Iniziativa contro i giudici stranieri: ci facciamo bagnare il naso anche dalla Germania

 

I camerieri bernesi dell’UE bramano di concludere entro fine anno (!) lo sconcio accordo quadro istituzionale con l’Unione europea. Il che significa: leggi e giudici di Bruxelles che comandano in casa nostra.

Sul fronte opposto a simili scellerati progetti c’è però l’iniziativa per l’autodeterminazione, detta anche “iniziativa contro i giudici stranieri”. Cosa prevede questa iniziativa? Sostanzialmente tre cose:

  1. sancisce il primato del diritto costituzionale svizzero rispetto al diritto internazionale (regola del primato);
  2. stabilisce che le autorità incaricate dell’applicazione del diritto non applichino più i trattati internazionali che sono contrari alla Costituzione o lo sono diventati;
  3. impone di adeguare alla Costituzione i trattati internazionali che la contraddicono; qualora ciò non fosse possibile, questi accordi vanno denunciati.

Quello che valeva in passato…

La priorità del diritto costituzionale svizzero su accordi internazionali del piffero (“Prima le nostre leggi”) era un dato di fatto scontato fino a qualche anno fa. Giustamente. Anche perché questi accordi internazionali sono, spesso e volentieri (per non dire praticamente sempre) il risultato delle calate di braghe dei camerieri bernesi dell’UE. Non dimentichiamoci che la diplomazia svizzera – quella che tratta “al fronte” con i balivi di Bruxelles – è infarcita di kompagni eurolecchini. E il neo ministro degli esteri italo-svizzero Ignazio KrankenCassis ha nominato l’ennesimo euroturbo, Roberto Balzaretti, quale responsabile delle negoziazioni con l’UE (altro che “tasto reset”).

La chiesa al centro del villaggio

Come detto, in passato il rapporto tra diritto costituzionale elvetico e diritto straniero era chiaro. Ma poi qualche giudice politicizzato che utilizza il proprio margine di manovra per fare politica pro-sottomissione all’UE, ha pensato bene di decidere il contrario. Ossia di mettere fuori gioco (rottamare) la volontà popolare sgradita per inchinarsi ai diktat internazionali dell’establishment. E’ quindi necessario ed urgente rimettere la chiesa al centro del villaggio. Di conseguenza, è anche ora di piantarla di dipingere i legulei dei tribunali come eroi senza macchia che devono essere protetti dalle ingerenze della politica cattiva. Perché è una presa per i fondelli. I giudici sono nominati dai politicanti in base alla tessera del partito ed in base alle convinzioni politiche. Questo vale in particolare per i giudici del Tribunale federale. La partitocrazia spalancatrice di frontiere elegge i giudici con il mandato di sentenziare come vorrebbe lei: cioè facendo valere le posizioni dell’establishment e affossando le decisioni “sbagliate” del popolazzo becero. Altro che difendere i giudici dalla politica. Bisogna invece difendere la democrazia dai giudici politicizzati al servizio della casta a cui devono la cadrega (ed eterna gratitudine).

Lezioni tedesche

Nel settembre del 2015 il Tribunale costituzionale tedesco ha stabilito, senza tante balle, che il diritto costituzionale nazionale prevale sugli accordi internazionali. Certo che noi svizzerotti siamo proprio immersi nella palta: abbiamo un sistema di diritti popolari che tutti ci invidiano, ma poi arrivano i legulei di turno a sabotarlo su indicazione della casta. Al punto che siamo ridotti  a prendere lezioni di difesa della democrazia dalla Germania; ovvero da un paese UE. E’ evidente che non possiamo permettere un simile scempio.

La casta contro i diritti popolari

L’establishment da tempo starnazza contro l’iniziativa per l’autodeterminazione. Chiaro: l’élite non vuole i diritti popolari. E’ da parecchio tempo infatti che i suoi soldatini, pensiamo ad esempio ai tamberla di AvenirSuisse, tentano di sabotarli, predicando l’aumento del numero di firme necessario alla riuscita di iniziative popolari e referendum. Altrimenti il popolazzo becero (quello che “vota sbagliato”) assume troppo potere. Con il consueto (e ormai stantìo) armamentario di ricatti e minacce, la casta è dunque partita all’assalto dell’iniziativa “contro i giudici stranieri”. I suoi galoppini al Consiglio degli Stati l’hanno già asfaltata raccontando fregnacce a go-go. Che pena: questi politicanti sono stati eletti dal popolo, ma poi gli votano sistematicamente contro. Ricordarsene alle prossime elezioni.

Due fregnacce

Fregnaccia numero uno: l’iniziativa contro i giudici stranieri metterebbe in pericolo l’applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (CEDU) in Svizzera, e quindi il rispetto dei diritti umani nella Confederella non sarebbe più assicurato. Balle di fra’ Luca! In Svizzera i diritti umani sono già incorporati nella Costituzione. Non ci serve nessuna CEDU. La quale semmai inserisce di straforo tra i diritti umani cose che con essi non c’entrano una mazza. Ad esempio il presunto diritto di migranti economici di farsi mantenere dagli svizzerotti fessi.

Fregnaccia numero due: se si applicasse la Costituzione (articolo 121 a, ovvero 9 febbraio) invece del diritto internazionale (ovvero invece della devastante libera circolazione senza limiti) sarebbero a rischio i bilaterali.

L’UE non ci fa regali

Uhhh, che pagüüüraaa! E’ ora di piantarla di raccontarci la solita, decotta balla che senza i Bilaterali la Svizzera farebbe la fine del Titanic. La Fallunione europea, e ne abbiamo avuto innumerevoli dimostrazioni (vedi gli svergognati ricatti sull’equivalenza delle borse) non è mica un ente benefico a sostegno della Svizzera. L’UE non ha firmato i bilaterali per farci un favore (?). Li ha firmati perché ci guadagna. Quindi, non c’è scritto da nessuna parte che  li getterà a mare perché la libera circolazione ciurla nel manico. E se anche lo facesse, chi ci perderebbe? La bilancia commerciale tra Svizzera ed Unione europea è ampiamente favorevole a quest’ultima. L’accordo sul transito terrestre è una ciofeca che ha trasformato la Svizzera in corridoio a basso costo per TIR europei in transito: ringraziamo il kompagno Moritz “Implenia” Leuenberger! Quanto agli accordi sulla ricerca: le eccellenze universitarie si trovano al di fuori dell’UE. In particolare con la Brexit. Solo per citare tre esempi.

“Prima i nostri”

Non c’è alcun motivo per cui l’iniziativa “per l’autodeterminazione”, che sancisce la priorità della Costituzione – ed in particolare della volontà popolare – su accordi internazionali del piffero dovrebbe venire respinta.

Per votarla, invece, di motivi ce ne sono a bizzeffe. Citiamone solo uno: con l’iniziativa “contro i giudici stranieri” in vigore il “maledetto voto” del 9 febbraio, e quindi anche Prima i nostri, oggi sarebbe realtà.

Lorenzo Quadri