Intanto un consigliere governativo libico dichiara: “l’ISIS nasconde i suoi miliziani sui barconi”. Però secondo i kompagni del $indakato UNIA – quelli che dettano la linea del P$$ – la Svizzera dovrebbe accogliere il 10% dei migranti del Mediterraneo!
Ma come, non dovevano essere tutte balle della Lega populista e fascista? Invece, ma tu guarda i casi della vita, nei giorni scorsi un consigliere governativo libico ha dichiarato papale-papale alla BBC che gli scafisti “nascondono i miliziani ISIS tra i migranti”. E si tratta, ha aggiunto il diretto interessato, di miliziani “convinti al 100%”.
Inoltre il Consigliere ha pure precisato che l’Isis permette agli scafisti di lavorare in cambio della metà dei loro guadagni.
Il perché lo Stato islamico nasconda i miliziani in mezzo agli asilanti non è molto difficile da capire: perché poi le polizie dei paesi europei, compresa quella svizzerotta, non sanno distinguere i migranti dai terroristi.
Meta esposta
Il nostro Paese è una meta particolarmente esposta. L’Italia, quella dove ci si scandalizza (?) perché i ticinesotti, grazie al leghista Gobbi, osano chiedere di esibire l’estratto del casellario giudiziale prima di rilasciare un permesso B o G, non rispetta gli accordi di Dublino. Quindi non registra i clandestini. Obiettivo: non doverseli riprendere se questi presentano domanda in un altro paese. Se ne è accorta anche la kompagna Sommaruga, visto che ne ha parlato esplicitamente con il presidente del Consiglio Matteo Renzi (quello non eletto che si fa i selfie).
Sicché la Svizzera si tiene migranti che dovrebbe invece rimandare in Italia. Quanti tra questi sono terroristi?
Parole e fatti
Visto che questo ancora non basta, ecco che, a renderci più attrattivi, arriva tutta una serie di “belle pensate”. Ad esempio le dichiarazioni di una consigliera nazionale $ocialista secondo cui la Svizzera “non ha il diritto” di espellere i terroristi se questi rischiano la vita nel paese d’origine. Non si tratta di posizioni personali isolate. Sono le posizioni del partito. Un po’ come accade con la storiella del voto del 9 febbraio “da rifare”.
Alle parole si aggiungono i fatti. Vedi l’incresciosa vicenda del simpatizzante ISIS, espulso dall’Italia, che ha però raggiunto allegramente il Ticino ottenendo il permesso B in quanto ha sposato una donna con doppio passaporto italiano e Svizzero. Ma ci mettiamo in casa proprio tutto?
Il terrorista iracheno
Il fiore all’occhiello è arrivato nei giorni scorsi, praticamente in contemporanea con la conferma che l’ISIS carica i suoi miliziani sui barconi, spacciandoli per asilanti, con l’obiettivo di creare delle cellule terroristiche in Europa.
Un cittadino iracheno che abitava in Svizzera, arrestato assieme a tre complici nel marzo 2014 con l’accusa di star preparando un attentato, ha detto in tribunale che “gli svizzeri vanno decapitati”.
Questo terrorista islamico è arrivato nel nostro paese spacciandosi per asilante (tanto gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente). Essendo invalido – probabilmente a causa della sua attività criminosa – ha pure beneficiato di aiuti sociali a go-go, pagati dagli svizzeri. Quelli che “vanno decapitati”. Poco ma sicuro che il miliziano Isis è costato alle casse pubbliche centinaia di migliaia di franchi. Ma sa po’?
Una simile vicenda non ha bisogno di ulteriori commenti.
Blindare i confini
E’ dunque acclarato che gli scafisti e l’Isis sono pappa e ciccia. Di conseguenza, gli inviti ad accogliere sempre più clandestini in Svizzera sono assolutamente irresponsabili.
La Svizzera deve mandare messaggi inequivocabili agli aspiranti migranti: non venite da noi. I segnali che partono sono invece di segno opposto. L’ex strapagata funzionaria federale Huber Hutz dichiara che il nostro Paese deve accogliere altri 80mila profughi. Nota bene: già oggi siamo quelli che ne accolgono di più. La kompagna Sommaruga si presta senza remore a fare da manutengola, firmando articoli in tandem con Huber Hutz.
E che dire dei kompagni del sindacato UNIA, con i piedi bene al caldo grazie alle quote degli affiliati? Invece di preoccuparsi di difendere i posti di lavoro degli svizzeri, lor$ignori se ne escono con una serie di dichiarazioni fuori di cranio. Tra cui la seguente: “la Svizzera deve farsi carico del 10% dei migranti dal Mediterraneo”. Ma siamo usciti di cotenna?
Stringere le viti
Urge al contrario stringere le viti. Non farlo vuol dire prestarsi a diventare l’approdo ideale dei terroristi islamici.
Come primo passo, cominciamo a sospendere l’applicazione di Schengen. Per questa mossa, l’Italia ci fornisce da tempo il pretesto su un piatto d’argento: non rispetta gli accordi di Dublino.
Quanti finti asilanti, da noi mantenuti, secondo cui “gli svizzeri vanno decapitati” dobbiamo ancora scoprire in casa nostra prima di svegliarci? Oppure aspettiamo il primo attentato per poi piangere lacrime di coccodrillo sulle vittime?
Lorenzo Quadri