Due pesi e due misure: sull’omicidio di Sir Amess cala il silenzio. Sul caso Cox invece…
Se l’assassino è un islamista africano, i media imboscano
Sir David Amess, deputato britannico conservatore, è stato ucciso a coltellate venerdì 15 ottobre mentre incontrava i suoi elettori in una chiesa. L’assassino, lo si è appreso ben presto, è un 25enne di origine SOMALA. Il movente? Terrorismo islamico.
Curiosamente la RSI, nell’edizione principale del TG del giorno dopo, è stata colta da amnesia selettiva, e si è “dimenticata” di dire sia che l’attentatore è somalo, sia che è un islamista.
Per contro, non ha mancato di tracciare il paragone con la deputata laburista Jo Cox, accoltellata nel 2016 da un estremista di destra. Naturalmente insistendo con voluttà sul fatto che il killer fosse di “destra”.
Accostamento incauto
Il sistema dei due pesi e delle due misure non è un unicum della Pravda di Comano, anche se da quelle parti è portato all’estremo. E’ la linea di tutta l’informazione mainstream. L’accostamento al caso Jo Cox, voluto per sviare l’attenzione dal nuovo atto di terrorismo islamico, è però stato incauto: ha evidenziato in modo plateale la disparità del trattamento mediatico riservato ai due crimini. Sul caso Cox fiumi d’inchiostro, dibattiti, indignazione collettiva. Sul caso Amess, il minimo sindacale (o anche meno) e poi… citus mutus. Come se non fosse successo nulla! Non è difficile immaginare il perché.
Uomo bianco e conservatore
Nel caso di Sir Amess la vittima era un uomo bianco conservatore. Jo Cox era una donna di sinistra. Quindi, agli occhi dei giornalai, già per questo Sir Amess valeva meno della collega. In fondo era solo un uomo di “destra”; di quelli che, sempre per i giornalai, meno ce ne sono, meglio è. Cox invece, come donna e di sinistra, era tutt’altra cosa.
Ma soprattutto, la differenza plateale l’ha fatta il killer. Sull’estremista di destra, bisogna montare la panna fino a farla diventare burro Floralp. Occorre far credere al popolazzo che esista un allarme estremismo di destra (e per i giornalai la “destra” è estrema per definizione). In realtà il pericolo per l’ordine pubblico arriva dall’estremismo di $inistra violento. Il quale viene però giustificato, se non addirittura incensato dalla stampa di regime: perché è di $inistra, appunto. Basti pensare, alle nostre latitudini, a come la RSI regge vergognosamente la coda ai brozzoni autogestiti.
Tacere quanto prima
Sul terrorista islamico somalo, invece, occorre far calare il silenzio prima possibile. Dedicare la stessa fiumana d’inchiostro ad un killer di estrema destra e ad uno africano ed islamista, significherebbe riconoscere che l’immigrazione incontrollata, voluta e predicata dalla casta, porta in Europa delle bombe ad orologeria. Ma i giornalai sono immigrazionisti e multikulti. Ed è in questa direzione che vogliono ammaestrare l’opinione pubblica. Quindi mica si sognano di mettersi i bastoni tra le ruote da soli!
Strillano al “razzismo”
Intanto che l’estremismo islamico dilaga in Europa, con conseguenze tragiche (vedi anche il recente attentato in Norvegia con arco e frecce, che ha provocato 5 morti) alle nostre latitudini la partitocrazia e la stampa di regime insistono nello strillare al “razzismo”. Come se fosse quello il problema della Svizzera, un Paese dove un quarto della popolazione è straniera (in Ticino quasi un terzo). E, se ci mettessimo a contare anche i doppi passaporti,…
Ma andate a prendere i topi!
Ipocrisia sui femminicidi
Un’altra fucina di ipocrisia ruota attorno ai femminicidi. In Svizzera nel 2021 sono purtroppo saliti a 23, contro i 16 dello scorso anno. Ed ecco che le politicanti di $inistra subito si mettono a blaterare che “la Svizzera ha un problema con la violenza sulle donne” e dunque (?) “bisogna inserire nelle leggi il termine femminicidio”.
Ovviamente le politichette in questione vogliono lasciare ad intendere che gli uomini svizzeri siano violenti con le donne. Ben si guardano dall’indicare le nazionalità degli autori di femminicidi in Svizzera. I quali, nella grande maggioranza dei casi, sono stranieri in arrivo da “altre culture”. La volenza sulle donne è quindi un problema di uomini stranieri.
Pertanto, se in Svizzera la violenza sulle donne aumenta, è “grazie” agli immigrazionisti spalancatori di frontiere. A partire proprio dalle femministe ro$$overdi. Del resto, costoro sostengono addirittura il burqa.
Però le kompagnuzze immaginano di continuare a far entrare in Svizzera migranti “che non rispettano le donne” e poi di risolvere il problema introducendo nuovi vocaboli nei testi di legge e criminalizzando tutti gli uomini in modo indiscriminato. Complimenti, queste sì che sono delle grandi statiste!
Lorenzo Quadri