I tre razziatori albanesi che hanno messo a segno 30 colpi nelle tre valli, ne hanno tentati altri 5, e hanno totalizzato un bottino di 180mila Fr, tornano a piede libero, dopo essere stati arrestati in dicembre. Infatti le pene irrogate sono tutte sospese condizionalmente.
Gli scassinatori partivano da Milano e si recavano in Svizzera, paese del Bengodi per i criminali stranieri, a commettere le proprie malefatte.
Non sono certo i primi casi, né gli ultimi, di frontalieri della delinquenza: malfattori che vengono in Svizzera appositamente per rubare, approfittando delle frontiere spalancate dalla libera circolazione delle persone e dai devastanti accordi di Schengen/Dublino.
E approfittando anche del fatto che le nostre case non sono assolutamente dotate di sufficienti misure di sicurezza. Infatti, eravamo abituati ad abitare in un paese in cui si poteva anche stare di notte con la porta aperta. Poi qualcuno ha voluto le frontiere spalancate, perché “bisogna aprirsi”, e ha pure voluto la libera circolazione delle persone con i nuovi Stati membri UE, sempre  perché “bisogna aprirsi”.
E questo è il risultato. I furti nella abitazioni sono aumentati in maniera preoccupante e in Ticino sono decisamente superiori alla media: 490 eventi ogni 10mila abitanti, contro una media nazionale di 430.
Nel nostro Cantone i reati contro il patrimonio erano 13’155 nel 2010, 14’460 nel 2011 e 15’752 nel 2012. Praticamente ogni anno mille in più.
E pretendere di venirci a raccontare che non è vero niente, che è solo un’impressione fomentata dalla Lega populista e razzista, che si tratta di “episodi isolati” vuol dire prenderci per i fondelli, e non siamo disposti, ovviamente, ad accettarlo. Come non siamo più assolutamente disposti a tollerare che, mentre nel nostro Cantone la situazione degrada giorno dopo giorno, funzionari federali con i piedi al caldo e il posto di lavoro garantito a vita vengano a raccontarci le solite panzane che con la libera circolazione delle persone va tutto a gonfie vele.

Il “salto di qualità”
Nel sottobosco criminale insediato al di là dal confine, in cui confluisce, grazie alla libera circolazione delle persone allargata, anche la criminalità dell’est europeo, la voce si sparge rapidamente: andate in Svizzera a rubare, che i sistemi di sicurezza sulle case non ci sono e anche se venite beccati venite rimessi in libertàa brevissimo termine e comunque, nella peggiore delle ipotesi, le prigioni svizzere sono come degli alberghi.
Se razziatori seriali continuano a venire rimessi in libertà (pene sospese condizionalmente) vuol dire che abbiamo un problema a livello di codice penale. Finché le pene previste per questi reati saranno da barzelletta, continueremo ad essere – grazie alle frontiere spalancate – facile riserva di caccia per delinquenti stranieri. Che non sono solo le ragazzine nomadi ma, come ben si è visto nel caso di Vezia della scorsa settimana, anche rapinatori senza scrupoli. E’ evidente, come scrivevamo già nelle scorse settimane, che la delinquenza d’importazione ha fatto il “salto di qualità”. In peggio, ovviamente.
A ciò si aggiunge che, con l’invecchiamento della popolazione, aumentano le persone vulnerabili, gli anziani appunto.

Autodifesa del cittadino
In queste condizioni non possiamo più permetterci le attuali leggi buoniste e garantiste, altrimenti diventeremo sempre più una calamita per delinquenti stranieri, attirandoli come il miele attira le api. Dobbiamo trasformare le nostre case in fortini, naturalmente a spese nostre, perché qualcuno ha voluto spalancare le frontiere blaterando che bisogna essere eurocompatibili e guai a distinguersi (mica vorremmo passare per xenofobi)?
Dobbiamo tollerare che chi viola le nostre abitazioni depredandoci dei nostri averi e soprattutto della nostra tranquillità se la cavi con pene sospese condizionalmente, e di conseguenza se la rida alle spalle degli svizzerotti fessi e buonisti, e questo perché gli stessi $ignori che hanno spalancato le frontiere predicano pure il garantismo nei confronti dei delinquenti? Questi sono i soggetti che si inventano il finto problema del razzismo invece di pensare a tutelare gli onesti cittadini dalla criminalità d’importazione, la quale, trovando terreno fertile, si fa sempre più aggressiva e violenta.
La conclusione non può che essere quella cui già si giungeva la scorsa settimana. Le nostre case devono diventare off limits per la delinquenza. E il cittadino aggredito deve essere in grado di far valere il suo legittimo diritto all’autodifesa. Ciò che oltretutto è indispensabile per creare un effetto deterrente per quei delinquenti in arrivo da paesi esteri vicini e lontani per quali oggi siamo, letteralmente, il paese del Bengodi.
A proposito, un detenuto nelle nostre carceri costa oltre 300 Fr al giorno. Come un hotel a 5 stelle. E alla Stampa fino all’80% degli “ospiti” non ha il passaporto rosso. Oltre al danno, la beffa (e il conto da pagare).
Lorenzo Quadri