Il Consiglio federale insiste: di finalmente sospendere Schengen non se ne parla proprio

Niente di nuovo sotto il sole (e neppure sotto la neve): i camerieri dell’UE in Consiglio federale non ne vogliono assolutamente sapere, ma neanche per sbaglio, di sospendere l’applicazione del fallimentare accordo di Schengen e quindi di reintrodurre i controlli sistematici ai nostri confini. Stiamo parlando del ripristino della situazione ante-2005, anno in cui i cittadini elvetici (NON i ticinesi) approvarono, e pure di misura, l’adesione allo spazio Schengen. Non certo di un ritorno al Medioevo, come qualche soldatino della casta spalancatrice di frontiere tenta di far credere!

Nel Belpaese

La presa di posizione governativa arriva in risposta ad una mozione di chi scrive. La mozione a sua volta prendeva spunto dalla riapertura dei porti ai passatori delle ONG ad opera del nuovo governo non eletto del Belpaese (uno dei più a $inistra della storia della Repubblica), che nel giro di poco tempo ha portato alla moltiplicazione degli sbarchi.

Ma sei Paesi possono

Intanto, mentre il governicchio federale a proposito della sospensione di Schengen reitera la consueta lagna del “sa po’ mia”, sei Stati nelle scorse settimane hanno notificato ai balivi di Bruxelles il prolungamento dei controlli temporanei (?) alle frontiere; in barba a Schengen. Si tratta di Francia (!), Germania (!), Austria, Danimarca, Svezia e Norvegia. Farebbe ridere, se non ci fosse da piangere, la posizione di Francia e Germania: hanno starnazzato e preteso che l’Italia riaprisse i porti; poi però chiudono i propri confini.

Adesso qualche burocrate federale spieghi perché fior di Stati membri dell’UE possono sospendere Schengen mentre noi, che nemmeno siamo membri della DisUnione europea – questo per merito del popolo, ovviamente; perché, fosse stato per la partitocrazia… – non possiamo mai fare niente!

Due aggravanti

E’ palese che la riapertura dei porti italiani comporta per il Ticino il rischio di caos asilo. E a questo proposito ci sono due aggravanti recenti.

  • Una sentenza della Corte europea di giustizia, ovvero dei GIUDICI STRANIERI che detteranno legge anche in casa nostra nella sciagurata ipotesi in cui dovesse entrare in vigore lo sconcio accordo quadro istituzionale bramato dalla partitocrazia. I legulei lussemburghesi, statuendo su una vicenda accaduta in Belgio, hanno decretato che un paese non può (“sa pò mia!”) espellere un asilante, anche se si è reso colpevole di “comportamenti gravemente violenti”. In altre parole: dobbiamo tenerci tutta la foffa! E dobbiamo tenercela mettendo a repentaglio la nostra sicurezza! E’ quindi nel nostro evidente interesse fare in modo che di foffa ne entri il meno possibile. Altro che frontiere spalancate!
  • La sentenza della CARP, Camera di appello e di revisione penale con presidenta P$, che ha pressoché azzerato la condanna a carico dell’ex deputata-passatrice del P$ Lisa Bosia Mirra, inventandosi attenuanti farlocche e al limite del ridicolo (ad esempio, che l’imputata sarebbe stata bersaglio di campagne d’odio sui social). Dove si vuole andare a parare, l’ha capito anche il Gigi (che non è l’imam) di Viganello: si vuole giungere alla depenalizzazione dell’immigrazione clandestina e di chi la favorisce. Alla faccia della legge svizzera!

La rottamazione di Dublino

Il bello è che, nella sua infervorata difesa d’ufficio del fallimentare accordo di Schengen – i cui costi reali, sia detto per inciso, sono di 70 volte superiori a quelli indicati dalla partitocrazia prima della votazione popolare sul tema –  il Consiglio federale sottolinea l’importanza dell’accordo “speculare” di Dublino. Ovvero il trattato in base al quale lo Stato presso cui un asilante ha depositato la prima domanda d’asilo si deve fare carico del prosieguo; di conseguenza, la Svizzera può rinviare all’Italia un buon numero dei finti rifugiati che varcano il nostro confine in provenienza dal Belpaese. Il CF sottolinea dunque l’importanza di questo accordo. Bene, lo prendiamo in parola. Perché si dà il caso che Dublino sia ora messo in discussione dalla stessa UE, ed in particolare dalla Germania. I balivi di Bruxelles pretenderebbero infatti di farci tenere le frontiere spalancate tramite Schengen, e senza più nemmeno la possibilità di rinviare finti rifugiati con Dublino. E allora, dopo l’ultima presa di posizione del Consiglio federale, ci aspettiamo che esso rifiuti categoricamente di rinunciare alla possibilità dei rimpatri-Dublino, visto che sono così importanti. Invece, chissà perché, c’è come il vago sospetto che, quando arriverà il Diktat da Bruxelles, i camerieri bernesi… caleranno le braghe?

“Frexit”?

E già che siamo in tema di immigrazione. La Francia (!)  intende limitare la devastante libera circolazione delle persone. Anche tramite contingenti.
Invece in Svizzera la partitocrazia PLR-PPD-P$$ (verdi-anguria ovviamente compresi) azzera la preferenza indigena votata dal popolo e fa invadere il Ticino da 70mila frontalieri!

Lorenzo Quadri