La presidente del Consiglio nazionale sbrocca: “la Svizzera deve pensare all’adesione all’UE”
Con la Brexit il popolo inglese, non cedendo a terrorismi e ricatti, ha dimostrato che par parte della fallita Unione europea non è un “must”. Si può anche uscirne. Tale “rivelazione” ha avuto conseguenze anche in Svizzera: in una sola notte, ha spazzato via anni di lavaggio del cervello pro sudditanza UE ad opera dell’élite spalancatrice di frontiere, dei moralisti a senso unico, della partitocrazia, degli intellettualini da tre e una cicca e della stampa di regime.
L’ex giovane rampante
Come prevedibile, dopo la Brexit agli euroturbo è partito l’embolo. Anche a quelli nostrani. Il premio per la dichiarazione più penosa se lo aggiudica la presidente del Consiglio nazionale Christa Markwalder. La parlamentare liblab, intervistata dalla stampa d’Oltregottardo, prima ha detto peste e corna della Brexit, per la serie: “che schifo la democrazia quando non mi dà ragione! La sola forma sensata di governo è la dittatura degli spalancatori di frontiere!”. Non ancora contenta, ha coronato le sue esternazioni con questa fetecchiata: “adesso la Svizzera deve pensare all’adesione all’UE”. Apperò. Ma questa ex giovane rampante dell’ex partitone, nota alle nostre latitudini per gli intrallazzi con lobbysti del Kazakistan che per poco non le sono costati la cadrega alle ultime elezioni federali, non ha proprio capito un tubercolo!
Ex presidente Numes
L’improponibile uscita della Markwalder si spiega con il fatto che la signora è stata presidente del Numes, lo squinternato Movimento di quattro gatti che chiede l’adesione della Svizzera all’UE. Ora, che una presidente o ex presidente del citato Movimento da cabina telefonica continui a sostenere la fregnaccia che gli svizzerotti devono entrare nell’UE quando chi è dentro ne vuole uscire, ci può anche stare. Ma non va affatto bene che una boiata del genere, manifestamente contraria alla volontà popolare, la dica la presidente di turno del Consiglio nazionale. In questo modo, ancora una volta, si indebolisce la posizione della Svizzera a Bruxelles.
Nuova prova di servilismo
La rottamanda Unione europea, come ha peraltro dichiarato anche l’ex ministra degli Esteri P$$ Calmy Rey (quindi non una leghista populista e razzista) dopo le cannonate britanniche, se vuole evitare il fuggi-fuggi generale dovrà scendere a patti anche con la Svizzera. Invece qui c’è la presidente del Consiglio nazionale, targata PLR, che dà l’ennesima prova di servilismo nei confronti degli eurobalivi. Il messaggio a questi ultimi è chiaro: non concedete nulla agli svizzerotti, tanto sono destinati da entrare nell’UE. Uella!
Contro la volontà popolare
La presidente della Camera del popolo, parlando da ex presidente del Numes, ha dunque esplicitamente sabotato la volontà del popolo. Questi sono gli esponenti che l’ex partitone manda a ricoprire (anche se solo per un anno) le più alte cariche politiche federali. (Intendiamoci: alte dal punto si fista istituzionale, non certo da quello operativo). Ci aspettiamo dunque che il PLR prenda pubblicamente le distanze dalla sua rappresentante. Alla quale diciamo: ma va’ in Kazakistan, va…
Lorenzo Quadri