Il pagliaccio islamista algerino torna a metter fuori la faccia nel Canton San Gallo
Il sedicente “imprenditore”, che viene in Svizzera a promuovere la violazione della nostra Costituzione, deve essere dichiarato persona non grata
Ah beh, questa ci mancava! Il presunto imprenditore (?) algerino Rachid Nekkaz torna a metter fuori la faccia alle nostre latitudini. Lo fa a sostegno del burqa, e contro la volontà dei cittadini svizzeri.
Come noto infatti il 23 settembre scorso – data in cui in Ticino il popolo asfaltava la scuola ro$$a di Bertoli,ed il triciclo che la sosteneva – a San Gallo i cittadini hanno plebiscitato il divieto di burqa con circa il 70% dei voti. Alla faccia dell’élite multikulti che per l’ennesima volta esce annientata dalle consultazioni popolari (ecco perché la casta vuole abolire la democrazia diretta).
Segnale positivo
Il voto del Canton San Gallo è sicuramente un segnale positivo in vista della votazione sul divieto federale di dissimulazione del volto. L’iniziativa popolare che lo chiede è infatti riuscita. Ricordiamo che in Svizzera sia i camerieri dell’UE in governo (a partire ovviamente dalla Consigliera federale “competente”, ossia la ministra del “devono entrare tutti” kompagna Simonetta Sommaruga), come pure il triciclo PLR-PPD-P$$ in parlamento, si sono sempre espressi CONTRO il divieto di burqa. Perché “bisogna aprirsi” agli islamisti; perché bisogna essere multikulti; perché il sogno proibito dei tapini politikamente korretti, CF compreso, è rendere l’islam religione ufficiale in Svizzera. Chiaro che con una simile classe politica lo sfacelo è programmato.
In altri paesi invece i divieti di burqa sono stati introdotti per via parlamentare. A volte perfino con l’appoggio dei socialdemocratici. Ma da noi i bolliti residui del femminismo ro$$o, imbesuiti dal multikulti, non difendono le donne, ma la loro oppressione.
L’occasione…
Nel Canton San Gallo il popolo ha dunque plebiscitato il divieto di burqa, e l’occasione è stata grata al pagliaccio islamista algerino Rachid Nekkad, sedicente “imprenditore” (?), per prodursi in un’altra delle sue penose sceneggiate. Costui si è presentato nel Canton San Gallo accompagnato da una donna in niqab (si tratterà mica di Nora Illi, la moglie dell’estremista Qaasim Illi, quello che non paga né tasse né premi di cassa malati: non può permettersi di aumentare la percentuale lavorativa perché sennò non avrebbe più tempo per la propaganda islamista, e noi svizzerotti fessi lo manteniamo?) annunciando in pompa magna, e naturalmente con al seguito la grancassa dell’emittente di regime, che pagherà lui le future multe per violazione del divieto di portare il velo integrale.
Dichiarare persona non grata
Noi che siamo notoriamente populisti e razzisti, di questo individuo algerino che arriva in casa nostra ad invocare la violazione delle nostre leggi e addirittura della nostra Costituzione (carta fondamentale dello Stato) ne abbiamo piene le scuffie. Già una volta chi scrive ha presentato una mozione al Consiglio federale chiedendo che il Nekkaz venisse dichiarato persona non grata in Svizzera. Costui non può peraltro nemmeno beneficiare della devastante libera circolazione delle persone. Infatti ha rinunciato alla cittadinanza francese.
Naturalmente e come al solito, il Consiglio federale ha risposto njet. “Sa po’ mia”! Misura sproporzionata (uella)! “Devono entrare tutti”!
E’ evidente che sul tema si tornerà alla carica. Nekkaz, föö di ball dalla Svizzera!
A proposito: nei giorni scorsi il rapinatore ed assassino Rédoine Faïd, evaso di prigione nel 2013, uno dei latitanti più ricercati di Francia, è stato trovato… nascosto sotto un burqa. E c’è ancora chi ha il coraggio di difendere questa obbrobriosa palandrana?
Lorenzo Quadri