Rudolf Strahm, già Consigliere nazionale P$ e già Mr Prezzi, ha spezzato una lancia a favore dell’iniziativa popolare “Contro l’immigrazione di massa”, sui cui si voterà in febbraio.
La libera circolazione tra paesi in cui le differenze salariali ed occupazionali sono così marcate (come è il caso della Svizzera e l’Italia, ndr) non può che trasformarsi in una macelleria sociale, ha detto l’ex politico, che ha pure aggiunto che il Consiglio federale necessita di una sonora batosta, in caso contrario continuerà a chiudere gli occhi sui disastri provocati dalla devastante politica delle frontiere spalancate.
E’ infatti ovvio che il Consiglio federale non intende prendere nessuna misura per limitare i danni provocati dalla libera circolazione delle persone.
L’obiettivo di figuri come il PLR Burkhalter, scappato al Dipartimento degli Esteri dopo che agli Interni aveva fatto solo danni, o come la ministra del 5% Widmer Schlumpf che ha fatto della svendita della Svizzera un dogma, è quello di non avere grane con la fallita Unione europea. Non avere grane significa non dare fastidio. Non dare fastidio significa affamare i cittadini svizzeri per far contenti gli eurobalivi di Bruxelles. Ma di un governo del genere non sappiamo cosa farcene. Un governo che invece di affrontare i problemi tenta di negarli nascondendosi dietro alle statistiche taroccate della SECO, può fare solo una cosa: lasciare spazio ad altri.
La posizione di Rudolf Strahm, evidentemente uomo di $inistra, dimostra che dire NO alla devastante libera circolazione delle persone non significa essere dei beceri destrorsi populisti e razzisti, bensì significa disporre ancora di un minimo di buonsenso. Quel buonsenso che i kompagni hanno completamente sacrificato all’ideologia delle frontiere spalancate le quali – e questo è proprio il colmo – fanno l’interesse dei grandi capitalisti, ossia degli odiati padroni del vapore con cui la $inistra va a braccetto nella difesa degli Accordi bilaterali.
Una nota di particolare demerito deve andare anche al Consiglio di Stato ticinese che a maggioranza sostiene, con i voti di Sadis, Beltraminelli e Bertoli, l’estensione della libera circolazione delle persone anche alla Croazia. Intanto, per lavarsi la coscienza e perché l’iniziativa del compianto Michele Barra costringeva ad agire, il governo se ne è uscito con il suo piano anti padroncini all’acqua di rose: ossia 62 misure-foglia di fico in cui ci si limita in buona sostanza a gettare la palla nel campo di Berna rifiutando, in nome della calata di braghe, le uniche misure efficaci che sono quelle prese unilateralmente in Ticino. Prese senza attendere l’ok di Berna che approverà al massimo i provvedimenti inefficaci. Il Consiglio federale non darà mai il proprio nullaosta ad iniziative che rischino di infastidire i padroni di Bruxelles.
Come se non bastasse, le 62 misure – foglia di fico non sono state nemmeno concordate con la Deputazione ticinese alle Camere federali; e questo malgrado le misure dipendano, a mente dell’esecutivo ticinese, dal grazioso nullaosta bernese… Dimostrazione che non si vogliono risolvere i problemi, ma solo dare l’impressione che si sta facendo qualcosa.
Lorenzo Quadri