E’ successo in Gran Bretagna dove un docente aveva mostrato delle vignette su Maometto

Il Regno Unito ha fatto e sta facendo molte cose ammirevoli:  vedi la Brexit, vedi la campagna di vaccinazione contro lo stramaledetto virus cinese. Quest’ultima è riuscita proprio grazie alla Brexit. Alla faccia della partitocrazia eurolecchina e della stampa di regime che, alle nostre latitudini, ha spalato – e continua a spalare –  tonnellate di palta contro l’uscita della Gran Bretagna dalla fallita UE.

Altre cose sono meno ammirevoli. Ad esempio l’aver tollerato la creazione, sul territorio nazionale, di società parallele: vale a dire di società islamiste dove si applica la sharia, che è contraria ai diritti fondamentali caratteristici di una democrazia occidentale.

Per contro, la Danimarca, a guida socialdemocratica (!), ha avviato un programma anti-ghetti. Il piano prevede l’introduzione, nei quartieri urbani, di tetti massimi di popolazione straniera “non occidentale”. Questo proprio per evitare che si creino delle società parallele.

Conseguenze disastrose

Il multikulti ha conseguenze disastrose. Accade così che nello Yorkshire nelle scorse settimane è stato necessario chiudere una scuola elementare. Questo perché? Perché un docente avrebbe mostrato delle vignette su Maometto (non è chiaro quali) durante una lezione. L’accaduto ha generato giorni di proteste con centinaia di persone ammassate davanti all’istituto (alla faccia delle disposizioni sanitarie). Al punto che, data l’impossibilità di svolgere le lezioni, si è deciso di sospenderle. L’insegnante ha ricevuto minacce di morte. Imam locali ne hanno chiesto a gran voce il licenziamento. Aspetto non trascurabile: un terzo degli allievi che frequenta la scuola proviene da famiglie musulmane.

Fine dei diritti

Ecco dunque l’ennesima dimostrazione che l’immigrazione scriteriata di stranieri provenienti da “altre culture” non rappresenta solo una vaga minaccia. Se le culture in questione sono islamiste, costituisce proprio la fine dei nostri diritti fondamentali. La libertà di espressione non può più esistere. Questo perché, come dichiarano i soldatini della casta imbesuiti dal multikulti, non si può “offendere (?) il sentimento religioso” degli ultimi arrivati. Offendere quello dei cristiani, per contro, si può. Ma guai a formulare la minima critica nei confronti dell’islam: le reazioni sono violente. Vedi il caso dell’insegnante decapitato in Francia per aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto.

Ha dunque ragione la Danimarca nel voler evitare perniciose concentrazioni di migranti “non occidentali”, fissando delle percentuali massime. Ma va da sé che, se la Lega chiedesse una cosa del genere per la Svizzera, i soldatini del triciclo si metterebbero a starnazzare al razzismo al massimo dei decibel.

Rimpatriare

Lo straniero che non accetta i nostri diritti fondamentali non è al suo posto in Svizzera. Ciò significa che per queste persone le frontiere devono essere CHIUSE. Non solo quelle elvetiche, ma – ancora prima – quelle europee.

Invece un’Europa in piena decadenza ed ormai alla frutta fa proprio il contrario. Ovvero, permette a tutti i migranti non integrati né integrabili di arrivare. E poi, una volta che sono arrivati, per farli sentire a proprio agio cancella i nostri diritti fondamentali, ed anche la nostra storia e la nostra cultura. Ha fatto scalpore di recente (il Mattino ne ha riferito la scorsa domenica) la demenziale decisione, presa in Olanda, di censurare la traduzione di Dante. Il Sommo Poeta in effetti colloca Maometto all’inferno e questo “urta la sensibilità degli islamisti”. Sicché, avanti con le forbici! L’immigrazionismo becero viene prima di tutto il resto!

Qui qualcuno si è davvero bevuto il cervello. La risposta all’immigrato che si sente offeso dalla libertà d’espressione o da Dante non è, né può essere, l’abolizione della libertà d’espressione o la censura di Dante. La risposta è il rimpatrio. Chi non accetta la nostra realtà, chi si sente “offeso”, se ne stia a casa propria. O ci torni. Föö di ball!

Lorenzo Quadri