Oltre a discriminare il Ticino, il delirante balzello sarebbe un boomerang per tutti
Il sedicente “centro” ancora una volta utile idiota dei ro$$overdi e delle loro crociate contro gli automobilisti.
Di recente il governicchio federale ha risposto ad alcuni atti parlamentari sul tema del pedaggio al tunnel autostradale del San Gottardo (tra cui uno di chi scrive). Si è però trattato di una non risposta, dal momento che il CF (Dipartimento Rösti) si limita a fare riferimento ad un futuro rapporto, senza però escludere in partenza – come invece avrebbe dovuto fare – l’introduzione di un pedaggio al Gottardo.
Il Mattino e la Lega sono stati tra i primi (se non i primi in assoluto) a reagire contro l’ipotizzato balzello, che renderebbe il Ticino un Cantone di serie B.
Pazienza in esaurimento
Cominciamo del resto ad averne piene le scuffie dell’approccio bernese nei nostri confronti. Alcuni esempi:
- Negazionismo ad oltranza sulle conseguenze dell’invasione da sud sul mercato del lavoro ticinese. Addirittura, i burocrati della SECO ci vengono a raccontare che la libera circolazione delle persone avrebbe fatto aumentare l’occupazione dei ticinesi. Come no. Ed infatti il tasso di disoccupazione ILO del 2022 in Ticino era del 6.5%: nettamente superiore a quello della Lombardia (4.9%). Il Ticino, dunque, riduce la disoccupazione della Lombardia a spese dei propri abitanti. Le cifre parlano chiaro.
- Negazionismo sul caos asilo: a Chiasso (ma non solo a Chiasso, dato che i migranti economici di giorno e nel fine settimana sono liberi di andare dove vogliono) ne stanno succedendo di tutti i colori. Però la SEM, Segreteria di Stato della migrazione, vorrebbe farci credere che l’è tüt a posct.
- E adesso pure il pedaggio al Gottardo?
Un’idea del “centro”
L’invenzione di nuove tasse e balzelli è di regola prerogativa dei ro$$overdi. Nel caso del pedaggio al Gottardo, però, l’input (sottoforma di mozione in Consiglio nazionale) viene da politicanti del cosiddetto “centro”, sempre più franato a $inistra: PPD, PLR, Verdi-liberali. In particolare, la citata mozione pro-pedaggio è stata sottoscritta da un numero elevato di politicanti uregiatti. Però in Ticino esponenti liblab e PPD infesciano i media di opinioni contro il pedaggio, a scopo di campagna elettorale. Cominciassero a parlarne con i propri correligionari!
Rifarsi una verginità
Il cittadino ne prenda atto: i partiti del “centro” che, quando fa comodo, si riempiono la bocca con la “coesione nazionale”, sono poi i primi a scaricarla. Intanto, con una faccia di tolla che la metà basta, un parlamentare federale uregiatto pretende di introdurre una nuova festa nazionale il 12 settembre, data di entrata in vigore della prima Costituzione del 1848. Hai capito la partitocrazia? Prima svende la Svizzera all’UE e declassa il Ticino con astrusi balzelli; poi pensa di rifarsi una verginità inventandosi le festività patriottiche (?) farlocche (che naturalmente qualcuno sarebbe poi chiamato a finanziare).
Ad elevare l’ipotizzato pedaggio al Gottardo a tema di campagna elettorale ha contribuito anche la stampa radikalchic della Svizzera tedesca, la quale si è prestata a fare da cassa risonanza all’insana proposta. Con tanto di sondaggio farlocco. E’ ovvio che si tratta di una scelta politica deliberata.
E l’invasione da sud?
Qual è l’argomento a sostegno del balzello al Gottardo? Le colonne nel Canton Uri durante qualche fine settimana di esodo estivo. I promotori dimenticano di proposito che in Ticino le colonne ci sono tutti i giorni e tutto l’anno, a causa dell’invasione da sud voluta dalla partitocrazia. La stessa partitocrazia che blatera di pedaggi al Gottardo non ne vuole però sapere di una tassa d’entrata per frontalieri (chiesta a più riprese dalla Lega).
Sicché, secondo i fautori del pedaggio, l’accesso al Ticino dal resto della Svizzera e viceversa deve diventare a pagamento; per contro, l’accesso al Ticino dall’Italia – ossia da un Paese straniero – deve rimanere libero, incontrollato e gratuito; echissenefrega delle code. Vergognoso. Eccola qua, la coesione nazionale secondo la partitocrazia!
Del resto, per il Triciclo i valori svizzeri contano sempre meno. Non per caso. Sempre più politicanti hanno il doppio passaporto: sono dunque degli stranieri naturalizzati che non si sentono nemmeno abbastanza svizzeri per rinunciare alla cittadinanza del paese d’origine.
Fare cassetta
Che nessuno si illuda che sia possibile far pagare l’ipotetico pedaggio al Gottardo solo ai veicoli stranieri in transito parassitario attraverso la Svizzera. Non sarà mai così, perché gli accordi bilaterali vi si oppongono.
Un pedaggio, inoltre, non riduce il numero di macchine per magia: al massimo serve a fare cassetta a spese degli automobilisti. Se l’obiettivo è contenere i vacanzieri del nord Europa che attraversano la Svizzera in auto per trascorrere le ferie al sud, è evidente che le misure vanno prese ai confini. Non certo nel bel mezzo del Paese.
Poi sarà road pricing
Altrettanto chiaro è che il pedaggio al Gottardo spalancherebbe le porte al road pricing. Il disegno è fin troppo prevedibile. Prima si introduce un balzello discriminante per il Ticino. Poi ci si attacca alla discriminazione per penalizzare tutti in nome dell’equità: e quindi si piazzano pedaggi dappertutto. Ed in particolare agli ingressi dei centri urbani. Il road pricing, appunto.
La consueta, squallida tattica del salame e la solita crociata ideologica contro gli automobilisti.
Lorenzo Quadri