Perfino la $inistra sa che il velo integrale lede i diritti umani e la parità di genere

Domenica prossima si voterà sull’introduzione di un divieto di dissimulazione del viso (comunemente detto: divieto di burqa) a livello nazionale. Come detto più volte, il burqa non è solo un brutto capo d’abbigliamento. Il burqa è un attributo dell’islam politico che è incompatibile con il nostro modello di società. Di più: l’islam politico, che si diffonde a macchia d’olio, vorrebbe sostituire le nostre regole con le sue. E’ dunque evidente che non deve trovare  spazio nel nostro Paese.

A dare il là alla battaglia contro il velo islamista integrale in Svizzera è stato il Guastafeste Giorgio Ghiringhelli un decennio fa. La Lega è sempre stata della partita. La popolazione ticinese ha già plebiscitato il divieto di burqa nel settembre 2013 con il 65.4% dei voti. Si tratta ora di estendere questa proibizione a tutto il paese.

Sono pochi?

Siamo confrontati con un tema minore perché i burqa sono pochi, come sostengono gli avversari dell’iniziativa “antiburqa? Beh,tanto minore la proposta non deve poi essere, se i contrari si agitano così tanto per combatterla. Certo: di burqa in Svizzera per il momento se ne vedono pochi. Ma il loro numero è destinato ad aumentare a seguito della politica del “devono entrare tutti”. E’quindi adesso che occorre intervenire.

I contrari, $inistra in primis, non vogliono proibire il velo integrale perché il loro motto è: gli stranieri in arrivo da “altre culture” devono poter continuare a vivere in casa nostra esattamente come vivevano nel paese d’origine. Gli svizzerottinon possono imporre ai migranti economici di integrarsi. Devono solo mantenerli.

Anche i $ocialisti

Proibire il burqa non viola la libertà di religione, dal momento che esso non risponde ad alcun precetto religioso. “L’obbligo di portare un velo integrale è un attacco massiccio alla libertà personale e, nella nostra prospettiva occidentale, costituisce una violazione dei diritti umani: ostacola in modo massiccio l’integrazione nella società ed un adeguato sviluppo personale. Il fatto che il burqa venga portato “volontariamente” non cambia nulla. E’ difficile non intendere il velo integrale come un simbolo della sottomissione della donna”.

Chi è l’autore di questo passaggio? Un becero razzista della Lega o dell’Udc? No. Il Guastafeste? No. E non è neppure farina del sacco della Corte europea dei diritti dell’Uomo la quale, in una nota sentenza del 2014 (una delle sue poche decisioni azzeccate) ha stabilito che il divieto di burqa non solo non lede i diritti umani, ma li promuove. Il passaggio testé citato proviene da un documento del 2010 del gruppo $ocialista (!) alle Camere federali. Quindi anche il P$ sa benissimo che il burqa è incompatibile con una società “liberale” ed è pure incompatibile con la tanto declamata (a parole) parità di genere. Però il partito $ocialista si oppone all’iniziativa in votazione il prossimo 7 marzo, strillando al razzismo ed all’islamofobia! Perché lo fa? Evidentemente perché ormai la gauche-caviar si è convertita all’immigrazionismo isterico. Infatti, in contemporanea alla campagna pro-burqa ne conduce anche una per il voto agli stranieri: non per nulla ha lanciato una petizione in questo senso. Il disegno è chiarissimo: la $inistra vuole accaparrarsi le simpatie degli immigrati non integrati, ai quali sogna di conferire il diritto di voto.

Fanfaluche di “centro”

Non bisogna nemmeno credere alle fanfaluche di chi, nel sedicente “centro” ormai ridotto a ruota di scorta della sinistra, sostiene di essere favorevole al divieto di burqa ma non a livello nazionale perché “va lasciata libertà ai Cantoni di decidere se introdurlo o meno”. Sono tutte panzane. Semplicemente, questi signori non vogliono proibire il velo integrale e non hanno nemmeno il coraggio di dirlo. Il divieto di burqa non è una “semplice” norma di sicurezza, che rientrerebbe in effetti nelle competenze federaliste dei Cantoni. Si tratta di difendere un modello di società; e questo non cambia da un Cantone all’altro. Non ci sono storie: chi vota no al divieto di burqa semplicemente non vuole porre alcun freno al dilagare dell’islamismo in Svizzera. Per questo, domenica prossima, votiamo un sì deciso all’iniziativa contro la dissimulazione del viso. In casa nostra le regole le fissiamo noi.

Lorenzo Quadri