“Scoperto” il dumping salariale nel Terziario

Ma chi l’avrebbe mai detto! Mentre la SECO commissiona studi taroccati all’Università di Ginevra per farsi dire che, con la libera circolazione delle persone, “tout va bien, Madame la Marquise”, la realtà sul territorio dice ben altro. Sicché nei giorni scorsi la Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone si è accorta che nel settore terziario c’è dumping salariale. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire! Il 12% degli stipendi controllati degli impiegati sono al di sotto del salario minimo di riferimento. Da notare che i salari controllati sono evidentemente solo una piccola parte del totale, quindi la cifra reale del dumping è di sicuro assai più alta.
Ma come, secondo il Consiglio federale e la SECO il dumping salariale in Ticino a seguito della libera circolazione delle persone non doveva essere tutta un’invenzione della Lega populista e razzista?
Ovvio che, se ci sono – e ci sono – segretarie che guadagnano 1800 Fr al mese per un lavoro a tempo pieno; se ci sono – e ci sono – fiduciarie che lasciano a casa dipendenti svizzeri di lungo corso, magari a pochi anni dal pensionamento, per sostituirli con frontalieri, questo non può che significare che il dumping salariale è una realtà, come pure la sostituzione di ticinesi con frontalieri. Proprio come aveva previsto fin dall’inizio, in tempi non sospetti, la Lega e il Mattino della domenica. E del resto non è che ci fosse bisogno di grandi studi per accorgersene. Da notare che la Commissione tripartita ha annunciato che prossimamente eseguirà verifiche specifiche in fiduciarie ed in studi d’avvocatura.
Ancora più preoccupante risulta essere – ma nemmeno questa è una sorpresa…- la situazione nelle agenzie di lavoro temporaneo. In questi casi la Tripartita ha trovato che ben il 60% dei salari di riferimento sono al di sotto del salario minimo di riferimento.
Ecco quindi, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, l’ennesima dimostrazione che la devastante libera circolazione delle persone ha sfasciato il mercato del lavoro ticinese. E che le misure accompagnatorie con cui i partiti storici, $inistra in primis, si sono riempiti la bocca ad oltranza, altro non sono se non i consueti cerotti sulla gamba di legno.
Di conseguenza, la libera circolazione delle persone deve venire pesantemente limitata o disdetta.
Inoltre, come detto più volte, per rendere meno attrattiva la piazza ticinese per i frontalieri, che l’hanno letteralmente invasa a tutto danno della popolazione residente che non trova più sbocchi professionali in casa propria, occorre – come più volte ripetuto da queste colonne – aumentare la fiscalità gravante sui frontalieri. Lo statuto fiscale di frontaliere va abolito: questi ultimi devono pagare le imposte in base alle aliquote italiane, decisamente superiori a quelle ticinesi.
Lorenzo Quadri