Il nostro Cantone è stato l’unico a difendere i valori elvetici; triciclo ancora perdente

 

Nella votazione della scorsa domenica sulla direttiva con cui i funzionarietti di Bruxelles vogliono disarmare i cittadini svizzeri, il Ticino è stato l’unico Cantone ad aver votato un chiaro No, con una percentuale di No superiore addirittura del 20% alla media nazionale. Ha così dimostrato di essere l’ultimo baluardo della Svizzera.

La maggioranza dei votanti ticinesi, onore al merito, non si è lasciata infinocchiare dai ricatti e dalle fake news della partitocrazia PLR-PPD-P$$ ed ha respinto l’ennesimo tentativo dell’UE di dettarci legge. Questo indubbiamente grazie anche al lavoro della Lega e del Mattino.

Alle nostre latitudini, dunque, il triciclo esce di nuovo sconfitto dalle urne.Il voto sulle armi è stato, in buona parte, anche un voto contro l’Unione europea ed i suoi camerieri nostrani.

Di che riflettere

I ticinesi hanno capito qual era la posta in gioco domenica. Non certo il numero di colpi che può contenere un caricatore o altre amenità del genere, bensì la nostra sovranità e la nostra indipendenza.
I ticinesi hanno capito che accettare l’ennesima imposizione di Bruxelles avrebbe significato accondiscendere alla rottamazione delle nostre leggi, delle nostre tradizioni, della nostra volontà popolare, e tutto questo per cosa? Solo per rincorrere una “classe politica” (?) da troppo tempo abituata chinarsi a 90 gradi davanti ad ogni “cip” in arrivo da Bruxelles. In altri paesi, anche più piccoli del nostro, le cose funzionano diversamente; sicché c’è davvero da meditare su come si sono ridotti i partiti cosiddetti “storici”. Ormai conoscono solo i verbi “svendere”, “cedere”, “capitolare”, “genuflettersi” ed i vari sinonimi più o meno chic. Fossero state così anche le generazioni precedenti, il nostro Paese non esisterebbe più da un pezzo.

I ticinesi hanno altresì capito che la storiella di “Schengen in pericolo” era solo una panzana per ricattare gli elettori. Schengen non è mai stato in pericolo, e soprattutto non è una vacca sacra, anzi. Ci sono Stati membri dell’UE che ne hanno sospeso l’applicazione da mesi, se non da anni. E di certo non l’hanno fatto per autolesionismo.

Conosciamo i nostri polli

Domenica, i votanti del nostro Cantone sono rimasti da soli a difendere la sovranità e l’indipendenza della Svizzera. Evidentemente in Ticino  la maggioranza della popolazione ha capito di che pasta è fatta l’Unione europea; sa da tempo quali sono le sue intenzioni, tutt’altro che amichevoli. L’UE non vuole andare d’accordo con noi, non vuole trattare alla pari. Vuole comandare in casa nostra. Ed è il Ticino a trovarsi confrontato con l’invasione da sud, non solo di frontalieri, ma anche di delinquenti, come dimostra (tanto per fare un esempio) l’epidemia di assalti ai bancomat. Invasione che ci viene impedito di arginare a causa  di accordi internazionali scellerati… con l’UE: vedi libera circolazione, vedi il tanto magnificato Schengen.

O ci svegliamo, oppure…

Il No al Diktat disarmista fa onore al nostro Cantone. Ma, purtroppo, fa anche riflettere. E molto. Specie in vista delle prossime votazioni su temi della massima importanza per i rapporti tra Svizzera ed Unione europea. Ad esempio lo sconcio accordo quadro istituzionale voluto dalla solita partitocrazia PLR-PPD-PS che, se approvato, trasformerebbe il nostro paese in una colonia di Bruxelles.

O i cittadini elvetici si rendono conto che qui c’è una maggioranza politica triciclata che – in nome di trattati commerciali clamorosamente sopravvalutati a scopo di lavaggio del cervello, e in realtà vantaggiosi solo per pochi – è disposta a sacrificare il futuro della Svizzera come Stato sovrano ed indipendente, oppure ci aspettano tempi assai grami.

Visto poi che le elezioni federali si avvicinano, sarà bene ricordare che a Berna solo gli esponenti ticinesi di Lega ed Udc (ovvero: Roberta Pantani, Lorenzo Quadri, Marco Chiesa) hanno votato contro il Diktat disarmista dell’UE. I due consiglieri nazionali PPD si sono astenuti (?). Tutti gli altri…

Amaro risveglio

Adesso che purtroppo la direttiva UE sulle armi è stata approvata perché tutti i Cantoni tranne il Ticino hanno calato le braghe, quanti hanno creduto alle favolette della partitocrazia secondo cui, capitolando davanti al nuovo Diktat UE, non sarebbe cambiato niente, avranno modo di ricredersi.  Specie quando, tra qualche annetto, arriveranno gli inasprimenti già programmati. Che naturalmente, grazie ai politicanti calabraghisti del triciclo, dovremo accettare senza un cip. Chi si è bevuto le panzane della casta, presto aprirà gli occhi. Ma sarà troppo tardi.

Lorenzo Quadri