Non solo ricevono le rendite di disoccupazione senza aver mai versato i contributi, ma…

Prosegue la telenovela di Campione d’Italia! Come noto, a seguito del “grounding” del Casinò e del Comune stesso, gli ex dipendenti che risiedono in Ticino hanno diritto alle indennità di disoccupazione elvetiche. Questo malgrado non abbiano mai versato i relativi contributi. Gli ex dipendenti “campionesi” residenti in Ticino sono per circa due terzi permessi B. In taluni di questi casi, oltretutto, c’è il sospetto che si tratti di permessi ottenuti tramite domicilio farlocco.

Ancora “prima gli altri”?

Da notare che negli anni scorsi, e meglio con la riforma del 2012, le indennità di disoccupazione degli svizzeri che lavora(va)no in Svizzera sono state pesantemente ridotte per motivi di risparmio (NB: la Lega si era opposta ai tagli).

Quindi: sui disoccupati svizzeri, che hanno sempre pagato i contributi, bisogna tagliare perché “gh’è mia da danée”. Per gli italiani con permesso B che lavoravano a Campione, e che i contributi non li hanno mai pagati, invece, i soldi ci sono. Ancora una volta, gli altri vengono sempre prima…

Tanto per mettere la ciliegina sulla torta, i dipendenti italiani “campionesi” non pagano nemmeno i premi di cassa malati, perché li salda la regione Lombardia al loro posto. Solo dopo il fallimento del Casinò il DSS ha inviato una circolare ai residenti in Ticino indicando che si devono affiliare ad un assicuratore elvetico.

Disoccupazioni “d’oro”?

Adesso alla surreale vicenda si aggiunge una nuova puntata. Che, se confermata, farebbe girare le scatole ad elica.

Risulta infatti che, a seguito della particolare composizione degli stipendi degli ex dipendenti del casinò e della pubblica amministrazione dell’enclave, la rendita di disoccupazione svizzera ottenuta (calcolata sull’80% dello stipendio lordo) potrebbe risultare uguale, o addirittura superiore, alla paga percepita quando costoro lavoravano.

Questo perché lo stipendio di un ex dipendente di Campione (Casinò o Comune) risulta essere composto da varie voci (tabellare italiano, assegno exclave mirato a compensare il diverso costo della vita tra Svizzera ed Italia, assegno ad personam), che vengono trattate fiscalmente in modo diverso (imposte prelevate ex ante). Un salario netto di – ad esempio – 6000 Fr corrisponde di conseguenza ad un lordo di  8000 Fr o più. Il risultato è che, con l’80% del lordo, il disoccupato di Campione potrebbe incassare la stessa somma, o addirittura una somma superiore, di quando lavorava. Per contro, il disoccupato ticinese che lavorava in Ticino, entrando in disoccupazione, deve mettere in conto una diminuzione dei propri introiti.

In altre parole, il disoccupato ex dipendente di Campione (Casinò o Comune) ottiene la rendita di disoccupazione svizzera senza aver mai versato i contributi, ed inoltre risulterebbe chiaramente avvantaggiato, a parità di salario precedente, rispetto al disoccupato ticinese che lavora(va) in Ticino.

Le domandine

Al proposito il Consiglio federale, interpellato da chi scrive, dovrà rispondere ad un paio di domandine facili-facili, presentate lunedì con atto parlamentare. Ovvero:

  • Quanti sono attualmente i disoccupati del Casinò o del Comune di Campione a beneficio delle indennità di disoccupazione svizzere?
  • Corrisponde al vero che questi disoccupati “campionesi”, a seguito della particolare composizione degli stipendi nell’enclave, potrebbero guadagnare la stessa cifra di quando lavoravano, o addirittura una somma superiore?
  • Se sì, come intende il CF correggere questa distorsione, essendo già aberrante che i disoccupati “campionesi” ottengano le rendite di disoccupazione senza aver mai versato contributi?
  • In che modo nel calcolo delle rendite di disoccupazione degli ex dipendenti di Campione (Casinò o Comune) si è tenuto conto della particolare composizione e del diverso trattamento fiscale degli stipendi di questi ultimi rispetto alle modalità elvetiche?

I debiti

Non è finita. Sempre lunedì il ministro degli esteri italosvizzero Ignazio Cassis, PLR, ha dichiarato che i debiti per oltre 5 milioni di franchetti che Campione d’Italia ha cumulato – e tuttora cumula: vedi le prestazioni che vengono erogate “per solidarietà” – nei confronti di vari enti pubblici ticinesi non possono essere dedotti dai ristorni dei frontalieri (“sa po’ mia!”), ma devono venire saldati dal Belpaese. Questo perché si tratta di due dossier separati.

Campa cavallo che l’erba cresce!

E’ evidente anche al Gigi di Viganello che, se aspettiamo che la vicina Repubblica paghi il conto, possiamo attendere un pezzo. I soldi non li vedremo mai.
Sarà anche vero che “Campione” e “ristorni” sono due dossier separati. Ma, se continuiamo a farci ingabbiare in questioni procedurali – come sotto sotto sperano i vicini a sud – resteremo sempre infinocchiati alla grande!
Un motivo in più per bloccare il versamento dei ristorni dei frontalieri. La fine di giugno si avvicina!

Anche perché: fino a quando i vicini a sud pensano che saremo disposti ed erogare prestazioni a Campione d’Italia per solidarietà, “gratis et amore dei”?

Lorenzo Quadri