La libera circolazione delle persone ha effetti devastanti nelle regioni di frontiera e il Ticino è messo peggio di tutti gli altri.

Del resto, se perfino nell’europeista Canton Ginevra, il Mouvement Citoyen Genevois ha trionfato alle elezioni cantonali, un qualche motivo ci deve pur essere. A meno che qualcuno voglia credere, come fanno i politikamente korretti, che a Ginevra da belli, internazionalisti ed aperti siano improvvisamente diventati brutti, populisti e xenofobi.

Della catastrofe che sta provocando in Ticino la libera circolazione delle persone se ne stanno accorgendo tutti.

Non sono di certo molti i popoli fessi al punto da gettare in miseria i propri concittadini per dare lavoro ai disoccupati di un altro paese, e per di più senza ottenere uno straccio di beneficio.
Della situazione si stanno, incredibilmente, rendendo conto anche i kompagni, che adesso minacciano di non sostenere l’estensione della libera circolazione alla Croazia. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente del partito $ocialista svizzero Christian Levrat (ennesimo esempio di sindacalista rosso con i piedi bene al caldo).

Ma come: quelli che si opponevano alla libera circolazione delle persone non erano tutti  beceri populisti e razzisti?

Naturalmente si tratta di un bluff poiché i sindacati, che detengono lo strapotere in casa $ocialista, non metteranno mai in pericolo la libera circolazione delle persone. Prima di tutto, se sul mercato del lavoro andasse tutto bene, non ci sarebbe bisogno di sindacalisti, e quindi i primi a trovarsi disoccupati sarebbero proprio loro. Poi, i sindacati con le quote d’iscrizione dei frontalieri ci fanno dei bei soldoni, grazie ai quali possono versare ai propri dirigenti stipendi non esattamente proletari.

Più frontalieri uguale più quote d’iscrizione uguale più soldi per i sindacati. Ma più frontalieri uguale anche a licenziamenti di ticinesi e dumping salariale: quindi richieste di intervento per i sindacati.

Ben si capisce dunque l’ira funesta della $inistra davanti ad ogni proposta di contingentamento atta a limitare l’invasione di frontalieri: tali proposte costituiscono infatti, nell’ottica della $inistra, un attentato alle fonti di reddito dei sindacati ed in particolare dei loro dirigenti che si pavoneggiano nei più alti gremi politici nazionali.

Sicché la $inistra deve limitarsi a minacciare, a titolo dimostrativo, il njet all’estensione della libera circolazione con la Croazia, nuovo Stato membro UE, ed a chiedere nuove misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone.

Misure di accompagnamento che, sia chiaro, sono benvenute: costituiscono però, e lo si è ben visto in questi anni di libera circolazione scriteriata, il classico cerotto sulla gamba di legno.

A questo punto diventa interessante la reazione del PLR nazionale all’ipotesi di  nuove misure accompagnatorie. La risposta è un njet su tutta la linea. La libera circolazione delle persone, secondo l’ex partitone, non va sottoposta ad alcuna limitazione. I cittadini ticinesi che ancora si ostinano a votare per il PLR ne prendano atto. Il loro partito vuole la libera circolazione senza alcun limite, ed estesa anche alla Croazia. Quindi, se loro stessi o i loro figli non trovano lavoro, sanno con chi prendersela.
Lorenzo Quadri