L’espediente della partitocrazia per fare fessi i cittadini su questioni importanti

Il demenziale Patto ONU sulla migrazione, quello che vorrebbe trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano, è ancora nel limbo. La Svizzera non l’ha sottoscritto, malgrado il ministro degli esteri (ex) doppiopassaporto del PLR Ignazio Cassis bramasse di farlo. Tuttavia il patto è sempre lì, in attesa. E con esso altri accordi, impegni, pastette internazionali detti “soft law: ovvero impegni che giuridicamente non sarebbero vincolanti, ma sul piano politico sì.

La truffa

Le “leggi morbide (soft law) sono una truffa. Sono una truffa in quanto destinate a diventare leggi dure. Infatti magari non subito, ma in un secondo tempo sì – il rispetto degli impegni non vincolanti diventa “misteriosamente” oggetto di controlli. Se esso non è dato, scattano delle contromisure (sanzioni) di varia natura. La mancata applicazione del diritto non vincolante può inoltre venire considerata una violazione del principio della buona fede. In svariati casi, poi, la soft law evolve in diritto internazionale consuetudinario e diventa vincolante in questo modo.

Soprattutto: non si è mai visto che la Confederella sottoscriva un impegno“soft” o “hard” che sia – per poi non attenervisi pedissequamente, con le consuete modalità da prima della classe.

La differenza

In conclusione, dal punto di vista pratico, le soft law sono una presa per il lato B. Perché prima o poi, più prima che poi, diventano altrettanto vincolanti delle leggi “hard”.

Dove sta allora la differenza? Sta in chi decide. Un patto cosiddetto non vincolante viene sottoscritto dal solo governo. Senza coinvolgere il parlamento. E, di conseguenza, non esiste la possibilità di lanciare un referendum.

Servirsi delle soft low diventa dunque un comodo espediente per tagliare fuori i processi democratici ed i diritti popolari! Ed è infatti per questo motivo che le soft law sono assai gettonate. Per il governicchio federale è assai pratico impegolare la Svizzera in obblighi internazionali senza passare dal Legislativo (che, in un seppur raro sussulto d’orgoglio, potrebbe anche avere da ridire);ma soprattutto senza rischiare dei referendum con susseguente asfaltatura ad opera del popolazzo!

Proposta respinta

Per impedire tale giochetto, anche gli accordi cosiddetti non vincolanti dovrebbero passare dal parlamento. E dovrebbero essere referendabili. Ne va della infatti della sovranità della Svizzera. Un termine, questo, ultimamente tornato di moda, ma purtroppo a senso unico: la partitocrazia e la stampa di regime si riempiono la bocca con la sovranità dell’Ucraina, però passano il tempo a rottamare quella elvetica.

Il gruppo parlamentare dell’Udc, di cui fa parte la Lega, aveva presentato un’iniziativa parlamentare con cui si chiedeva proprio quanto sopra: ossia la necessità dell’approvazione parlamentare (con conseguente referendabilità) anche per il diritto non vincolante. Ed indovinate cosa ha pensato bene di fare la partitocrazia in Consiglio nazionale durante l’ultima sessione? Ma ovviamente, di respingere la proposta! Si prende atto che i soldatini triciclati vogliono mettersi fuori gioco da soli. Gli vabene venire scavalcati dal governicchio federale; ma soprattutto,gli va bene che i diritti popolari continuino ad essere boicottati!

Le prospettive non sono rosee. E’ infatti appurato che CF si adeguerà e calerà le braghe davanti ad ogni pretesa in arrivo dall’estero, firmando qualsiasi cosa. Basta vedere come ha rottamato la storica neutralità accodandosi servilmente alle sanzioni UE contro la Russia.

Riesumano l’accordo quadro

Per contro, sempre il Consiglio nazionale nella sessione primaverile ha invece approvato una mozione della suaCommissione di politica estera – commissione inutile se mai ve ne furono – la quale vuole creare una “legge federale per il proseguimento e la facilitazione (?) delle relazioni tra la Confederazione e l’Unione europea. Nell’atto parlamentare si fa esplicito riferimento al “chiarimento delle questioni istituzionali”come pure all’armonizzazione del diritto. Il vero obiettivo è facile da intuire: si tratta, evidentemente, della riesumazione dello sconcio accordo quadro istituzionale. E la partitocrazia approva!

Non per nulla dopo il voto favorevole alla mozione i fautori dell’adesione all’UE hanno esultato scompostamente.

Pure lo SEE…

Se pensiamo che sempre nella medesima sessione, pochi giorni prima dei due voti di cui sopra, la maggioranza del Consiglio nazionale è riuscita ad approvare un postulato dei Verdi-liberali (che sono uguali ai Verdi che sono uguali ai ro$$i) che chiedeva di riconsiderare l’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo, notoriamente bocciata dal popolo del 1992, l’andazzo è chiaro. Avanti con la svendita del Paese! Sempre  contro la volontà dei cittadini, che va aggirata senza ritegno!

Lorenzo Quadri