I contrari, in manco di argomenti, si limitano a strillare istericamente al razzismo

Il prossimo 7 marzo saremo chiamati a votare sul divieto di dissimulazione del viso a livello nazionale, meglio noto come “divieto di burqa”. Ecco 10 motivi per votare Sì (ce ne sarebbero parecchi di più):

1) Il tema della votazione è la difesa del nostro modello di società dall’avanzata dell’islam politico. Il velo integrale ne è un attributo visibile. L’islam politico è in plateale contraddizione con i valori fondanti del nostro Stato liberale.
2) Il Ticino nel 2013 ha già approvato il divieto di burqa cantonale, plebiscitandolo con il 65.4% dei voti. Per noi si tratta dunque di confermare quanto già deciso.
3) Dal 2013 ad oggi la situazione sul fronte dell’estremismo islamico in Svizzera è chiaramente peggiorata. I contrari al divieto di burqa sostengono che, per combattere l’islamismo, bisogna fare “altro”. Ma sono i primi a non voler fare né questo, né “altro”. Si pensi – tanto per dirne una – al pervicace rifiuto di vietare i finanziamenti esteri alle moschee ed ai “centri culturali” islamici.
4) Il controprogetto all’iniziativa, proposto dalla maggioranza PLR-PPD-PSS alle Camere federali, è inutile e grottesco. Propone di obbligare a togliere il velo integrale in caso di controlli che necessitano l’accertamento dell’identità (e ci mancherebbe che così non fosse!) e di spendere ulteriori soldi pubblici all’estero, in periodo di gravissima crisi economica. Insomma, una ciofeca.
5) Il divieto di burqa è legittimo, come stabilito nel 2014 da una sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo (di certo non un covo di beceri razzisti) e non viola la libertà di religione, dal momento che il burqa non risponde al alcuna prescrizione religiosa. Ed infatti portare il burqa non è permesso nemmeno alla Mecca, la città sacra dell’islam. A meno che si voglia accusare l’islam di essere islamofobo.
6) La grande maggioranza dei musulmani svizzeri è contraria al velo integrale. Gli attivisti islamici per i diritti della donna  – prendiamo ad esempio Saïda Keller Messahli, vincitrice nel 2016 del Premio svizzero per i diritti umani – si battono contro il burqa e sostengono il divieto.
7) I contrari non hanno uno straccio di argomento. E non perdono occasione per dimostrarlo. Costoro, come sempre, starnazzano di “razzismo”, di “islamofobia”, di “sessismo”, eccetera. Ma si possono dire scempiaggini del genere? Semplicemente, la proposta viene dalla parte politica non gradita alla sinistra. Le femministe ro$$overdi festeggiano i 50 anni del voto alle donne in Svizzera sostenendo il burqa, che costituisce la manifestazione, visibile e pubblica, del rifiuto di riconoscere i diritti della donna. Auguri per la parità di genere!
8) E’ evidente che le femministe di sinistra non difendono i diritti delle donne, ma solo il diritto di immigrati in arrivo da altre culture di importare in Svizzera modelli di società incompatibili con il nostro. Avanti di questo passo e le femministe gauche-caviar sosterranno anche l’infibulazione?
9) Proibire il velo integrale non nuoce al turismo. L’entrata in vigore del divieto ticinese non ha fatto diminuire i turisti in arrivo dai paesi arabi.
10) Il velo islamista integrale è un problema di società: è quindi corretto che venga proibito a livello nazionale. Si ricorda che alle camere federali, quando si trattava di concedere la garanzia costituzionale al divieto di burqa ticinese, i contrari dichiaravano che servivano regole uniformi per tutta la Svizzera. Adesso che si vota su queste “regole uniformi”… contrordine compagni! Devono decidere i Cantoni! Ennesima dimostrazione di malafede e di mancanza di argomenti.

In conclusione, dunque, di motivi per votare no all’iniziativa per il divieto di dissimulare il viso non ce ne sono. Mentre per votare sì ce ne sono a bizzeffe!

Lorenzo Quadri