Col fischio che estendiamo a tutti gli asilanti i privilegi connessi al permesso S
Come da copione, gli immigrazionisti approfittano dei regali indebiti fatti ai profughi ucraini per pretendere di migliorare ulteriormente lo status della totalitĂ degli asilanti.
Come se la Svizzera non fosse già il Paese del Bengodi per tutti coloro che arrivano qui per MUNGERE da nazioni straniere vicine e lontane. Mentre ai nostri anziani che hanno lavorato una vita si rifiutano gli aiuti perché prima devono mangiarsi fuori tutto.
Popolazione ingannata
Nelle scorse settimane abbiamo visto che l’ondata iniziale di solidarietà nei confronti degli sfollati ucraini si è già assai smorzata, per vari motivi. Intanto è palese che le parti belligeranti (Russia, Ucraina, NATO) non intendono chiudere rapidamente la guerra bensì prolungarla ad oltranza, ognuno per i propri interessi. E allora che se la facciano fuori tra loro. Non c’è motivo per cui i cittadini della Svizzera neutrale dovrebberopagare il prezzo dei giochi di potere dell’uno o dell’altro.
Ci si rende poi ben conto che, in preda all’irrazionalità emotiva, sono stati fatti regali anche a persone chenon ne avevano bisogno. I profughi ucraini in Maserati e SUV Mercedes, che fanno shopping al Foxtown, vanno in palestra col personal trainer, gettano i pasti offerti perché non graditi, eccetera, non hanno manifestamente bisogno dell’abbonamento generale in regalo per i trasporti pubblici, delle tessere telefoniche gratuite, delle spese mediche e veterinarie (!) pagate, del generoso spillatico: sono tutti soldipubblici buttati. Davanti a queste situazioni, i ticinesi a buon diritto si scocciano (eufemismo). Tanto più che i problemi di convivenza con la popolazione locale cominciano ad emergere.
Gli aiuti vanno accordati solo a chi ne ha effettivamente bisogno. Â
E’ inoltre stato fatto credere che l’emergenza sarebbe durata poco, e con essa la presenza dei profughi in Svizzera. Brevità ed eccezionalità avrebbero giustificato provvedimenti di favore. Invece andrà a finire come con l’ex Jugoslavia. Sarà una bomba demografica che il Ticino non è in grado di affrontare.
Oggi la popolazione residente si sente ingannata. Quindi la disponibilità iniziale all’accoglienza si sta inesorabilmente trasformando in risentimento.
Tirarsi fuori dal pantano
Allo stesso modo è evidente che il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR si fa portare a spasso dal presidente ucraino, il quale crede di giocare a fare l’influencer mitomane con i suoi videomessaggi. La cappellata della Conferenza di Lugano ad inizio luglio sarà un’occasione d’oro per venire qui a battere cassa, oltre che un’altra legnata alla nostra neutralità .
La debolezza del governicchio federale e degli isterici soldatini della partitocrazia ha fatto sì che la neutrale Svizzera finisse impantanata nel conflitto ben al di là dell’accettabile. E’ quindi ora di tirarsene fuori. Ed è anche ora di ricostruire un minimo di rapporti con la Russia la quale, prima che a Putin venisse in mente di invadere i vicini, di problemi non ce ne ha mai dati. Gli USA e la fallita UE, invece, ce ne hanno dati eccome.
ParitĂ di trattamento?
Tornando ai profughi. La presidenta della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali, tale kompagna Nathalie Barthoulot (Nathalie chi?) nei giorni scorsi ha denunciato sulle testate Tamedia la disparitĂ di trattamento tra i titolari di permesso S e gli altri asilanti. La disparitĂ sussiste. Ma anche le situazioni sono diverse. Prima di tutto bisogna distinguere tra rifugiati veri e finti. I finti rifugiati, che non scappano da nessuna guerra, sono degli immigrati clandestini. Quindi vanno rimpatriati. Non devono ricevere alcun tipo di permesso.
I profughi ucraini, che la guerra in casa indubbiamente l’hanno, dispongono dello statuto S. Si tratta di un privilegio inedito. Lo statuto in questione è stato creato alla fine degli anni Novanta. E’ la prima volta che viene usato. I profughi ucraini l’hanno ottenuto perché europei, perché si pensava ad una rapida conclusione del conflitto, e perché la casta e la stampa di regime hanno fatto il lavaggio del cervello pro-Ucraina (spingendo, tra l’altro, i privati ad ospitare rifugiati in casa propria senza pensare alle conseguenze).
Se adesso si vuole ripristinare la parità di trattamento tra sfollati che scappano da una guerra (purtroppo non se ne combattono solo in Ucraina) allora il livellamento va fatto verso il basso. Ovvero rimuovendo i privilegi legati al permesso S. Non certo verso l’alto, accordando questi privilegi a tutti, come vorrebberoinvece fare i $inistrati!
Addirittura, la kompagna Barthoulot nella sua dichiarazione alle testate di Tamedia sottolinea: “Il diritto federale stabilisce che l’aiuto sociale per l’asilo deve essere inferiore a quello per i residenti”. Lasciando adintendere tra le righe che non va bene. Frena Ugo! A parte che già adesso gli asilanti ricevono più di tanti anziani, è chiaro che di avvantaggiare ancora i migranti non se ne parla proprio.
Fuori le cifre (vere)
La guerra in Ucraina ci costerĂ un prezzo spropositato.
Il governicchio calcola che nel solo 2022 la Confederazione spenderà 2 MILIARDI di franchi per l’accoglienza dei profughi ucraini. Ma questa cifra, per quanto mostruosa, è ancora incompleta. Vogliamo avere la somma di tutti i costi. Compresi quelli sanitari. Compresi quelli che verranno scaricati (direttamente o indirettamente) sul groppone di Cantoni e Comuni: scolarizzazione, socialità , sicurezza, e chi più ne ha più ne metta. Le cifre andranno rese pubbliche regolarmente e senza reticenze.
Alle spese generate dai profughi ucraini andranno inoltre aggiunti tutti gli altri costi legati alla guerra: dall’effetto boomerang delle sanzioni ai rincari nelle materie prime.
Per non parlare della rottamazione della neutralità svizzera e delle conseguenze devastanti che una simile cappellata porterà con sé.
Sarebbe il colmo se, oltre a quanto sopra, a causa della guerra in Ucraina dovessimo pure concedere a tutti gli asilanti i privilegi ingiustificati concessi ai profughi ucraini; naturalmente a spese del contribuente. E’chiaro che non se ne parla proprio!
Lorenzo Quadri