Triciclo, basta firmare accordi che permettono ad altri di comandare in casa nostra!

 Il governicchio federale vuole trasformare la Svizzera in una succursale del BidONU

Ci sono comunicati stampa della Confederazione che, curiosamente, vengono snobbati dai media. O sono ignorati, o riportati in spazi formato francobollo. In genere, questo non accade per caso. Succede perché ci sono notizie che è più conveniente imboscare. Esempio concreto: il comunicato stampa con cui la Confederella annunciava l’introduzione dei cappellani militari islamici – di fatto gli imam dell’esercito – non è stato ripreso praticamente da nessun organo di informazione. Il tema è tuttavia di grande importanza. Si tratta infatti di una nuova, pericolosa calata di braghe davanti alle rivendicazioni dei fratelli musulmani (islam politico). I politicanti triciclati, imbesuiti dal multikulti, non solo rifiutano di combattere la radicalizzazione islamica starnazzando che “non si può (sa po’ mia!) discriminare”: addirittura le spalancano le porte dell’esercito.

Perché un nuovo accordo?

Altro esempio è il nuovo accordo sulla cooperazione allo sviluppo sottoscritto ad inizio aprile dal governicchio federale con l’Organizzazione internazionale del lavoro OIL. (L’unico merito fin qui noto dell’OIL è quello di pubblicare delle statistiche sulla disoccupazione meno farlocche di quelle della SECO).

Tema del trattato è la lotta al lavoro minorile ed al lavoro forzato. Qualcosa salta subito all’occhio. Un accordo tra Svizzera ed OIL sullo stesso tema già c’è. E’ stato sottoscritto nel 2016, non nel 1916. Perché dunque ne serve uno nuovo a pochi anni di distanza? Risposta: perché “bisogna (?) tenere conto dell’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile”. Frena Ugo! La Svizzera continua imperterrita a sottoscrivere accordi i cui contenuti non sono stabiliti dal legislatore elvetico, bensì da organizzazioni sovranazionali del piffero come il BidONU, da cui il nostro paese dovrebbe USCIRE.

Il risultato è che a comandare in Svizzera non sono più i cittadini elvetici ed i loro rappresentanti democraticamente eletti. Sono i burocrati stranieri di qualche organizzazione internazionale. Nel caso concreto, del BidONU. Costoro dettano le leggi in casa nostra.

Colonizzati dal BidONU?

L’agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile è un logorroico documento grondante politikamente korretto, composto da 17 obiettivi e da una caterva di sotto-obiettivi. Questo papiro è assurto a Bibbia della casta internazionalista. Ha pure un proprio gadget. La spilla multicolore inalberata non solo da politicanti, ma addirittura da burocrati (!), non è del gay pride, come in tanti hanno creduto, bensì dell’agenda 2030.

Grazie al governicchio federale ed alla partitocrazia, le leggi svizzere vengono farcite di Diktat dell’ONU. E questo è nell’interesse di chi? Non certo della Svizzera!

Il mantra

Il mantra “à la page” continuamente recitato è quello della “sostenibilità”: un concetto quanto mai vacuo, ma foriero di più burocrazia, oltre che di sempre nuove tasse e balzelli.

Addirittura, la Confederella straparla di “Collaborazione tra Cantoni, Comuni e attori non statali”. Cosa, cosa? Adesso le ONG immigrazioniste, tutte schierate a $inistra, quelle che fanno entrare illegalmente i clandestini, sarebbero degli interlocutori del Consiglio federale, a pari grado dei Cantoni o dei Comuni? Qui si sta rottamando il federalismo!

La svendita continua!

Ricordiamo tra l’altro che il governicchio federale ad inizio febbraio ha adottato il messaggio per l’adesione della Svizzera al demenziale Patto ONU sulla migrazione. Questo Patto-ciofeca mira a trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano, a cui lo Stato di destinazione degli asilanti ben difficilmente si potrà opporre, e prevede inoltre  l’introduzione della figura dei rifugiati climatici (ossia quelli che scappano (?) dalle conseguenze (?) del riscaldamento terrestre).

A suon di patti e di trattati, i politicanti della casta sabotano la sovranità nazionale, il federalismo e la democrazia diretta.

La svendita della Svizzera prosegue, di accordo in accordo! Grazie, triciclo!

Lorenzo Quadri