Gli avvocati d’ufficio, pagati dal contribuente, si attengano al minimo indispensabile
Ben vengano le decurtazioni degli onorari ad opera del giudice Marco Villa: ma prima, “l’era tüt a posct”? Oppure nessuno si è mai posto il problema?
Il giudice Marco Villa ha decurtato per la terza volta gli onorari dei difensori d’ufficio di delinquenti stranieri. Come riferisce LaRegione, le riduzioni sono arrivate fino a quasi la metà dell’onorario richiesto. Il procedimento oggetto degli ultimi tagli è quello a carico tre giovani di etnia Rom residenti in Francia, catturati in febbraio mentre svaligiavano un appartamento a Lugano, dopo che nei giorni precedenti avevano messo a segno svariati furti con scasso nella zona.
Milioni pagati indebitamente
Il giudice Villa ha fatto benissimo a decurtare gli onorari della difesa. Al proposito tuttavia nasce spontanea una considerazione inquietante. E’ assai poco plausibile che tutti questi onorari ingiustificati spuntino solo ora. E’ evidente che si tratta di prassi corrente. Solo che fino ad adesso nessun giudice ha mai fatto cip. Malgrado ne avesse facoltà. Col risultato che il Cantone – e quindi il solito sfigato contribuente – ha pagato costi esorbitanti per la difesa d’ufficio di delinquenti stranieri! Ma come, immigrazione non era uguale a ricchezza?
La domanda è: quanti milioni sono stati indebitamente pagati in difese d’ufficio esagerate? Non lo sapremo mai, ma sicuramente si tratta di vagonate. Poi, per far fronte a queste spese allegre, il Cantone mette le mani nelle tasche della gente tramite la fiscalità diretta ed indiretta. Come mai finora i giudici non hanno mai sentito l’esigenza di maggior rigore nel controllare i conti della difesa? A cosa si deve questo “laisser faire”? Al vecchio principio del “cane non mangia cane” ossia nel caso concreto giurista non mangia giurista? E’ evidente che qualcuno dovrà fornire delle spiegazioni.
Immagine lesa?
Come da copione, l’ordine degli avvocati è insorto contro le iniziative di Villa, accusato di “ledere l’immagine della categoria”. Con una facile battuta, si potrebbe replicare che a “ledere l’immagine della categoria” gli avvocati ci riescono benissimo da soli, senza bisogno di aiuti esterni.
E’ chiaro che il problema non è di immagine ma, molto più prosaicamente, di pecunia. In questo Cantone ci sono troppi avvocati che di qualcosa devono pur campare. Il sovrannumero di azzeccagarbugli alimenta la litigiosità (che interesse ha il legale a chiudere rapidamente una causa quando potrebbe “tettarci dentro” per anni?). E fomenta anche la ricorsite Di conseguenza, pure gli enti pubblici devono assumere legali a go-go, rispettivamente ricorrere sempre più spesso alle loro prestazioni, pagandole in soldoni (pubblici) sonanti. Insomma, la macchina si autoalimenta.
La criminalità d’importazione è un altro filone d’oro per la categoria dei legali. L’onorario riconosciuto dal Cantone per le difese d’ufficio non è certo disprezzabile: 180 Fr all’ora, aumentabile fino a 250 per casi “particolarmente impegnativi” (?) come pure per la partecipazione ad interrogatori al di fuori dell’orario di lavoro. Per cui, come si dice nella vicina Penisola: “piatto ricco, mi ci ficco”!
Patrocinio a cinque stelle
Le accuse di lesa maestà lanciate dagli avvocati per le decurtazioni degli onorari nell’ambito del gratuito (“gratuito” non certo per il contribuente) patrocinio di delinquenti stranieri fanno sorridere. Perché si tratta di una semplice manovra diversiva. Nessuno infatti rimprovera ai difensori d’ufficio di rubare. Non c’è ragione di dubitare che le ore lavorative esposte nella calcolazione degli onorari siano state effettivamente svolte. Il problema è un altro; ed è su questo che il segnale deve essere chiaro. Non è accettabile che i delinquenti stranieri beneficino di un patrocinio a “cinque stelle” pagato dagli onesti contribuenti ticinesi (tra cui le vittime dei reati commessi da questi delinquenti). Quegli stessi contribuenti che poi magari si trovano nella condizione di dover rinunciare a far valere i propri diritti perché non hanno i soldi per pagarsi l’avvocato. Però lo devono pagare ai criminali d’importazione.
No al paese del Bengodi
Questo significa che gli avvocati d’ufficio devono capire, al di là di ogni dubbio, una cosa: per i delinquenti stranieri a beneficio dell’assistenza giudiziaria si fa solo quanto strettamente necessario. E non una virgola in più. Per rispetto di chi si trova a pagare il conto. E non veniteci a raccontare che l’avvocato d’ufficio non ha sufficiente margine di manovra per decidere fino a dove può arrivare.
Già i malviventi d’importazione spesso e volentieri vengono condannati a pene ridicole (mica sono automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura). Se vanno in prigione, si trovano in carceri che sembrano alberghi, con tanto di menù per musulmani e palestra. E cosa pretendono ancora, pure le difese di lusso a spese del contribuente?
Di fare il paese del Bengodi per delinquenti stranieri ne abbiamo piene le scuffie. Anche l’ordine degli avvocati farà bene a prenderne nota. E a fare la propria parte. Senza troppe polemiche, che non portano da nessuna parte.
Lorenzo Quadri