Intanto Ka-Ka-eS (PLR) aizza le aziende ad assumere ucraini… a scapito degli svizzeri

Nuovo schiaffo dei politicanti federali al Ticino (e più in generale alle regioni di confine).

Detti politicanti hanno voluto la devastante libera circolazione delle persone, l’hanno imposta a questo sfigatissimo Cantone contro la volontà della grande maggioranza dei suoi abitanti, e – tanto per non farsi mancare niente – rifiutano sistematicamente di rimediare anche solo ad uno degli enormi problemi che essa provoca. Perfino, e questo è proprio il colmo!, laddove la fallita UE non avrebbe nulla da ridire.

Fregati un’altra volta

Nei giorni scorsi infatti il Consiglio degli Stati ha respinto per 26 voti contro 19 l’entrata in materia nel progetto di legge che prevedeva di applicare i salari minimi stabiliti dai Cantoni anche ai lavoratori distaccati.  Dopo un esasperante rimpallo tra le due Camere del parlatoio federale, dunque, la proposta è definitivamente archiviata. E il Ticino rimane fregato.

E’ il colmo: le ditte ticinesi devono applicare il salario minimo. Per contro, le imprese straniere che mandano qui dei distaccati possono impiparsene e pagare i dipendenti 5 euro all’ora. E, di conseguenza, praticare tariffe dumping. Se questa non è concorrenza sleale! Ringraziamo la partitocrazia spalancatrice di frontiere per l’ennesimo scempio!

La falla

La paradossale situazione si verifica a causa di una falla legislativa. Infatti i distaccati sottostanno alla legge federale. I minimi salariali, invece, sono cantonali. Pertanto, non si applicano ai distaccati. La legge affossata dal Consiglio degli Stati avrebbe dovuto correggere proprio questa stortura.

Il colmo è che la legge era sostenuta dalla quasi totalità dei Cantoni. Ma a sotterrarla è stata proprio… la camera dei Cantoni!

Al primo ricorso…

La tesi sostenuta dai contrari, secondo cui i Cantoni possono già ora imporre alle ditte che inviano distaccati in Ticino di corrispondere il salario minimo cantonale, è semplicemente farlocca. Ma visto che questa è l’indicazione, che la si segua. Quando poi, al primo ricorso, il castello di carte crollerà a causa del diritto federale, si saprà chi ringraziare.

Peggio di Bertoldo

E’ sconcertante vedere come in materia di occupazione – quindi un argomento della massima importanza! –  a Berna il tandem composto da politichetti della casta e burocrati mezzemaniche continui a farne peggio di Bertoldo.

La ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) ha dichiarato più volte, davanti al parlatoio, che 75mila frontalieri in Ticino in continuo aumento sono una figata pazzesca. Che “il Ticino è vittima del suo successo”.  Eppure l’invasione da sud provoca disastri non solo nel nostro Cantone, ma anche nelle regioni di confine italiche, poiché vi genera deindustrializzazione e fuga di cervelli. Visto che il problema è condiviso dai due lati della ramina, è nell’interesse comune introdurre delle clausole di salvaguardia, che limitino gli eccessi di frontalierato.  Ma il governicchio federale, interpellato al proposito da chi scrive, non ne vuole sapere. Così si produce in bestialità del seguente tenore: “La libera circolazione delle persone favorisce la crescita economica soprattutto nelle regioni di confine”. Certo, come no! Di sicuro, non in quelle svizzere!

E addirittura: Il Consiglio federale si impegna attivamente a favore di un’immigrazione di lavoratori che risponda alle esigenze dell’economia. Adotta regolarmente provvedimenti tesi a ridurre gli effetti indesiderati legati alla libera circolazione delle persone”. Ma va là! Altro che adottarli: i provvedimenti “tesi a ridurre gli effetti indesiderati” della devastante libera circolazione, i camerieri bernesi di Bruxelles li affossano. Di più: gli “effetti indesiderati” arrivano al punto di negarli, servendosi di statistiche taroccate!

Assumere ucraini?

Tanto per peggiorare ulteriormente la situazione, la sopra citata Ka-Ka-eS nei giorni scorsi se ne è andata in giro ad aizzare le aziende ad assumere profughi ucraini i quali, secondo le illuminate teorie della ministra di Giustizia dell’ex partitone, “devono essere integrati nella vita sociale e professionale”.

Cosa, cosa? Qui qualcuno (qualcuna) non ha capito da che parte sorge il sole. Sono gli SVIZZERI che vanno integrati sul mercato del lavoro. Per i profughi, la priorità è il rimpatrio. O forse il governicchio federale ha già deciso di tenerli definitivamente qui?

Se la Confederella vuole istigare le aziende all’assunzione di profughi ucraini, allora come minimo prima blocca il rilascio di nuovi permessi G. Specialmente nel nostro Cantone. Perché di stranieri che portano via il lavoro ai ticinesi, generando oltretutto dumping salariale, ce ne sono già troppi.

Se i camerieri di Bruxelles pensano che gli svizzerotti debbano continuare ad ingollare rospi perché c’è la guerra in Ucraina, forse hanno fatto male i conti.

Lorenzo Quadri