Frontalieri che odiano il nostro paese: superato ogni limite di tolleranza
«Svizzeri bastardi », « Svizzera di merda », « paese di merda », «svizzeri delinquenti » , « schifosi », « non vedo l’ora di andarmene »eccetera. Nei giorni scorsi è scoppiata l’ennesima “epidemia” di insulti alla Svizzera ed agli svizzeri da parte di frontalieri che sbroccano sui social. Il guaio è che, con tutta probabilità, non si tratta né di un’epidemia né di un picco, bensì di una costante.
La realtà è che ci sono troppi frontalieri – impossibile dire quanti, ma di certo tanti – che, malgrado abbiano la pagnotta sul tavolo solo grazie alla Svizzera (ed agli svizzerotti fessi che spalancano le frontiere, alla faccia del “prima i nostri”) odiano noi ed il nostro paese. E sui social, dimostrando assai poca intelligenza, danno libero sfogo al proprio livore. Ebbene, a questa gente diciamo: föö di ball! Se il Ticino vi fa così schifo, statevene al di là della ramina!
La lezione non è servita
Nelle scorse settimane, due frontalieri sono stati licenziati dai rispettivi datori di lavoro per insulti alla Svizzera ed agli svizzeri. Eppure, si vede che il precedente non è bastato. E se qualche spalancatore di frontiere del triciclo PLR-PPD-P$$ si immagina che siamo disposti a farci invadere e poi a farci pure insultare, “forse” ha sbagliato i conti. Ma li ha sbagliati alla grande.
L’ideale ovviamente sarebbe far saltare il permesso G (o B) a chi sputa nel piatto (elvetico) dove mangia. Giusto quindi che la politica si muova in tal senso, con richieste ed atti parlamentari. Tuttavia, non serve il mago Otelma per prevedere che alla fine non se ne farà nulla. I soliti legulei strilleranno che “sa po’ mia”, perché se anche le sbroccate dovessero sfociare in una condanna definitiva, non sarebbe comunque un motivo sufficiente per revocare il permesso (del resto già adesso $inistrati e radikalchic si agitano e presentano interrogazioni perché dal Ticino si espellerebbero troppi stranieri delinquenti e/o a carico dello Stato sociale); poi c’è la proporzionalità, la devastante libera circolazione delle persone, e blablabla…
Dovere civico
E allora diciamo che i datori di lavoro si devono assumere le proprie responsabilità. Deve essere un dovere civico dei datori di lavoro lasciare a casa gli insultatori della Svizzera. E poi fare il piacere di sostituirli con residenti.
E’ una questione elementare di rispetto del territorio su cui queste aziende operano e delle persone (svizzere) che ci vivono.
Come hanno detto quei datori di lavoro che già hanno provveduto in tal senso: i dipendenti immigrati odiatori della Svizzera causano un danno d’immagine a chi li impiega. Un danno non da poco.
Infatti, se il datore di lavoro non “congeda” un frontaliere che abitualmente sbrocca sui social con esternazioni quali “svizzeri di merda”, “svizzeri bastardi”, “svizzeri delinquenti”, “paese di merda” e via andando, se ne deduce che simili posizioni gli stanno bene. Voi comprereste qualcosa o affidereste un incarico a chi vi tratta da “bastardo” e da “svizzero di merda”? La devastante libera circolazione voluta dalla partitocrazia ci ha lasciati in braghe di tela, ma non ci ha ancora tolto la facoltà di boicottaggio.
Razzismo contro gli svizzeri
E a chi blatera di “provvedimenti eccessivi” e di “caccia alla streghe”, ricordiamo che tutti i giorni lavoratori ticinesi vengono lasciati a casa, magari sostituiti da frontalieri. Senza che abbiano alcuna colpa: né professionale né extraprofessionale.
Come già detto: è giusto che chi odia la Svizzera se ne stia al di là della ramina.
A proposito: come mai i moralisti a senso unico e $inistrati assortiti, quelli sempre pronti a starnazzare al “razzismo” ad ogni piè sospinto, non hanno mai nulla da dire al proposito del razzismo contro gli svizzeri?
Lorenzo Quadri