Ma guarda un po’: il famoso Diktat UE contro le armi dei cittadini onesti, del tutto inutile nella lotta al terrorismo islamico che manifestamente è solo un pretesto di comodo, ciurla sempre più nel manico.

Nei giorni scorsi infatti la Commissione affari costituzionali del Senato del Belpaese ha ascoltato in audizione il presidente di Assoarmieri Antonio Bana. Il quale ha ribadito ai Senatori italici che la famigerata direttiva disarmista è “sub iudice”. Infatti su di essa è pendente il ricorso di Repubblica Ceca e Polonia presso la Corte di giustizia europea. Bana ha quindi invitato a riflettere se anche l’Italia non dovrebbe associarsi a tale ricorso, contribuendo così ad affossare sul nascere il Diktat di Bruxelles.

E noi svizzerotti invece, che nemmeno – e per fortuna! – siamo un Paese membro dell’UE, dovremmo accettare di farci schiacciare gli ordini dagli eurofunzionarietti con disposizioni che sono contrarie alle nostre leggi, alle nostre tradizioni ed alla nostra volontà popolare? A maggior ragione quando l’atto che dovremmo recepire – pena, secondo la partitocrazia PLR-PPD-P$$, la messa a rischio dei fallimentari accordi di Schengen: echissenefrega! – è a rischio di nullità? E questo perché, sotto le cupole federali, il triciclo cameriere dell’UE come al solito si è inchinato a 90 gradi? Bloccare tutto!

Lorenzo Quadri