A “causare problemi” è Johan Cosar o piuttosto la casta internazional-calabraghista?

 

Si è celebrato nei giorni scorsi davanti al tribunale militare il processo al locarnese di origine siriana Johan Cosar, andato in Siria per combattere contro l’Isis.

La condanna inflitta è una sanzione pecuniaria sospesa condizionalmente: quindi per Cosar non si parla di pene detentive. A Cosar viene contestato di aver messo in pericolo la neutralità elvetica con il suo comportamento. Una tesi che francamente fa sorridere. La Confederella deve essere neutrale nei confronti degli assassini dell’Isis? A mettere in pericolo la neutralità svizzera sono semmai i politicanti che svendono il Paese ogni giorno, calando le braghe davanti ad ogni Diktat sovranazionale in arrivo da burocrati non eletti da nessuno; compresi quei Diktat che sono in aperto contrasto con la nostra neutralità! Perché stranamente, quando si chinarsi a 90 gradi, della neutralità nessuno si preoccupa! Vero signori del triciclo PLR-PPD-P$$?

Chi processare?

Inoltre: se Cosar ha infranto la legge, è giusto che ci sia anche un processo. Tuttavia magari, invece di processare chi combatte CONTRO l’Isis, sarebbe il caso di usare il pugno di ferro nei confronti dei SEGUACI del sedicente Stato islamico.

Ed invece la partitocrazia multikulti cosa ti combina? Di recente, il triciclo PLR-PPD-P$$ al Consiglio degli Stati è riuscito a decidere che i terroristi islamici (terroristi! Non ladri di ciliegie!) nonvanno espulsi dalla Svizzera (“sa po’ mia!”) nel caso in cui questa feccia, tornando al natìo paesello, rischiasse la pena di morte o la tortura.

Cose da manicomio. E chissenefrega se dei terroristi islamici a casa lororischiano le penne! Non è, ma nemmeno lontanamente, un motivo valido per continuare a tenerli in Svizzera, dove potrebbero mettere in pericolo la vita di decine, se non di centinaia di persone innocenti.

Triciclo allo sbando

Qui siamo davanti ad una partitocrazia allo sbando che, ormai del tutto imbesuita dal politikamente korretto, dà più importanza alla sicurezza dei terroristi che a quella dei cittadini onesti!

Altrettanto chiaro è che i simpatizzanti dell’Isis, che sono partiti per combattere sotto la sua bandiera, non devono ritornare in Svizzera nemmeno in fotografia. Föö di ball!  Anche se sono cittadini svizzeri, ovvero hanno beneficiato di una delle naturalizzazioni faciliche tanto piacciono al solito triciclo PLR-PPD-P$$.

E’ ora di rimettere la chiesa al centro del villaggio. E’ ora di usare il pugno duro con i simpatizzanti dell’Isis e non con quelli che lo combattono. E certamente la neutralità elvetica va difesa. Ma la prima minaccia è la casta internazional-calabraghista!

Lorenzo Quadri