La spennacchiata manifestazione di un collettivo ha “animato” ieri il centro di Berna
Quale evento ha animato l’uggioso pomeriggio bernese di ieri, sabato quattro febbraio? Ma una bella manifestazione contro il razzismo (?). Bella si fa per dire, dal momento che si è trattato piuttosto di un gruppetto di qualche centinaio di persone, quindi non propriamente folle oceaniche. Naturalmente la copertura mediatica da parte dei portali di regime è stata ampiamente sovradimensionata. Vedremo i giornali odierni. Ma d’altra parte non solo le pagine cartacee, ma anche quelle web, con qualcosa bisogna pur riempirle. E se c’è l’occasione di montare la panna sull’inconsistente problema del razzismo in Svizzera, con l’intento di indottrinare e colpevolizzare il popolo becero che vota sbagliato… tanto di guadagnato!
Tutti dentro
Gli organizzatori del non propriamente epocale evento bernese erano, ça va sans dire, dei $inistrorsi del “devono entrare (e rimanere) tutti”. Non è una battuta. Il collettivo organizzatore si chiama proprio così: “Bleiberecht für Alle”, diritto di restare per tutti. Naturalmente di restare a carico del contribuente, mica degli organizzatori. Che le tasse forse nemmeno le pagano. Magari perché loro stessi sono a carico.
Fanfaronate
Ma ad urtare sono le fantasiose tesi che il collettivo tenta goffamente di sdoganare, con la fattiva collaborazione dei media di regime. “In Svizzera c’è un problema di razzismo – fanfaronano i manifestanti in un comunicato – la discriminazione e la stigmatizzazione degli stranieri (?) sono profondamente ancorate (uella) nella società elvetica”.
Uhhh, che pagüüüüraaa! Ma come ci sentiamo in colpa! Tutti ad auto fustigarsi in pubblica piazza, meglio se a 10 gradi sotto zero!
Paese razzista?
Ma gli spalancatori di frontiere non sono ancora stufi raccontare sempre le stesse fregnacce ideologiche smentite dalle cifre?
Già perché, secondo costoro, un paese come la Svizzera, che ha il 25% di stranieri (in Ticino siamo addirittura al 30%, a Lugano al 37%) sarebbe un paese razzista. Un paese come la Svizzera, dove ogni anno vengono naturalizzate 40mila persone (quanti i non integrati?) ovvero in proporzione il quadruplo che in Germania, sarebbe un paese razzista. Un paese che spende miliardi del contribuente per l’asilo ed altri miliardi in aiuti all’estero, sarebbe un paese razzista. Un paese che nel 2016 ha fatto entrare 40mila migranti economici – quando in Spagna ne sono arrivati poco più di 15 mila! – sarebbe un paese razzista. Un paese che tiene le frontiere spalancate mentre perfino all’interno dell’UE sospendono l’applicazione dei disastrosi accordi di Schengen, è un paese razzista. Un paese dove un rifugiato riceve dallo Stato più soldi di un anziano con la sola AVS, sarebbe un paese razzista. Un paese dove ci sono famiglie di asilanti che costano all’ente pubblico 60mila Fr al mese, sarebbe un paese razzista. Un paese che si rifiuta di espellere perfino i terroristi islamici se questi si troverebbero in pericolo ritornando nella loro nazione d’origine, sarebbe un paese razzista. Dobbiamo continuare?
Bravi kompagni del collettivo “devono rimanere tutti”. Avete fatto il vostro verso contro gli svizzerotti chiusi e xenofobi, che magari mantengono pure qualcuno di voi. Adesso potete tornare soddisfatti al centro sociale a fumarvi quel che più vi aggrada.
Lorenzo Quadri