L’UDC nazionale presenta il documento contro l’islamismo in Svizzera. La Lega c’è!

Sotto le cupole federali si torna a parlare di islamismo e del pericolo che rappresenta. L’impulso ancora una volta viene dalla cosiddetta “destra”. Non certo dal dormiente “centro” PLR-PPD, sempre più accodato alla $inistra ro$$overde multikulti che promuove l’islamizzazione della Svizzera (in Francia è stata coniata la calzante definizione di “islamo-gauchisme”).

L’UDC – nel cui gruppo parlamentare sono inseriti ormai da parecchie legislature i rappresentanti leghisti a Berna – ha infatti prodotto un documento politico sull’islamismo nel nostro Paese.  Già il titolo è significativo: “Difesa dello Stato di diritto da un’ideologia totalitaria”. Come ha scritto infatti il caporedattore della NZZ (non del Mattino populista e razzista) Eric Gujer durante la campagna di votazione sulla legge antiburqa, il 20° secolo ha conosciuto tre ideologie totalitarie: fascismo, comunismo ed islamismo.

L’islam politico dilaga in Svizzera ed il confine tra islam ed islam politico è alquanto permeabile. Perché da quelle parti la distinzione tra Stato e Chiesa, che noi abbiamo da secoli nel DNA, non esiste.

Ci giochiamo i diritti fondamentali

L’islam politico è incompatibile con il nostro Stato di diritto. Costituisce – per dirla con le parole del governo austriaco – l’humus su cui si sviluppa il terrorismo islamico.  In gioco ci sono le nostre libertà ed i nostri diritti fondamentali. In tutta Europa la popolazione musulmana diventa sempre più numerosa (immigrazione incontrollata, natalità) e radicalizzata. Ha il tasso di integrazione più basso di tutte le comunità straniere. Posizioni sessiste, razziste, antisemite, cristianofobe, omofobe, violente, vengono coltivate e trasmesse da una generazione all’altra. E questo accade anche in Svizzera.

Nelle grandi città europee si sono create delle vere e proprie società parallele, rette dalla sharia, che è contraria ai diritti umani. Ma stranamente i kompagnuzzi… citus mutus! In Francia da anni si assiste al fuggi-fuggi verso Israele di ebrei che non si sentono più sicuri nell’Esagono a causa della continua immigrazione islamica.  Vogliamo arrivare anche noi a questo punto?

Le proposte

E’ chiaro che se qualcuno pensa di rispondere all’avanzata islamista con il fallimentare multikulti e con il politikamente korretto, la Svizzera chiude baracca. Altro che divieto di burqa: il burqa diventerà obbligatorio! Urge pertanto cambiare registro.

La leggina antiterrorismo approvata lo scorso fine settimana, che ha fatto sbroccare gli spalancatori di frontiere ro$$overdi ed il club degli ex procuratori gauche-caviar, costituisce certo un passo nella direzione giusta. Ma non basta.

Da qui il catalogo di proposte elaborato dall’Udc; da notare che alcune di esse (indipendentemente dal documento, che ancora non esisteva) sono già state portate a Berna dalla Lega  sottoforma di atti parlamentari.

Troviamo dunque: la messa fuori legge dell’islam politico (come da modello austriaco); il divieto di finanziamenti esteri alle moschee ed ai centri culturali islamici; il divieto di imam stranieri; una politica migratoria selettiva; l’adozione di una legge sull’islam, che precisi diritti e doveri delle comunità musulmane; il divieto di velo islamico per le minorenni e per le dipendenti dell’amministrazione federale a contatto con il pubblico; il divieto di trattamenti speciali per le alunne islamiche nelle lezioni di ginnastica e di nuoto; l’incarcerazione dei jihadisti che vengono rimpatriati; la soppressione delle associazioni che diffondono l’islam politico; il sostegno agli ambienti riformatori che promuovono un islam compatibile con il nostro Stato di diritto.

Attendiamo al varco

Insomma: anche alle nostre latitudini la situazione sta rapidamente sfuggendo di mano per colpa dell’approccio buonista-coglionista voluto dalla casta. Occorre intervenire adesso. Altrimenti sarà troppo tardi.

Finora, come sappiamo, la partitocrazia si è sempre opposta a misure come quelle proposte, strillando che non si può (“sa po’ mia!”) discriminare. La stampa di regime ha sempre fatto – ormai è un’abitudine – da slinguazzante grancassa.

Risultato: complice l’assistenza sociale facile a migranti economici, la Svizzera è diventata il Paese del Bengodi per islamisti. Una base ideale. E le nuove ondate migratorie (caos asilo) ci porteranno un’altra infornata di finti rifugiati radicalizzati. Basta!

Adesso attendiamo al varco i soldatini del triciclo!

Lorenzo Quadri