Costo stimato: centinaia di milioni di Fr all’anno. Ticinesi cornuti e mazziati

 

Il Consiglio federale annuncia: se l’UE ci chiede di modificare l’allegato all’accordo sulla sacra libera circolazione delle persone…

Ohibò: i camerieri dell’UE in Consiglio federale, dopo lungo cogitare, si sono accorti che pagare la disoccupazione ai frontalieri costerebbe centinaia di milioni di franchetti ogni anno. L’agghiacciante scenario potrebbe diventare realtà nel caso in cui la DisUnione europea decidesse di “cambiare paradigma” (uella), stabilendo che il versamentodelle rendite ai disoccupati frontalieri tocca all’ultimo Stato in cui il frontaliere ha lavorato e non più a quello di residenza, come invece accade ora.

Il campanello d’allarme in effetti è già suonato a fine giugno. Allora il cambiamento di regime veniva dato per imminente. Nel frattempo la questione – come tante altre che riguardano i rapporti tra Svizzera ed UE: ad esempio il regalo di 1.3 miliardi di contributo di coesione agli eurofalliti – è sparita dai radar. Ma guai a fidarsi troppo di queste sparizioni. Perché poi… “all’improvviso ritornano”.

“Ci adoperiamo perché…”

Pallottoliere alla mano, le ancelle bernesi di Bruxelles si sono rese conto che il tiro mancino dell’UE sui frontalieri disoccupati potrebbe avere un prezzo assai salato. Con conseguente ennesimo danno reputazionale per quelli che non riusciranno a sventare la rapina. Ovvero loro medesimi. E quindi tentano di rassicurare il popolazzo malfidente. Giurano che si stanno adoperando affinché il tema delle assicurazioni sociali venga escluso dallo sconcio accordo quadro istituzionale e dai relativi sviluppi.

Tüt a posct, dunque? Stiamo tranquilli? Ma col fischio!

E chi ci crede?

Punto primo, e lo ripeteremo fino allo sfinimento: di sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale non se ne parla proprio. Si tratterebbe infatti dell’ennesimo accordo-capestro  che ci imporrebbe i diktat dell’ UE ed i giudici stranieri in settori gravidi di conseguenze. Tra cui proprio quello della devastante libera circolazione delle persone.

Punto secondo:anche il Gigi di Viganello ha ormai imparato che, per calare le braghe ad altezza caviglia davanti all’UE, i camerieri di Bruxelles non hanno bisogno di accordi quadro istituzionali. Quindi le rassicurazioni fornite sull’estromissione del tema delle assicurazioni sociali dall’accordo quadro non ingannano nessuno.

La richiesta

Ed infatti, nel caso in cui a Bruxelles si decidesse che a pagare la disoccupazione ai frontalieri deve essere lo Stato di lavoro e non quello di residenza, “alla Svizzera verrà verosimilmente chiesto di modificare in tal senso l’allegato II dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone”(Consiglio federale dixit).

E se la richiesta dovesse arrivare, cosa accadrà a Berna? Elementare, Watson: calzoni abbassati fin sotto i talloni e piegamento a 90 gradi! Il copione è già scritto. E’ la stessa desolante sceneggiata a cui abbiamo assistito con il Diktat disarmista dell’UE. Quello che, con la scusa di combattere il terrorismo, vuole disarmare i cittadini onesti.  E che il terrorismo sia una scusa, l’hanno capito anche i paracarri. Il Diktat in questione non impedirà un solo atto terroristico. I terroristi islamici (sottolineare: islamici) non si servono di armi da fuoco per compiere le loro stragi; figuriamoci di armi da fuoco legalmente dichiarate.

Copione già scritto

Pur sapendo che la direttiva disarmista dell’UE è perfettamente inutile, di fatto una smaccata presa per fondelli; pur sapendo che lede le nostre leggi, le nostre tradizioni, la nostra volontà popolare, i soldatini della partitocrazia sotto le cupole federali l’hanno votata lo stesso. Perché? Ma perché il Diktat comunitario farlocco è uno sviluppo dei fallimentari accordi di Schengen – nota bene: questo malgrado al momento della sottoscrizione di detti accordi ci fosse stato assicurato che il diritto elvetico delle armi non sarebbe stato toccato; ma come al solito: svizzerotti cornuti e mazziati, “tanto sono fessi e non si accorgono di niente” – e quindi ecco che il triciclo PLR-PPD-P$$ si lancia senza pudore nel ricatto: se non ci conformiamo all’ordine dell’UE, salta Schengen! “Bisogna salvare Schengen”! E giù le braghe! Da notare che non l’ha detto nessuno che ad un njet elvetico al Diktat contro le armi dei cittadini onesti farebbe seguito l’espulsione (uhhh, che pagüüüraaa!) della Svizzera dallo spazio Schengen. Ma tant’è…

 

Muuuhhh!

E’ evidente che con la disoccupazione dei frontalieri, essendo legata all’accordo sulla devastante libera circolazione delle persone, accadrebbe esattamente la stessa cosa. Al grido isterico di “bisogna salvare la libera circolazione!” la partitocrazia eurolecchina accetterebbe senza un cip di pagare la disoccupazione ai frontalieri, bruciando così ogni anno centinaia di milioni di Fr della Confederella, a cui vanno aggiunti i costi per il potenziamento degli Uffici regionali di collocamento, questi a carico dei Cantoni; ed in particolare, per ovvi motivi, del nostro. Nei mesi scorsi i soliti tamberla della SECO sono già riusciti a dichiarare di essere favorevoli a che la Svizzera paghi la disoccupazione ai frontalieri. Del resto, la paga anche ai dipendenti del casinò di Campione che mai hanno versato i contributi, ragion per cui… Avanti così! Facciamoci mungere da tutti! Siamo o non siamo la mucca Milka di mezzo mondo? Muuuhhh!

Lorenzo Quadri