caricheremo dunque con energia estera prodotta con il carbone, in nome della glorificata “decarbonizzazione”?
Il Flop del Cop26 dovrà obbligatoriamente riportare alla realtà anche i nostri politichetti invasati, vedi Simonetta e compagnia cantante. La magnificata “decarbonizzazione”, le emissioni zero, non si ottengono dall’oggi al domani. Comportano costi enormi. In tempo di crisi nera, non ci possiamo permettere di affrontarli. Di conseguenza, gli obiettivi climatici vanno rivisti al ribasso. Tanto gli accordi di Parigi non li rispetterà nessuno. Men che meno i principali inquinatori, vedi Russia e Cina. A proposito: la stragrande maggioranza dei pannelli solari sono prodotti in Cina in fabbriche alimentate col carbone.
Schiamazzino pure
Ragionevolezza invece di isterismo ed ideologia. I fankazzisti climatici schiamazzano? E allora? Costoro scioperano senza aver mai lavorato. Si riempiono la bocca con argomenti di cui nulla sanno (anche perché bigiano le lezioni). Non si sognano di rinunciare alle loro abitudini altamente inquinanti (uso smodato di telefonini, vestiti alla moda da cambiare ogni stagione e non certo a km zero, vacanze all’estero, fast food, scooter, eccetera). In breve: credibilità e coerenza zero. I politichetti che corrono dietro a questi scioperati nel tentativo di salvarsi la cadrega non sono al loro posto. La cadrega meritano di perderla seduta stante.
Lorenzo Quadri