Lo sconcio accordo quadro renderebbe i contributi miliardari obbligatori e ricorrenti

Ohibò, in questi giorni si moltiplicano i ricatti della fallita UE all’indirizzo degli svizzerotti a proposito dello sconcio accordo quadro istituzionale. Quello che ci imporrebbe la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, i giudici stranieri, la direttiva di Bruxelles sulla cittadinanza. Quest’ultima comporterebbe a) l’assalto alla diligenza dello Stato sociale svizzero ad opera di immigrati della DisUnione europea e b) impossibilità di espellere i delinquenti stranieri se questi sono cittadini UE. Più altre sgradite sorprese che si scoprono man mano.

Pressioni mafiose

Le  pressioni di stampo mafioso sono caratteristiche di questa Europa di funzionarietti non eletti da  nessuno, ma che pretendono di comandare, sostituendosi alla democrazia. E sono la dimostrazione che lo sconcio accordo quadro istituzionale non è affatto nell’interesse della Svizzera, ma solo in quello dell’UE.

Nei giorni scorsi abbiamo sentito tale europarlamentare tedesco della CDU Elmar Brok (Elmar chi?) s”brok”care contro la Svizzera, proclamando dalle colonne del Blick che l’UE non farà concessioni sulla devastante libera circolazione, che “non ci sono margini di manovra” e che “gli svizzeri non avranno l’accordo (?)” se non accettano tutti i Diktat UE sul mercato unico.

 Girano la frittata

Ah ecco. Adesso arrivano perfino gli scaldacadreghe nel parlamento europeo, organo aduso a disquisire sulla curvatura delle banane, a pensare di dettarci le condizioni. E naturalmente a girare i termini della questione. Non siamo certo noi ad andare ad elemosinare lo sconcio accordo quadro (pietra tombale sulla nostra sovranità e sulla nostra indipendenza) all’ Unione europea. E’ quest’ultima che pretende di imporcelo. Naturalmente a proprio vantaggio. E come al solito i camerieri dell’UE in Consiglio federale, a partire dall’italo-svizzero KrankenCassis, per metà cittadino UE, sono pronti a chinarsi a 90 gradi, per far contenti i loro padroni della grande economia. Il bello è che il PLR Cassis ci ha pure raccontato un sacco di fanfaluche:  ad esempio che la direttiva UE sulla cittadinanza non c’entrava un tubo con l’accordo quadro istituzionale, ed invece c’entra eccome. Oppure che quella sui giudici stranieri sarebbe una “fake news” poiché a dirimere i contenziosi tra Svizzera ed UE ci sarebbe un tribunale arbitrale. Balle di fra’ Luca. Il tribunale arbitrale con cui il ministro PLR tenta di farci fessi conterebbe meno del due di picche. L’UE, in materia di diritto europeo, non riconosce altro giudice della Corte europea di giustizia. Altro che tribunale arbitrale! Delle due l’una: o KrankenCassis racconta balle, oppure non sa nemmeno lui quello che sta facendo.

Concesso molto?

Dello stesso tenore di quelle del Brok le fetecchiate raccontante al Forum di Davos dal commissario europeo kompagno Pierre Moscovici, personaggio di raro viscidume, secondo il quale “La Svizzera non ha più margini di negoziazione sull’accordo quadro, l’UE ha già concesso molto (ah ah ah)” mentre il rinnovo dell’equivalenza borsistica solo per sei mesi sarebbe “solo una scadenza, non una strategia di pressione”.

E la Svizzera dovrebbe calare le braghe davanti ai ricatti di questa gente, che oltretutto a maggio, dopo le elezioni europee, verrà lasciata a casa in blocco?

E noi dovremmo ancora REGALARE a costoro 1,3 miliardi di franchi a mo’ di marchetta (“perché bisogna oliare”, come hanno dichiarato l’eurosenatore PPD Pippo Lombardi ed il presidente del PLR Bixio Caprara)?

Mucca da mungere

L’accordo quadro istituzionale serve solo a trasformare definitivamente la Svizzera in una colonia dell’UE, oltre che in una mucca da mungere ad uso e consumo degli eurofuzionarietti. Sicché, più i balivi di Bruxelles sbraitano, più ci convincono che l’accordo quadro va stracciato e gettato nel cestino, e che di regalare 1.3 miliardi di Fr a Bruxelles non se ne parla nemmeno!

L’ultimo regalo

Veniamo ora all’ultimo regalo che l’accordo quadro del Cassis porterebbe alla Svizzera: l’automatismo dei contributi miliardari di coesione. Ovvero: su questi pagamenti, la Svizzera non avrebbe più niente da dire. Non potrebbe decidere, né se pagare o meno, e neppure la cifra! Arrivano gli esattori di Bruxelles a metterci direttamente le mani in tasca. Ecco qua il bell’accordo che il Consigliere federale del partito del “Buongoverno” PLR vorrebbe rifilarci!

Moscovici, Brok, “Grappino” Juncker e compagnia brutta: ma vaffa…!

Lorenzo Quadri