Chi non si sente abbastanza svizzero per abbandonare la propria cittadinanza d’origine…

Il tema delle naturalizzazioni facili continua, giustamente, a tenere banco. E ce n’è motivo. Perché i nodi vengono al pettine.  Come noto a metà settembre in Svizzera c’è stato il primo attentato di matrice islamista a Morges, che è costato la vita ad un giovane, morto senza nemmeno sapere il perché. L’autore: un turco naturalizzato svizzero.

Poco dopo sotto i riflettori è finito il Canton Friburgo, dove il Ministero pubblico della Confederella ha ordinato quattro arresti, sempre per islamismo. In manette sono finiti quattro stranieri: tre kosovari ed un macedone. Uno (kosovaro) aveva pure il passaporto rosso. A dimostrazione che le naturalizzazioni facili di persone non integrate, addirittura di fiancheggiatori della jihad e di terroristi islamici, sono una realtà. Altro che “tutte balle della Lega populista e razzista”!

Fabbrica di svizzeri

In Consiglio comunale di Lugano, grazie al triciclo, si fabbricano nuovi “svizzeri” a  getto continuo. In ogni seduta del Legislativo cittadino vengono concesse in media 50 attinenze comunali, con punte fino a 70. E, quelle poche volte che una domanda viene respinta, il candidato impugna la decisione ed i legulei del servizio ricorsi del Consiglio di Stato gli danno ragione.

Giustamente, dunque, i membri leghisti della Commissione delle petizioni hanno deciso di chiamarsi fuori. Di conseguenza, non redigono più rapporti su domande di naturalizzazione.

Trasparenza

Con una recente mozione, la Lega di Lugano ha inoltre chiesto maggiore trasparenza nelle procedure di naturalizzazione. In particolare, il nome e le generalità del candidato/a devono essere di pubblico dominio. Oggi invece, per scelta dello stesso Consiglio comunale, l’identità del richiedente è imboscata dietro ad un numero: quello del Messaggio municipale relativo alla sua domanda. Ma una simile censura non ha alcuna base legale: tant’è che in altri comuni (a partire da Bellinzona) il nome del naturalizzando non viene affatto secretato.

Cittadinanze doppie e triple

E’ quindi evidente che sulle naturalizzazioni bisogna cambiare registro. La maggiore trasparenza richiesta dalla Lega è solo un primo passo. Perché adesso torna alla ribalta anche un altro tema: quello delle cittadinanze doppie e triple. C’è infatti chi cumula passaporti per semplici ragioni di comodo:  poter tirar fuori ora l’uno, ora l’altro documento a seconda della convenienza del momento. I naturalizzati sono dunque privilegiati nei confronti degli svizzeri di nascita, che di passaporto ne hanno uno solo. E questo non sta in piedi.

Se però – come accade ad esempio in Liechtenstein – per ottenere la nuova cittadinanza fosse necessario abbandonare  quella d’origine, poco ma sicuro che tante naturalizzazioni di convenienza (non tutte, ma tante sì) non ci sarebbero.

Alcuni motivi

Perché la partitocrazia insiste nel naturalizzare a spron battuto e senza guardare per il sottile?

  • Perché respingere un candidato è per definizione un atto di “razzismo e xenofobia”. Quindi, piuttosto che rischiare di esporsi ad accuse di questo genere (uhhh, che pagüüüraaa!), la casta preferisce rendere svizzeri degli islamisti.
  • Perché naturalizzare vuol dire ridurre, nelle statistiche, il numero degli stranieri residenti nel nostro Paese. I titolari di passaporti con l’inchiostro ancora bagnato figurano ufficialmente come svizzeri. Il che è particolarmente “utile” per taroccare i dati sugli immigrati che delinquono o che sono a carico dello Stato sociale.
  • Più svizzeri di carta non integrati hanno diritto di voto, più la casta – ed in particolare la gauche-caviar antisvizzera – ha facilità nel far passare in votazione popolare oggetti che comportano la progressiva rottamazione dell’indipendenza, della sovranità e delle specificità del nostro Paese. Al naturalizzato di comodo cosa volete che importi di simili questioni?
  • Con i neosvizzeri non integrati la $inistra xenofila allarga la propria base elettorale.

Politicanti federali

Se la nazionalità plurima è un problema in generale, ancora di più lo è per i politicanti. E ad ancora maggior ragione per i politicanti a livello federale. Già, perché tra i soldatini della partitocrazia incadregati a Berna i passaporti multipli aumentano. Specie, ma tu guarda i casi della vita, nell’area ro$$overde.

Una deputata P$ binazionale, un paio di anni fa ha pensato bene di dichiarare, in occasione del Primo agosto, che “la Svizzera non esiste”. Una parlamentare verde con doppio passaporto è stata relatrice contraria all’iniziativa parlamentare del sottoscritto “per il potenziamento della legittima difesa di chi viene aggredito in casa propria”. Il nuovo co-presidente del P$ svizzero, anch’egli con doppio passaporto, vuole rendere l’albanese ed il serbo croato lingue nazionali, ed introdurre lo ius soli. Deputati di $inistra con nazionalità plurima hanno tentato, per fortuna invano, di pompare il pacchetto degli aiuti all’estero per il periodo 2021 – 2024 da 11.25 a 15 MILIARDI. Eccetera eccetera.

Come l’Australia

E’  improponibile fare politica per uno Stato con in tasca il passaporto di un altro. Se un parlamentare federale non si sente abbastanza svizzero per rinunciare alla nazionalità del paese d’origine, “forse” (eufemismo) è meglio che faccia altro.

Del resto, proprio per motivi di lealtà, l’Australia vieta a chi siede in governo ed in parlamento di avere più di una nazionalità.  

Battere il chiodo

Quasi tre anni fa, chi scrive presentò una mozione a Berna con la seguente richiesta:  ai deputati federali, ed anche (ovviamente) ai Consiglieri federali, non deve essere permesso avere altri passaporti oltre a quello rosso .

Inutile dire che in Consiglio nazionale la proposta è stata asfaltata per 40 voti contro 129 con due astenuti. Si prende atto che alla partitocrazia vanno bene i doppi passaporti anche nel parlamento e perfino nel governicchio federale!

Ad inizio ottobre, la stessa proposta – niente doppi passaporti nella politica federale – è stata ripresentata dal Consigliere nazionale UDC Andreas Glarner. Non ci vuole il mago Otelma per prevedere come andrà a finire. Ma bisogna battere il chiodo!

Lorenzo Quadri